2023-10-26
Sul caso consulenze Sangiuliano lo scarica ma lui non si dimette: «Vittima del “corvo”»
Gennaro Sangiuliano (Ansa)
Il sottosegretario avrebbe debiti con il fisco per 715.000 euro. La Procura di Roma indaga. Il ministro: «Sono indignato».«Dietro questa faccenda c’è un “corvo”. Denuncio tutti e non mi dimetto». Vittorio Sgarbi fa esplodere un petardone dentro il governo che, in mancanza di opposizione, riesce benissimo a farsela da solo. Questa volta i riflettori illuminano il vulcanico sottosegretario alla Cultura, accusato in un reportage de Il Fatto Quotidiano di avere incassato 300.000 euro di cachet con attività extrapolitica. Vernissage di mostre, conferenze, ospitate tv, in presunto conflitto d’interesse secondo una legge (la 215 del 2004) che prevede l’obbligo per chi ricopre incarichi istituzionali di «dedicarsi esclusivamente alla cura di interessi pubblici». Pd e M5s hanno chiesto il ritiro delle deleghe del super-critico che da Bologna frustra ogni sinistra speranza: «Non ho fatto nulla di illegale, ho un parere favorevole dell’Agcom. Non vedo da cosa dovrei dimettermi».La replica si fonda sul suo alto magistero nel mondo dell’arte: «Se faccio una conferenza su Caravaggio e mi viene pagata, su Warhol e mi viene pagata, cosa c’entrano con la funzione istituzionale al ministero? Sono Sgarbi e sono diventato sottosegretario per questo, non il contrario. Chi mi impedisce di fare il giurato di Miss Italia? Anche Giorgia Meloni scrive libri. Di qui non mi muovo».La decisione si scontra con l’umor nero dello stesso ministro Gennaro Sangiuliano, il quale (sempre al Fatto) ha commentato la vicenda in modo lapidario e per niente innocentista: «Non sapevo nulla delle consulenze, mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose. Sono indignato. Ho già avvertito il presidente Meloni. Del resto Sgarbi non l’ho voluto io, i sottosegretari vengono nominati da Palazzo Chigi. Cerco solo di tenerlo a distanza e di rimediare ai suoi guai». Il dossier sulle consulenze - che sarebbero state fatturate a due società gestite dal portavoce di Sgarbi, Nino Ippolito, e dalla compagna Sabrina Colle - è già sul tavolo dell’Antitrust, spedito proprio da Sangiuliano. L’irritazione del Palazzo si estende al premier, che davanti al nuovo polverone non esclude di chiedere al critico un passo indietro.Messo di fronte alle dure dichiarazioni, il sottosegretario in trincea le considera «false» e legge ai cronisti un messaggio ricevuto dal ministro: «Ho solo detto al giornalista che non sapevo di cosa si parlasse». Poi Sgarbi aggiunge: «La telefonata che mi ha fatto il ministro è esattamente di spirito contrario rispetto alla falsificazione. Abbiamo parlato 12 ore fa e mi ha fatto venire a Bologna dimostrando un affetto straordinario». Il cortocircuito non è finito perché nel pomeriggio, dal ministero, esce una nota nella quale si sottolinea che «non c’è stato alcun colloquio né telefonico, né via messaggio fra Sgarbi e Sangiuliano nelle ultime 48 ore». Il ministro smentisce Sgarbi che aveva smentito il ministro mentre lo stava smentendo. Vaudeville puro, anzi la tempesta perfetta.Il sottosegretario alla Cultura si ritrova anche indagato a Roma per «sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte»; secondo la Procura deve 715.000 euro al fisco per acquisti di opere d’arte fatti da altri per conto suo. La difesa è, come di consueto, vibrante: «È solo una bieca campagna di delegittimazione, una sequela di bugie che procurano un grave danno reputazionale a me e agli altri soggetti citati. Quella vicenda è stata risolta con la rottamazione delle cartelle, sto pagando a rate. La colpa è del commercialista, non mi occupo di conti dagli anni Ottanta quando ho firmato l’ultimo assegno».Poi scende del dettaglio dell’affaire consulenze, intravede un complotto e indica un «corvo» che avrebbe manipolato il suo computer. «È stato un collaboratore, a questo punto ex, che si è sentito emarginato dal mio staff e ha cominciato a mandare lettere anonime. Si è infilato nella mia posta elettronica, ha rastrellato informazioni dalla mia agenda e ha inviato tutto ai vertici del ministero, a Palazzo Chigi e alla stampa. Il tutto con un account del ministero. Stiamo parlando di un corvo. Dobbiamo dare credibilità a chiunque?».Sgarbi rivela di averlo già denunciato alla Polizia postale. «Certo che so chi è. È una persona che era sparita dal lavoro raccontando di essere stata in coma. Poi abbiamo scoperto che era stata arrestata per truffa».Il petardone caratterizza la giornata, esacerba gli animi, distrae dalle priorità. E porta alla luce la difficoltà del ministero guidato da Sangiuliano nel gestire gli Sgarbi quotidiani del geniale one man show che considera il ruolo pubblico come un abito di due taglie più stretto rispetto all’ego. Una fibrillazione era avvenuta già nel giugno scorso quando, durante un evento organizzato al Maxxi di Roma, il sottosegretario si esibì in frasi considerate sessiste (di questi tempi) e il ministro dovette scusarsi. Ieri la bufera è arrivata mentre Sgarbi era a Bologna in missione ufficiale per «controllare le condizioni statiche della Torre della Garisenda». Oscilla, come lui.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.