2024-08-23
«Il coronavirus è sotto controllo». Ma l’Emilia ordina 500.000 Pfizer
La Regione dem fa incetta di farmaci: «Siamo pronti a somministrare la sesta dose».È un eterno giorno della marmotta, quello di Raffaele Donini: a distanza di quattro anni dallo scoppio della pandemia, l’assessore con delega alla Salute in Emilia-Romagna, con l’audacia di chi, ancora nel 2024, ritiene necessario sterminare una formica con un bazooka, ha annunciato di aver ordinato 500.000 dosi di vaccino anti Covid della Pfizer, in una regione in cui gli over 64 non sono più di 1 milione e 100.000 e i grandi anziani (con 85 anni e più) 189.000. Eppure, è Donini stesso a dichiarare che «non assistiamo a sviluppi gravi della malattia, che necessitano ricoveri di massa. Rispetto ai ricoveri in terapia intensiva, invece, siamo in linea con i dati dell’anno scorso: pochi casi». Sono effettivamente pochi - 16 ricoverati in Ti, verosimilmente con altre patologie - ma sono bastati per far titolare ai media che il Covid ha «rialzato la testa», scatenando l’assessore che ha fatto partire il maxi ordine: «Per quanto riguarda le nuove varianti, la Regione ha già provveduto alla richiesta di quasi mezzo milione di dosi della nuova formulazione aggiornata (l’unica approvata dalla Fda e dall’Ema, senza trial sugli uomini, ndr), la prima tranche di 299.520 vaccini sarà consegnata a fine settembre e, in ottobre, saranno disponibili ulteriori 164.000 dosi». Il tempo, a quanto pare, sembra essere passato invano: non sono servite le comunicazioni della stessa azienda produttrice sull’inefficacia dei preparati anti Covid riguardo all’infezione; non sono bastate le feroci polemiche degli ultimi anni, gli studi allineati alla politica anziché all’evidenza scientifica, le commissioni d’inchiesta avviate in tutto il mondo per fare luce su tutte le ombre - perché di luci se n’è viste poche - della gestione pandemica. Non sembra sufficiente il boom di denunce sui danni da vaccino, né l’evidenza empirica delle centinaia di migliaia di cittadini colpiti da malattie improvvise o slatentizzate e di giovani falcidiati da miocarditi e pericarditi. Come se nulla fosse successo, lo zelante assessore, quello che voleva mandare in Dad soltanto gli studenti non vaccinati, va avanti per la sua strada, che casualmente s’incrocia con quella di Pfizer. «Oggi siamo in un altro mondo rispetto al 2020 o al 2021», ha dichiarato, bontà sua, Donini, «ma in un mondo globale, ogni epidemia può trasformarsi in pandemia e quello che abbiamo imparato non lo dimenticheremo». Sono sufficienti, insomma, i 6.476 casi registrati nella regione, il 93,4% dei quali non è ricoverato, per ricontattare Pfizer, che sentitamente ringrazia. Del resto, l’Emilia-Romagna contribuisce da anni al bilancio dell’Oms offrendo annualmente circa 300.000 dollari: comprensibile che si allinei ai desiderata pro vax del direttore Tedros Ghebreyesus.«Non c’è ancora», ha reso noto l’assessore, «una data precisa per l’avvio delle profilassi, dipende da quando saranno pubblicate le raccomandazioni aggiornate e le modalità d’offerta da parte del ministero. Noi siamo pronti». Chi l’avrebbe detto.
Jose Mourinho (Getty Images)