2025-08-22
La palla passa a Mps, Nagel via con una super liquidazione
Voci di dimissioni a breve del banchiere. Ma a settembre scatteranno gli incentivi già maturati e le stock option.L’estate del 2025 sarà ricordata come la stagione in cui Roma si è presa due simboli milanesi. Il Viminale ieri, dopo 31 anni di irregolarità, ha deciso di fatto lo sgombero del Leoncavallo provando a mettere la parola fine a una situazione che nessuna giunta meneghina ha mai voluto affrontare. Ma ieri, come le cronache dei giornali compresa La Verità hanno ampiamente descritto, è stato anche il giorno in cui la Mediobanca eredità di Enrico Cuccia e frutto della gestione di Alberto Nagel ha ceduto il passo e fallito la scalata a Banca Generali che a sua volta sarebbe dovuta essere il salvagente dei vertici nel tentativo di scombussolare le carte ed evitare l’Ops del Montepaschi. Tentativo che probabilmente ieri Nagel non avrebbe nemmeno voluto fare se non fosse stato per la moral suasion della Bce che avrebbe sottolineato l’inopportunità di fissare una assemblea il 25 settembre. Cioè in una data addirittura successiva al termine fissato per la scalata da parte della banca senese. Tant’è che ieri i numeri sono stati non solo netti, ma spietatamente chiari. I soci hanno bocciato l’operazione. La reazione di Nagel è stata improntata all’attacco. Poche parole per sottolineare che una fetta di soci sarebbe in conflitto d’interessi. Un po’ sulla falsa riga della diatriba che si era tenuta in ambito Assogestioni. Il risultato però è che non ci sarà un terzo tempo e quindi Piazzetta Cuccia si prepara a finire nelle braccia del Monte dei Paschi di Siena, amministrato dallo stesso Luigi Lovaglio che tre anni fa, nel 2002, varcava la soglia della sede di Mediobanca per chiedere una mano e finalizzare l’aumento di capitale. Il mondo cambia. E adesso la domanda che in molti si fanno e che cosa deciderà di fare l’ad di Mediobanca. Voci di dimissioni circolano in queste ore. ma la logica spinge in un’altra direzione. Molto più probabile che il management e il cda attendano l’esito dell’Ops e quindi la possibile ed eventuale riorganizzazione. Lo scorso 28 luglio, il consiglio d’amministrazione di Piazzetta Cuccia ha approvato per un centinaio di manager apicali, e per tutti i destinatari di performance share e di piani di incentivazione, la possibilità di accelerare l'incasso della parte di compensi percepita in azioni. In particolare - spiegava Mediobanca in un passaggio del documento di risposta all’offerta di Mps - è stato concesso di riscattare in denaro, per un impatto a conto economico di 90 milioni di euro, la parte di remunerazione in azioni (per un massimo di 7,2 milioni di titoli). Pertanto, dopo la metà di settembre, quando dovrebbe essere arrivata a compimento l’offerta pubblica di scambio, le prime file manageriali si troverebbero a incassare pro rata e in contanti la loro quota del piano incentivi 2023-2026 già maturata. Senza dover attendere le scadenze originarie previste tra il 2027 e il 2032. Una buona fetta di bonus è in capo proprio all’ad che lo scorso anno, avendo raggiunto i traguardi stabiliti dal precedente piano strategico, si è assicurato uno stipendio di 5,8 milioni di euro, con un incremento del 30% rispetto ai 4,5 milioni del 2022. Questo aumento deriva da una combinazione di fattori: il suo compenso fisso di 1,9 milioni di euro, invariato rispetto all’anno precedente, e gli incentivi a lungo termine che, con 2,9 milioni di euro, hanno rappresentato la parte principale del guadagno. Il riscatto principale arriverebbe però alla tornato di settembre. Centrare gli obiettivi del nuovo piano prevederebbe l’assegnazione all’amministratore delegato di 549.785 azioni Mediobanca che, alle quotazioni attuali, valgono oltre 10 milioni di euro. Inoltre, secondo quanto riportato da Milano Finanza, ad aprile 2023 Nagel possedeva oltre 3 milioni di azioni (0,35% del capitale) per effetto dei piani di incentivazione. I conti sono presto fatti: parecchi milioni. E qui si viene all’altra questione. Come li investirà? Una delle possibilità è che crei una boutique d’investimento modello Braggiotti, magari con un piede a Londra. Più complicato è invece capire chi guiderà Mediobanca in futuro. Per comprenderlo bisognerebbe prima capire che cosa sarà Mediobanca. Manterrà il brand? Sarà inglobata e diventerà una semplice divisione? Interrogativi a cui giungeranno risposte autunnali. Adesso che è ancora estate la notizia resta una: è finita un’era.