2022-07-31
Consorzi agrari d’Italia si espande. L’innovazione passa dalle filiere
Nordest è entrato a far parte del Cai sotto la regia di Bf. Il gruppo così si allarga a 20.000 aziende, 200.000 agricoltori e dieci regioni per 1 miliardo di fatturato. Gianluca Lelli: «Progetto che tutela le distintività territoriali».Innovazione in agricoltura non è solo coltivare con i droni o magari andare dietro al pensiero dominante secondo cui solo il bio ci salverà (salvo poi clamorose smentite come quelle dolorosissime che arrivano dallo Sri Lanka). Innovazione è acquisire dimensioni finanziare e di mercato di leadership per chiudere le filiere e incrementare il valore aggiunto dal campo alla tavola. L’ultima operazione condotta da Cai - Consorzi agrari d’Italia - vale 1 miliardo ed è inserita nel progetto di Bf, la prima holding di partecipazioni nell’agroalimentare, quotata alla Borsa di Milano. Lungo questa direttrice si è mosso Federico Vecchioni -l’amministratore delegato di Bf - che ha operato l’allargamento della compagine societaria di Cai. Consorzi agrari d’Italia è nato in qualche misura dalla precedente esperienza dei Consorzi agrari dove si compravano le attrezzature, si facevano le pratiche, si acquistavano i semi. Tutto questo si fa ancora, ma quella era una dimensione di mero servizio, sotto la spinta di Bf si è passati a una dimensione di proposta. Cosi nei giorni scorsi è entrato in società uno dei più grandi Consorzi agrari d’Italia: Nordest. Significa in soldoni la società di servizio all’agricoltura di Lombardia e Veneto che porta Cai a superare il miliardo di fatturato e ad acquisire una dimensione decisiva con oltre 20.000 aziende socie e servizi offerti a 200.000 agricoltori. Con l’ingresso del Nordest sono dieci le regioni dove Cai opera - Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata - attraverso 280 agenzie e dove operano 700 professionisti tra agenti e tecnici. La rete di Cai dispone di 158 centri di stoccaggio di cereali, può gestire più di 9 milioni di quintali di cereali e produrre quasi 5 milioni di quintali di mangimi. È una sorta di «assicurazione sulla vita» delle aziende agricole che proprio in questi momenti sia per quanto riguarda il sostentamento degli animali negli allevamenti sia per quel che riguarda la risemina dei cerali sono in un momento di particolare criticità sia per le condizioni climatiche sia per le tensioni internazionali sui prezzi. Proprio su questo aspetto di servizio e di garanzia all’agricoltura insiste Gianluca Lelli - amministratore delegato di Cai - commentando l’arrivo di Consorzio Nordest: «Il nostro è un progetto che tutela la mutualità e salvaguarda le distintività territoriali dei consorzi e sostiene le aziende agricole nelle sfide che il mercato ci impone, dalla concorrenza sleale, all’Italian sounding, dal cambiamento climatico fino alle normative in evoluzione. Anche nelle nuove aree dove siamo appena arrivati garantiremo il massimo impegno per valorizzare le produzioni agricole italiane di qualità, attraverso contratti di filiera duraturi, prodotti sostenibili sia per l’ambiente sia per i bilanci aziendali, tecnologie utili ad aumentare la produttività e a risparmiare risorse sempre più preziose come l’acqua». Insomma significa avere una base operativa al servizio dello sviluppo agricolo. Che è il concetto guida di Bf che ha coordinato l’operazione. Si è realizzata attraverso un doppio aumento di capitale. Bf è comunque il socio di riferimento di Consorzi agrari d’Italia e ne detiene il 35,89 % delle azioni. Ha sottoscritto attingendo a mezzi propri un aumento di capitale per 25 milioni di euro che è contestuale all’aumento di capitale di 56,5 milioni di euro più sovrapprezzo di 5,132 milioni di euro sostenuto da Consorzio Nordest che al termine di questa operazione - complessivamente cuba 81,5 milioni di euro oltre al sovrapprezzo -diviene il terzo socio di Cai con il 23,58% delle azioni mentre il secondo pacchetto resta in mano a Consorzio Emilia che è un socio fondatore con il 23,95 (le altre quote sono in mano al 12,11% al Consorzio Tirreno, all’1,90% al Centro Sud, allo 0,06 ad Adriatico e per il 2,51 sono azioni proprie). Contestualmente al capitale i soci hanno sottoscritto anche un patto parasociale. Federico Vecchioni al termine dell’operazione ha constatato: «Le dimensioni raggiunte da Cai con l’ingresso di Consorzio Nordest conferiscono al gruppo Bf capacità competitiva e apportano una ancor più significativa presenza territoriale». Bf peraltro per tutto quest’anno è stata premiata dalla Borsa con un andamento del titolo molto regolare (quotazioni comprese tra 3,56 e 3,81 euro con la chiusura di venerdì prima dell’annuncio a 3,55) a riconoscimento del valore dell’attività di questa holding. Bf con Cai, e non solo, copre i servizi all’agricoltura, con Sis la selezione, lavorazione e commercializzazione delle sementi, con Bonifiche Ferraresi spa - la più grande azienda per superficie agricola in attività in Italia - e Bf agricola srl la coltivazione di prodotti al 100% italiani e di massima qualità che vengono trasformati da B.F. agro industriale srl e distribuiti con il marchio Le Stagioni d’Italia. A dimostrazione che in agricoltura innovare significa prima di tutto integrare le filiere.
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