2025-01-10
«Soros è più pericoloso di Musk»
Giorgia Meloni a tutto campo in conferenza stampa. Su Cecilia Sala: «Mai un’emozione così. Abbiamo triangolato con Usa e Iran». Sulle presunte «ingerenze»: «Il capo di Starlink è ricco e influente ma non censura nessuno, invece il magnate ungherese paga partiti e condiziona la politica». Poi dice no al rimpasto. E in serata ha ricevuto Volodymyr Zelensky.Elon Musk protagonista indiscusso della conferenza stampa di inizio anno del presidente del Consiglio. Nominato 33 volte, almeno sette le domande sul magnate americano reo di esprimere opinioni scomode e impopolari e per questo degno di essere mostrificato quanto basta per definirlo un pericolo per la democrazia. Accostarne l’immagine al leader del governo diventa un escamotage per mostrificare anche lei. Il tentativo rende la conferenza stampa noiosa e ripetitiva e alla terza domanda sempre uguale tra i banchi dei colleghi si cominciano a levare mormorii e battutine. Un peccato considerato che non sono tante le occasioni in cui si riesce a rivolgere domande in maniera ordinata al presidente del Consiglio. Conferenze che il segretario dem Elly Schlein non deve conoscere bene avendo attaccato il premier per aver speso il tempo a difendersi su Musk «dimenticandosi degli italiani». Peccato che sono state le domande poste a costringerla sul tema. «Non mi risulta che Musk finanzi partiti, associazioni o esponenti politici. Questo lo fa, per esempio, George Soros» risponde più volte la Meloni definendo, la sua si, «una pericolosa ingerenza negli affari e nella sovranità degli Stati». Il premier parla di due pesi e due misure: «Il problema non sta nella ricchezza (di Musk, ndr), ma nel fatto che non è di sinistra». «Non sono una fan del commento straniero» ribadisce prima di aggiungere: «Capita che non sia d’accordo con quello che dice Musk». Come nel caso del commento sul giudice britannico Jess Phillips, definito: «Evil witch» (strega malvagia), per non aver saputo gestire i casi di abusi sessuali in Inghilterra.A chi chiede di Starlink risponde: «Non ci sono alternative, specialmente nel pubblico» e sottolinea: «Non ho mai parlato con Musk di questo. Io valuto gli investimenti stranieri con un’unica lente, quella dell’interesse nazionale». Su Donald Trump spiega riferendosi alle sue parole sull’annessione della Groenlandia: «Mi sento di escludere che possa annettere territori con la forza. La mia idea è che queste dichiarazioni rientrino nel dibattito a distanza tra grandi potenze, un modo energico per dire che gli Stati Uniti non rimarranno a guardare». La Meloni resta convinta che l’esecutivo Trump non si disimpegnerà in Ucraina, «lui stesso ha parlato di “pace con la forza”». E per quanto riguarda i dazi annunciati dal tycoon ricorda che ne aveva messi anche Joe Biden e che a ogni modo «è l’Unione europea a dover individuare gli strumenti» per rendersi competitiva.Del Piano Mattei esalta la concretezza illustrandone i nuovi obiettivi: «Per allargare il Piano abbiamo individuato nuovi Paesi: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal». Infine si mostra conscia delle difficoltà che l’instabilità in Libia potrebbe portare in tutta l’area: «È ragionevole credere che la Russia, dopo aver perso la Siria, cerchi altri sbocchi, uno di questi possa essere la Cirenaica».Sulle riforme il premier vorrebbe arrivare al referendum entro questa legislatura senza però entrare nel merito al momento del voto. Nel caso in cui non si riesca a fare in tempo «l’importante è portare a casa le riforme»: dal premierato alla giustizia, passando per Fisco e autonomia. La Meloni, a proposito di giustizia, non definisce quello sulla sorella Arianna Meloni un complotto, ma la stupisce «che le vengano addebitate numerosissime cose che poi non fanno seguito. Perché una cosa falsa può essere una svista, ma quattro cose false diventano una strategia». E sui centri in Albania: «Mi preoccupa un po’ se in Italia non si tenga conto di quello che ha detto la Cassazione che ha dato ragione al governo. Perché è accaduto che anche dopo l’ordinanza alcuni giudici disapplicassero i trattenimenti esattamente come avevano fatto prima». A ogni modo, aggiunge: «Per quello che ci riguarda, i centri sono pronti per essere operativi». La Meloni esprime preoccupazione per il fenomeno dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano e non cercano occupazione: «Con il sottosegretario Mantovano vorrei mettere insieme un gruppo di lavoro ad alto livello per parlare di questo che è il tema delle giovani generazioni in generale. Social media, Internet, pandemia».Di crisi industriali si chiede poco o nulla: «Abbiamo immaginato durante l’approvazione della legge di bilancio un sistema di Ires premiale che pone come condizione mantenimento ai livelli occupazionali e non ricorso alla cassa integrazione. Sulla carta sono soddisfatta dell’accordo che abbiamo chiuso con Stellantis. Cerchiamo di fare tutto quello che possiamo per favorire un approccio che sia il più possibile a tutela dei lavoratori». Si chiede poco in generale di temi economici, ma la Meloni sulle tasse ammette: «Sicuramente va dato un segnale al ceto medio che non è stato dato finora per ragioni di risorse limitate, ma che io ho ben presente». Sulla sicurezza, tema caldo di questi giorni, intende porsi «il problema del fatto che accade sovente che le forze dell’ordine temano di fare bene il loro lavoro perché spesso accade che, per aver fatto bene il loro lavoro, si trovino in un calvario giudiziario». Il premier si riferisce al caso del maresciallo Luciano Masini, iscritto per eccesso di difesa nel registro degli indagati per aver ucciso un attentatore che aveva accoltellato quattro persone prima di tentare di aggredire anche lui. «Ho chiesto all’Arma dei carabinieri di sostenere le spese legali per la sua difesa e intendo chiedere al generale capo dei carabinieri, il generale Salvatore Luongo, di conferirgli un riconoscimento per il suo valore». L’idea di un eventuale rimpasto di governo non entusiasma il presidente del Consiglio: «Matteo Salvini sarebbe un ottimo ministro degli Interni, ma anche Matteo Piantedosi lo è». Sul caso giudiziario legato al ministro del Turismo Daniela Santanchè e sue eventuali dimissioni si esprime così: «Vediamo che cosa deciderà la magistratura». A chi domanda di eventuali discese in campo di Ernesto Maria Ruffini e Pier Silvio Berlusconi, sul primo risponde: «Non è la mia leadership a esser minacciata» riferendosi alla Schlein, e sul secondo si dice: «Aperta e disponibile». Mentre su una sua ricandidatura nel 2027 dice: «Non lo so. Questo è un lavoro faticoso, faticosissimo, è una decisione che prenderò quando la devo prendere, anche valutando i risultati che ho portato a casa. Sapete che non sono abbarbicata alla poltrona».
Jose Mourinho (Getty Images)