2020-10-31
Conte è alle corde e teme le piazze: stop ai licenziamenti fino a marzo
Grillini e dem rimbrottano l'avvocato: «È titubante perché non ci sono più i soldi per sostenere l'economia». Perciò fa scaricabarile sui governatori. Poi cede ai sindacati e dice: la Cig sarà gratuita per i datori di lavoro.Giuseppe Conte resta lì, a Palazzo Chigi, ma solo e soltanto perché non c'è la possibilità di mandarlo via. La legge di bilancio e l'incalzare della pandemia finiscono per mantenere Conte incollato alla poltrona. Ma anche nel M5s, ormai, egli viene considerato una palla al piede per l'Italia: «Si è incartato», spiega alla Verità una fonte pentastellata di primo piano, «promettendo che non ci sarebbe stato il lockdown, che invece arriverà. Conte si è lasciato scappare la frizione», aggiunge la fonte, «ha promesso di non chiudere per un solo motivo: non sa dove trovare i soldi per garantire il sostegno alla popolazione. Si è fidato dell'Europa, ed è rimasto fregato». E adesso? «E adesso, è fritto. Dovrà chiudere rimangiandosi tutto e senza poter erogare i fondi necessari a sostenere le categorie produttive. Rischia di ritrovarsi la folla inferocita sotto Palazzo Chigi».Cronaca di una tragedia annunciata: il giorno dopo la grande agitazione provocata dalla richiesta di una verifica di maggioranza da parte del capogruppo al senato del Pd, Andrea Marcucci, con le conseguenti smentite, precisazioni, retromarce e polemiche, il palazzo si rende conto che il coronavirus in Italia è fuori controllo. Il Pd, in particolare, pressa per chiudere tutto. Al Nazareno almeno i conti con la calcolatrice, quelli da prima elementare, li sanno fare, e hanno ben chiaro che la curva sta salendo in maniera vertiginosa. «È solo una questione di tempo», argomenta un parlamentare dem, «e dovremo chiudere tutto. Conte si è spinto troppo in là con le promesse di chiusure mirate, e adesso è in difficoltà. Gli scienziati lo stanno dicendo in ogni modo: prima si chiude, meno si dovrà restare in lockdown. Il premier tentenna, ha paura della piazza, ma sta solo rinviando il problema». L'avvocato ha fatto malissimo i conti, soprattutto nel dialogo con le Regioni. La scorsa settimana, quando Vincenzo De Luca, aveva annunciato il lockdown in Campania, Conte lo ha chiamato, chiedendogli di aspettare il dpcm, invitandolo a muoversi in sintonia con il governo nazionale. De Luca ha ritirato la sua decisione, e cosa è successo poche ore dopo? Che il governo ha iniziato a scaricare sulle Regioni la responsabilità di eventuali chiusure, provvedimenti che scatenano la rabbia della piazza. La confusione totale dell'esecutivo è testimoniata da quanto afferma il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: «L'unità tra Stato e Regioni è essenziale. Non servono fughe in avanti se poi determinano disorientamenti nell'opinione pubblica. Ribadisco che ogni misura di intervento su scala territoriale necessaria a restringere le misure nazionali ha il sostegno pieno del governo». Il ministro, in tre righe, prima dice che non servono fughe in avanti e poi però spinge le Regioni a chiudere. L'esecutivo spera che siano i governatori e i sindaci ad assumersi la responsabilità di provvedimenti impopolari. Ha almeno il coraggio di dire le cose come stanno il ministro agli Affari europei, Enzo Amendola. Andiamo verso il lockdown? «Guardiamo», risponde Amendola alla Verità, «i dati in tutta Europa: in questa seconda ondata la situazione è pesante ovunque. Dobbiamo analizzare i dati scientifici, in particolare l'Rt, e assumere decisioni in base a quelli, come si fa in tutto il mondo. Nessuna scelta può essere esclusa». E i soldi? L'Europa si sta muovendo nel modo giusto? «Penso che l'Europa fino ad ora ha fatto tanto: il Patto di stabilità è ancora sospeso, gli aiuti di Stato sono sospesi. Tutti i Paesi sono nella tormenta, la situazione va affrontata con strumenti nuovi. Chi pensa di tornare ai vecchi tecnicismi», aggiunge Amendola, «è fuori dalla realtà».Ieri il premier ha incontrato i sindacati: «Stiamo vivendo una situazione complessa», ha spiegato Conte, «con tanta preoccupazione e sofferenza. Per questo il governo ritiene di dover fare uno sforzo finanziario ulteriore e dare un messaggio a tutto il mondo lavorativo di certezza e sicurezza. Il blocco dei licenziamenti viene prolungato alla fine di marzo e la cassa Covid sarà gratuita per i datori di lavoro».Dunque, si continua a navigare a vista, anche se ormai l'iceberg-lockdown si avvicina sempre di più alla nave Italia. La sensazione è che entro dieci giorni il governo assumerà la decisione di chiudere tutto: le proiezioni sull'aumento di contagi sono apocalittiche. L'unica speranza che ha Conte di riuscire ad evitare il clamoroso dietrofront è riposta nei provvedimenti dell'ultimo dpcm. Il lockdown, visto che soldi per sostenere l'economia non ce ne sono, porterà a tumulti di piazza, e qui si apre il capitolo Luciana Lamorgese. Il ministro dell'Interno è bersaglio di critiche unanimi all'interno della maggioranza: si sottolinea come i controlli sull'applicazione delle norme siano totalmente inadeguati, e che la gestione dell'ordine pubblico, in occasione delle proteste più violente, non sia stata all'altezza della situazione. Chi difende il ministro sottolinea che cambiare le regole di ingaggio, adottando una strategia più dura nei confronti di chi infrange le regole, significa inasprire ancora di più gli animi. Il governo del vorrei ma non posso sta facendo precipitare l'Italia nel baratro economico e sanitario.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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