2020-02-14
Conte sbotta: «Renzi è opposizione». E il Bullo per ripicca gli svuota il cdm
Sale la tensione a Palazzo Chigi. Il premier sfida l'ex Rottamatore: «I ricatti non sono più accettabili». Lui replica su Facebook: «Se vuoi la crisi aprila». Poi ordina a Teresa Bellanova ed Elena Bonetti di non presentarsi.Le crisi di governo, quando un governo è serio, non si minacciano, ma si aprono, e si portano in Parlamento. I partiti che compongono questa sbrindellata maggioranza giallorossa, invece, non fanno altro che arrivare a un centimetro dalla rottura, ma al momento cruciale si fermano, terrorizzati dall'idea di essere spazzati via da elezioni anticipate. Certo, Giuseppi Conte traballa, e andando avanti di questo passo l'incidente decisivo diventa sempre più probabile. Tanto che ieri, a quanto risulta alla Verità, un big del Pd, certamente non entrando dall'ingresso principale, sarebbe anche salito al Quirinale per informare in maniera informale sugli ultimi sviluppi il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Alla fine, però, quando tutto sembra sul punto di crollare, gli ultimatum diventano penultimatum, e Conte rimane incollato alla poltrona di palazzo Chigi. Giornata di grande tensione, comunque sia, quella di ieri. In mattinata, l'emendamento sulla prescrizione proposto da Forza Italia al decreto intercettazioni viene bocciato in commissione Giustizia del Senato con 12 voti a favore e 12 contrari (il pareggio a Palazzo Madama equivale al «no») ma il senatore di Italia viva Giuseppe Cucca vota insieme all'opposizione. Matteo Renzi annuncia il forfait dei suoi ministri, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, al Consiglio dei ministri in programma in serata, se sul tavolo ci sarà il lodo Conte bis sulla prescrizione. Renzi nella sua newsletter attacca il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Ci accusa di molestarlo (ma l'ex dj avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti», aggiunge Renzi, «ci vediamo in Senato». Conte si presenta davanti a microfoni e telecamere nel primo pomeriggio, e sguaina il ciuffo contro Italia viva: «Il non sedersi al tavolo quando si ha un incarico istituzionale», dice Giuseppi, in relazione alle assenze di Iv al cdm, «la riterrei un'assenza ingiustificata. Credo che Italia viva debba darci un chiarimento. In questi giorni stiamo vivendo una situazione paradossale: la maggiore opposizione ci viene non da un partito di opposizione ma da Italia viva, che un giorno sì e l'altro pure dichiara di voler promuovere un atto di sfiducia nei confronti del ministro Bonafede e costantemente vota con le opposizioni. Un atteggiamento che ci si aspetterebbe da un partito di opposizione, che fa un'opposizione aggressiva e anche un po' maleducata. Qui i ricatti non sono accettati. Io sfido gli italiani», aggiunge Conte, «a comprendere come può un compagno di viaggio minacciare la sfiducia a un ministro che non è solo il capo delegazione della principale forza di maggioranza relativa (il M5s, ndr), ma è anche il ministro che abbiamo lodato tutti per la riforma del processo civile. Bonafede si è reso disponibile a superare la norma sulla prescrizione, siamo arrivati al lodo Conte, poi a una mediazione ancora più avanzata, quindi lo si insulta per cosa? Lo si sfiducia per cosa? Perché da giovane trascorreva qualche nottata in discoteca a fare il dj? Io l'ho conosciuto per aver fatto un dottorato di ricerca all'università di Pisa. Un'altra maggioranza? Un presidente del Consiglio», chiarisce Conte, «sta in una maggioranza e nel frattempo si cerca un'altra maggioranza? Non sono io». Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in conferenza stampa, dice chiaro e tondo che se cade questo governo si torna al voto: «Io non credo», sottolinea Zingaretti, «e non ho elementi per dire che siano alla vigilia di una crisi, che nessuno per la verità ha dichiarato. È evidente che la fine di questo governo coincide con la fine della legislatura. Ho letto le dichiarazioni del presidente del Consiglio, condivido la sua forte preoccupazione e il grande richiamo. Se siamo al punto di rottura? La risposta l'ha data Conte richiamando tutti alle proprie responsabilità». Fonti informatissime riferiscono alla Verità che il Pd considera probabili le elezioni anticipate a giugno, e che Conte invece non vede l'ora di sostituire Italia viva con una pattuglia di «responsabili». Ma la sceneggiata, per ora, non sfocia in nulla di concreto.Matteo Renzi annuncia una diretta Facebook per le 18.30. Aprirà la crisi? Macché: il senatore toscano si limita a rispondere piccato alle parole di Conte, mettendo in scena un comizietto propagandistico: «Caro Conte», dice Renzi, «se vuoi aprire la crisi, apri la crisi. Noi non ti abbiamo chiesto di aprire la crisi, ma di aprire i cantieri. Sulla giustizia non facciamo sconti a nessuno, e per questo non possiamo accettare la prescrizione che porta la firma di Conte, Bonafede e Salvini. Stasera non andremo al Consiglio dei ministri. Il ministro della Giustizia Bonafede ha detto che stasera ci sarà il voto a questo pasticcio incostituzionale come il lodo Conte bis. Noi non ci andiamo: Conte non può dire che è un'assenza ingiustificata. Questo lo può dire il preside di un liceo. Per il resto, ci siamo. Al premier», aggiunge Renzi, «dico: noi non abbiamo aperto la crisi, ma alle idee non rinunciamo. Non puoi dire che siamo opposizione maleducata: se siamo opposizione non hai la maggioranza, non mi pare una idea brillante dirlo. Se si vuole lavorare, diamo una mano a questo Paese. Se qualcuno vuole staccare la spina», conclude, «lo faccia prendendosene la responsabilità e sapendo che noi non accetteremo mai né ricatti né minacce». La soap opera giallorossa continua.