2023-05-26
Continua la crisi della Germania. Più speranze per il Patto di stabilità
Pil tedesco in contrazione: se Berlino è fragile ci sarà meno pressione sull’Italia?Per il secondo trimestre consecutivo la Germania fa segnare una contrazione del prodotto interno lordo ed entra ufficialmente in recessione. L’ufficio di statistica tedesco Destatis rivede le stime di crescita trimestrale dell’economia tedesca di fine aprile abbassandole a -0,3% rispetto al trimestre precedente. Il risultato negativo segue quello dell’ultimo trimestre 2022, che si era fermato a un brutto -0,5%. Uno smacco non da poco per l’epica «locomotiva» (a carbone) d’Europa, che a quanto pare ha innestato la retromarcia. Sul calo del Pil hanno pesato i minori consumi delle famiglie, in diminuzione dell’1,2%, ma anche la minore spesa pubblica, scesa del 4,9% rispetto al trimestre precedente. Le famiglie tedesche, scoraggiate dall’alta inflazione (ancora a +7,2% ad aprile), hanno speso meno soprattutto per alimentari e vestiario, oltre ad aver comprato meno automobili soprattutto a causa della fine degli incentivi statali. Di contro, nel trimestre sono cresciuti gli investimenti nelle costruzioni, in macchinari e attrezzature. Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, il primo trimestre vede un Pil in arretramento dello 0,5%, con la spesa delle famiglie in calo dell’1% e i consumi pubblici in calo del 5,4%, soprattutto per via della fine delle misure su vaccini e test anti-Covid. Sale la produzione di motoveicoli e rimorchi, mentre scende il valore aggiunto di chimica, metalli di base e costruzioni. Un quadro livido, dunque, che arriva dopo un 2022 di crescita stentata. Le previsioni per il 2023 sono di una economia tedesca che dovrebbe crescere solo dello 0,2%, ma il consenso si sta spostando verso lo zero netto, con alcuni che vedono un calo dello 0,5%. L’economia tedesca rappresenta la componente più importante tra quelle dei 27 membri dell’Unione, che però stanno facendo meglio di Berlino. Nel primo trimestre di quest’anno, la Francia ha fatto registrare un +0,2% congiunturale (+0,8% tendenziale), la Spagna +0,5% (+3,8%). La media dell’Eurozona è stata di +0,1% (+1,3%) mentre la media dei 27 è stata di +0,2% (+1,2%). E l’Italia? Il nostro Paese ha fatto registrare un +0,5% (+1,8%), che ha sorpreso molti osservatori, con le previsioni di primavera della Commissione europea che vedono un 2023 a +1,2%. Dunque, l’Italia, che doveva essere il punto debole dell’Eurozona, quella che doveva fare i compiti a casa (c’è sempre un compito a casa da fare), quella che senza il Pnrr sarebbe alla deriva nel Mediterraneo, è davanti alla Germania nella crescita. Ovviamente, questo non vuol dire che l’Italia non abbia problemi. La Germania, poi, è per noi un partner commerciale fondamentale e in genere se Berlino si ammala anche Roma non se la passa bene. I legami forzati imposti dall’accordo di cambi fissi (l’euro), inoltre, fanno sì che anziché abbandonarsi ad una autolesionistica Schadenfreude sia più utile ragionare su come questi dati possono essere interpretati alla luce degli importanti dossier aperti a Bruxelles. Tra questi, il più importante è la revisione del Patto di stabilità e crescita, che nel Consiglio europeo di giugno dovrebbe essere votato. La nuova versione del Patto prevede in estrema sintesi una grande discrezionalità della Commissione europea nel dirimere i casi di sforamento dei parametri di debito e deficit. Una Germania economicamente più fragile può significare minore pressione sull’Italia, che dalle nuove regole sarebbe svantaggiata. Anche le Raccomandazioni semestrali agli Stati membri, diffuse due giorni fa, che chiedono insistentemente la riduzione del debito, assumono un’altra valenza se la differenza tra la crescita italiana e quella tedesca nel 2023 sarà così marcata come oggi appare. L’economia italiana sta tenendo meglio del previsto e meglio di quella tedesca: nell’asfittico e sempre composito dibattito con Bruxelles si tratta di un’opportunità negoziale in più per il governo.
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)