2024-06-03
Così funziona la fabbrica degli «esperti»
Filantropi miliardari come George Soros sono convinti di avere la missione di rieducare l’umanità. I convegni da loro organizzati servono a lanciare tesi strampalate di medici, psicologi e antropologi. Che in pochi anni diventano le linee guida di Onu, Oms e Ue.Chi paga i suonatori decide l’economia. Chi paga i suonatori decide la politica. Chi paga i suonatori decide la società. George Soros e la Open Society è il titolo del saggio di Roberto Pecchioli che cerca di spiegare in che maniera con fiumi di denaro venga modificata non solo la nostra economia, non solo la nostra politica, ma la nostra etica, la nostra struttura antropologica, la nostra società, il nostro corpo. Abortire è giusto, non riciclare la spazzatura è un crimine, danneggia l’ambiente. Ma anche mettere al mondo un bambino potrebbe danneggiarlo, in effetti abortire è un merito. Gay è fisiologico e sano e soprattutto bello, odiamo il razzismo ma se sei bianco sei un essere inferiore che dovrebbe fare spontaneamente il favore di non riprodursi, siamo aperti a tutte le religioni ma il cristianesimo fa schifo... Come ci siamo arrivati? Grazie al denaro di alcuni miliardari filantropi, di cui uno dei più famosi è Soros. Soros è un miliardario di origine ungherese che influenza in maniera massiccia politica, economia e costume. Ha fondato una importantissima associazione che si chiama Open Society, a cui ha devoluto gran parte del suo patrimonio, più di 30 miliardi di dollari. Soros è di origine ebraica, nato in una famiglia molto laica. Riuscì a scampare alle persecuzioni naziste e dopo la guerra approdò a Londra, dove si è «innamorato» del filosofo Karl Popper e del suo concetto di società aperta, che detto in parole povere è stato il primo embrione di società fluida. La società aperta è l’idea di Popper, l’applicazione del liberismo, da non confondere con il liberalesimo. Il liberismo è radicalismo progressista, ateo e anticristiano. Queste parole descrivono anche le linee ideologiche di Soros. In un compianto passato i miliardari spendevano i loro quattrini comprando statue di Canova e quadri di Caravaggio, ville faraoniche, panfili grossi come corazzate. Il massimo era fare il mecenate, un po’ di soldi per costruire cattedrali oppure teatri, a seconda dell’epoca e del livello di religiosità. Oggi purtroppo gli straricchi sono filantropi. Il vezzoso termine con la sua rassicurante etimologia contiene il loro terrificante desiderio di rieducare l’umanità, renderla più simile a come loro vorrebbero, magari anche ridurla un po’ se, secondo loro, eccessiva di numero. Queste persone hanno patrimoni enormi, superiori al Pil di molte nazioni, spesso nati impoverendo il Pil di molte nazioni, e quindi hanno enormi capacità di influenza sui popoli e sui loro governi. I mercati finanziari sono lo spauracchio che può far cadere un governo, come è successo al governo Berlusconi. I cosiddetti filantropi intervengono sulla politica indirettamente attraverso i mercati e direttamente attraverso le Ong che finanziano. Soros è il maggiore finanziatore del Partito democratico statunitense e del più modesto Partito radicale italiano che gli dette anche la tessera, e che ha avuto ed ha una capacità formidabile, con pochissimi voti, di modificare leggi e società: destrutturazione della famiglia, aborto, eutanasia, immigrazione incontrollata. Nostra signora degli aborti, Emma Bonino, è andata negli studi di Al Jazeera a dichiarare che abbiamo bisogno di milioni di migranti. Gli scopi della Open Society sono la diffusione e imposizione dei valori Lgbt, la diffusione capillare di contraccezione, aborto e eutanasia, e l’immigrazione massiva. L’immigrazione massiva ha tra le sue necessità il crollo della natalità. I primi due punti sono funzionali a questo scopo. È interessante notare come gli appartenenti al movimento Lgbt, e in particolare alle sue frange più estreme, e le appartenenti al movimento di liberazione femminile, e in particolare alle sue frange più estreme, siano ferocemente favorevoli a un’immigrazione incontrollata principalmente islamica, violentemente misogina e omofoba, a riprova che il benessere