
Il consigliere Nicola Di Foggia: «Ci attendiamo un risultato in crescita dopo il primo semestre positivo». A far sperare 6 miliardi di concessioni, la nuova gestione e gli investimenti.«Il 2024 rappresenta per Condotte 1880 Spa il primo esercizio di 12 mesi nel quale saranno evidenti i risultati della gestione delle commesse acquisite nel mese di luglio 2023. Il primo semestre 2024 si è chiuso con risultati soddisfacenti che ci inducono a ritenere di poter conseguire un risultato economico in crescita rispetto al precedente esercizio anche a fronte di un incremento significativo del valore della produzione». Lo anticipa alla Verità Nicola Di Foggia, consigliere di amministrazione di Condotte 1880 Spa con delega al bilancio, che dedica particolare attenzione ai conti dell’azienda, che un anno e mezzo fa ha acquisito il core grandi opere di Condotte in amministrazione straordinaria ed è tornata oggi a essere un player competitivo delle costruzioni in Italia e all’estero. Va ricordato che Condotte 1880 Spa è un soggetto totalmente distinto da «Società italiana per condotte d’acqua in amministrazione straordinaria», che continua invece la gestione commissariale per la liquidazione dei rapporti pregressi. «Il rilancio di Condotte», continua Di Foggia, «rappresenta un momento cruciale, non solo per l’azienda, ma anche per il settore delle costruzioni e delle infrastrutture in Italia. Stiamo riscrivendo il futuro di una realtà che, per decenni, è stata un simbolo di eccellenza tecnica e ingegneristica». Per Di Foggia (commercialista di lungo corso) i risultati positivi dimostrano che attraverso l’accelerazione dei lavori in corso, le concessioni avviate e da avviare per un totale di oltre 6 miliardi, la nuova gestione, con la presidenza di Valter Mainetti e la direzione generale di Enzo Reggiani, è già riuscita a riattivare un processo di sviluppo. «Stiamo investendo in nuove tecnologie», precisa, «dal Bim (Building information modeling) alle soluzioni digitali che migliorano la progettazione e l’efficienza delle costruzioni. Il nostro obiettivo è creare infrastrutture che rispettino il territorio, riducendo al minimo l’impatto ambientale e contribuendo alla transizione ecologica del settore». Attualmente, tra dipendenti diretti, indiretti e indotto, il livello occupazionale di Condotte 1880 è di oltre 2.350 risorse. In particolare, per quanto riguarda i tre lotti operativi in Italia (Nuovo Policlinico di Caserta, Viabilità Lioni-Grottaminarda in Campania, Città della Salute e della ricerca a Milano) e i tre lotti all’estero (l’autostrada e la linea ferroviaria in Algeria e la viabilità̀ in Kuwait), come sottolinea Di Foggia, c’è stata o è in discussione una revisione dei prezzi per l’aumento delle materie prime. Mentre in alcuni casi si è proceduto ad aggiornare l’affidamento dei lavori a terzi qualificati, come la grande impresa cinese Crcc, per l’autostrada in Algeria. «Fra le concessioni vicine all’avvio», aggiunge, «c’è il porto turistico di Otranto, con una ricettività per 481 imbarcazioni, per il quale si attende a breve il nulla osta ambientale ed è particolarmente sostenuto dal Comune, che vede nell’opera un ulteriore sviluppo della vocazione turistica della città. Condotte 1880 Spa, attraverso la capogruppo Tiberiade Holding Spa ha già avviato negoziazioni con fondi internazionali per il sostegno a un progetto che richiede un investimento intorno ai 50 milioni e una gestione per 50 anni. Mentre per la linea D della metropolitana di Roma sono in corso colloqui con l’amministrazione per proseguire le procedure alla realizzazione dei lavori». E poi c’è tutto il capitolo estero a partire dalle analisi tecniche per progetti in Paesi dell’Africa Centrale: Rwanda Guinea Equatoriale, dove dovrebbero essere avviate a breve le procedure per l’affidamento di lavori idraulici, dighe, infrastrutture e strutture ospedaliere. «Stiamo seguendo», conclude il consigliere della società, «il programma di sviluppo delle ferrovie in India e siamo ben posizionati rispetto ai lavori per la realizzazione della ferrovia in Albania e per le opere civili relative a impianti nucleari che vengono appaltati nell’Est Europa. Condotte 1880 si candiderà anche per lo sviluppo delle infrastrutture portuali in Algeria».
Galeazzo Bignami (Ansa)
Malan: «Abbiamo fatto la cosa istituzionalmente più corretta». Romeo (Lega) non infierisce: «Garofani poteva fare più attenzione». Forza Italia si defila: «Il consigliere? Posizioni personali, non commentiamo».
Come era prevedibile l’attenzione del dibattito politico è stata spostata dalle parole del consigliere del presidente della Repubblica Francesco Saverio Garofani a quelle del capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Galeazzo Bignami. «L’onorevole Bignami e Fratelli d’Italia hanno tenuto sulla questione Garofani un comportamento istituzionalmente corretto e altamente rispettoso del presidente della Repubblica», ha sottolineato il capo dei senatori di Fdi, Lucio Malan. «Le polemiche della sinistra sono palesemente pretestuose e in mala fede. Ieri un importante quotidiano riportava le sorprendenti frasi del consigliere Garofani. Cosa avrebbe dovuto fare Fdi, e in generale la politica? Bignami si è limitato a fare la cosa istituzionalmente più corretta: chiedere al diretto interessato di smentire, proprio per non tirare in ballo il Quirinale e il presidente Mattarella in uno scontro istituzionale. La reazione scomposta del Pd e della sinistra sorgono dal fatto che avrebbero voluto che anche Fdi, come loro, sostenesse che la notizia riportata da La Verità fosse una semplice fake news.
Giorgia Meloni e Sergio Mattarella (Ansa)
Faccia a faccia di mezz’ora. Alla fine il presidente del Consiglio precisa: «Non c’è nessuno scontro». Ma all’interlocutore ha rinnovato il «rammarico» per quanto detto dal suo collaboratore. Del quale adesso auspicherebbe un passo indietro.
Poker a colazione. C’era un solo modo per scoprire chi avesse «sconfinato nel ridicolo» (come da sprezzante comunicato del Quirinale) e Giorgia Meloni è andata a vedere. Aveva buone carte. Di ritorno da Mestre, la premier ha chiesto un appuntamento al presidente della Repubblica ed è salita al Colle alle 12.45 per chiarire - e veder chiarite - le ombre del presunto scontro istituzionale dopo lo scoop della Verità sulle parole dal sen sfuggite al consigliere Francesco Saverio Garofani e mai smentite. Il colloquio con Sergio Mattarella è servito a sancire sostanzialmente due punti fermi: le frasi sconvenienti dell’ex parlamentare dem erano vere e confermate, non esistono frizioni fra Palazzo Chigi e capo dello Stato.
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Altro che «attacco ridicolo», come aveva scritto il Quirinale. Garofani ammette di aver pronunciato in un luogo pubblico il discorso anti premier. E ora prova a farlo passare come «chiacchiere tra amici».
Sceglie il Corriere della Sera per confermare tutto quanto scritto dalla Verità: Francesco Saverio Garofani, ex parlamentare Pd, consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, finito nella bufera per alcune considerazioni politiche smaccatamente di parte, tutte in chiave anti Meloni, pronunciate in un ristorante e riportate dalla Verità, non smentisce neanche una virgola di quanto da noi pubblicato.






