2022-02-08
Conte decade ma si autoincorona leader
Il tribunale di Napoli sospende la sua elezione a presidente del M5s e anche la modifica allo statuto che ha fortemente imposto. Esultano Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista. L’ex premier: «Il mio è un legame politico prima che giuridico, non dipende dalle carte bollate».Lacrime napoletane per Giuseppe Conte: la settima sezione civile del Tribunale di Napoli, presieduta da Gian Piero Scoppa, accoglie il ricorso di tre attivisti e sospende le due delibere con le quali, rispettivamente il 3 e il 6 agosto 2021, lo statuto del M5s è stato modificato e Giuseppi è diventato leader del partito. Tutto sbagliato, quindi, e tutto da rifare: decadono insieme a Conte anche i vicepresidenti. Non può tornare alla guida Vito Crimi, la cui reggenza, al momento della nomina di Conte, era già scaduta. Decade pure il comitato di garanzia, formato da Luigi Di Maio (che si era dimesso pochi giorni fa), Roberto Fico e Virginia Raggi. La palla adesso torna a Beppe Grillo. Da parte sua, Conte, dopo una riunione con Crimi, diffonde una nota nella quale annuncia una nuova consultazione tra gli iscritti per approvare le delibere sospese dal Tribunale. Siamo, come appare evidente, alle comiche finali. La svolta arriva nel primo pomeriggio di ieri, quando inizia a circolare l’ordinanza del Tribunale di Napoli, che accoglie il ricorso di tre attivisti, Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola.Il Tribunale sospende in via cautelare la modifica dello statuto e di conseguenza la successiva nomina di Giuseppi a leader del M5s, per la sussistenza «gravi vizi nel processo decisionale». In particolare, si legge nell’ordinanza, «la delibera assembleare di modifica dello stato dell’Associazione Movimento 5 stelle del 3 agosto 2021 è stata adottata in assenza del quorum richiesto», la metà più uno degli iscritti. Quorum che, secondo il Tribunale, non è stato raggiunto, in quanto i 60.940 partecipanti alla votazione online erano più della metà dei 113.894 iscritti ammessi al voto, ma dalla platea erano stati ingiustamente esclusi 81.839 militanti, iscritti da meno di 6 mesi, che i vertici del M5s avrebbero invece dovuto far partecipare alla consultazione. La platea degli aventi diritto al voto era quindi, per i giudici, formata da 195.387 iscritti, e i 60.940 sono una percentuale molto inferiore alla metà più uno, il quorum richiesto per la validità della delibera.Se è illegittima la delibera che modifica lo statuto, introducendo la figura del presidente del M5s, è ovviamente illegittima, per il Tribunale, anche quella del 5 agosto successivo col quale Conte è stato nominato leader del M5s. L’ordinanza riabilita anche la piattaforma Rousseau, che era stata cambiata con un’altra, la Sky Vote, con tanto di difficoltà relative al passaggio dei nominativi degli iscritti. «L’adozione della presente cautela», scrive il giudice, «non potrebbe dirsi preclusa dall’asserita potenziale insorgenza di problematiche di ordine tecnico connesse al funzionamento della pregressa piattaforma, trattandosi di eventuali aspetti di carattere meramente operativo suscettibili di svariate possibili soluzioni la cui individuazione resta concretamente riservata agli organi della associazione».Esulta Davide Casaleggio, attraverso un post pubblicato sul Blog delle Stelle: «In un post del primo giugno 2021», recita il post dell’Associazione Rousseau «Davide Casaleggio consigliava al Movimento 5 stelle di operare nel pieno rispetto delle regole avvertendo: “Gli scogli sono vicini. Ripeto. Gli scogli sono vicini”. E oggi (ieri, ndr) il Movimento è tristemente andato a sbattere su quegli scogli e sarà costretto ad effettuare nuove votazioni indette dal garante Beppe Grillo, unico organo in grado oggi di convocare gli iscritti, per individuare un guida collegiale al posto del decaduto presidente e capo politico Giuseppe Conte e dovrà farlo, questa volta, nel rispetto delle regole e delle modalità previste dal precedente statuto», si legge ancora, «e che da ora è di nuovo in vigore».Giuseppi, in piena crisi, rinnega la funzione di avvocato del popolo e calpesta la sentenza: «La mia leadership del M5s», proclama Conte, «si basa sulla profonda condivisione di principi e valori, quindi è un legame politico prima che giuridico. La mia leadership non dipende dalle carte bollate e lo dico consapevole di essere anche un avvocato». Dalla (ex) cabina di comando del M5s, si fa sapere che «il Movimento aveva già in programma, proprio in questi giorni, la convocazione di un’assemblea per sottoporre al voto degli iscritti alcune modifiche statutarie. Sarà questa l’occasione per proporre agli iscritti», prosegue il comunicato, «anche con meno di sei mesi di anzianità, la ratifica delle delibere sospese in via provvisoria». Giuseppi insomma vuole sottoporre di nuovo le delibere agli iscritti, come se nulla fosse accaduto, ma la sua sembra più che altro una utopia: «Conte», commenta uno dei tre attivisti che lo hanno disarcionato, Steven Hutchinson, alla Verità, «non può fare assolutamente niente, in quanto decaduto. La nostra è la vittoria dei veri militanti del M5s: non stiamo né con Di Maio, né con Conte, né con Fico. È stata ripristinata la democrazia nel M5s». I tre attivisti, che non hanno mai lasciato il M5s, sono in sintonia con Maria Muscarà, consigliere regionale della Campania che ha lasciato il movimento in disaccordo con le scelte dei vertici: «Conte non sa nemmeno cosa sia il M5s», ci dice la Muscarà, «ce lo ha imposto Di Maio, che poi si è fatto venire i mal di pancia». «Se solo Gianroberto potesse scendere giù per un paio d’ore...», chiosa Alessandro Di Battista, riferendosi allo scomparso Casaleggio senior.