delle persone omoerotiche e delle donne non c’entrano nulla con le loro battaglie. Le modificazioni culturali e antropologiche avvengono in varie maniere. Una è stata ricostruita dalla saggista Dale O’Leary nel suo libro La guerra del gender: gli esperti. Le varie società, la Open Society, la Fondazione Rockefeller, la Fondazione Ford e così via hanno organizzato congressi come quello di Pechino del 1994 e i successivi (Giacarta, Il Cairo, eccetera). In questi congressi parlano di medicina, psicologia, sociologia e antropologia i cosiddetti esperti. Chi li ha dichiarati esperti non si sa. Per poter ottenere il diritto di parlare a questi congressi occorre pagare decine di migliaia di dollari. Traduco: i vari Soros, Rockefeller eccetera arruolano alcuni professionisti, si tratta sempre di figure mediocri, li nominano esperti, strapagano congressi dove questi esperti dichiarano che padre e madre non sono indispensabili, il sesso è un’opinione, conta di più come ti senti e altre inenarrabili fesserie completamente prive di logica. L’aborto è ampollosamente chiamato salute riproduttiva, e in nome della salute riproduttiva vengono stabilite linee guida per spingere le donne ad avere figli sempre più tardi, allungando gli studi, spostando l’età cui si può avere uno stipendio decente. Importantissima la sessualizzazione dei bambini: la masturbazione deve essere insegnata a bambini di quattro anni, il rapporto anale deve essere raccontato a bambini di dieci con dovizia di particolari, con l’eccezione dei danni e del fatto che fa un male porco. Le conclusioni di questi strampalati congressi diventano le linee guida di Onu e Ue. Esiste un preciso controllo del giornalismo. Esiste un progetto giornalistico che si chiama Carta di Roma realizzato in collaborazione con gli Ordini dei giornalisti dove si stabiliscono le parole che possono e non possono essere usate quando si parla di aborto, gender, immigrazione. I giornalisti che non vi si attengono sono sanzionati. I dottori Gilberto Gobbi e Gianfranco Ricci subirono un processo dai rispettivi Ordini degli psicologi in quanto osarono affermare che un bambino ha bisogno di papà e mamma. Grazie all’Oms, che è a controllo privato, abbiamo una medicalizzazione della vita, come si è dimostrato negli ultimi quattro anni di follia pandemica. Per inciso, i tamponi di rilevazione erano in gran parte prodotti da una società i cui soci sono Gates e Soros. L’ attacco di Soros alla lira, il 16 settembre del 1992, fu una speculazione contro la nostra moneta che le fece perdere un quarto del suo valore in un giorno ed è uno degli eventi fondanti dell’Italia attuale. Il filosofo inglese Hobbes ha descritto benissimo il patto tra cittadini che rinunciano a una parte della libertà in cambio della protezione di uno Stato. Se lo Stato protegge l’arrivo di una popolazione irregolare fatta da maschi in età militare e impone mascherine inutili, segregazioni dannose, vaccini non efficaci e non innocui, il patto è saltato. Interessante il rapporto tra Soros e il «piano Kalergi». L’immigrazione in Europa di immigrati in quasi totalità islamici è stata ed è massicciamente sovvenzionata da Soros. Esiste un piano preciso, elaborato da Richard Nikolaus Coudenhovev Kalergi, (1894 – 1972). Nato a Tokyo, laureato in filosofia a Vienna nel 1917, Kalergi comincia a interessarsi al progetto del mondialismo e della globalizzazione a guida Usa sin dal 1919. Kalergi non ama l’Europa, la vuole diversa, una Nuova Europa unita, la Paneuropa o la Magna Europa. Ha spiegato in un libro uscito nel 1923 che «l’immigrazione di massa è una necessità che serve a cancellare i popoli e a controllare gli Stati». Il piano Kalergi quindi propone la distruzione totale della Vecchia Europa, della sua civiltà cristiana, e della sua struttura antropologica, mediante un’immigrazione di massa di milioni di musulmani provenienti da Asia e Africa. Capite perché sbarcano a Lampedusa? Perché tutto questo sia possibile è necessaria una denatalità mortale, che porta alla morte dei popoli. Capite perché le fanciulle di Non una di meno adorano l’aborto e inneggiano ai migranti?
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.