2018-06-20
Con il movimento presidenzialista scende in campo anche Squinzi
Il progetto di legge costituzionale sarà depositato oggi in Cassazione: «Paese favorevole». Con l'ex numero uno di Confindustria, anche Alberto Mingardi (Istituto Bruno Leoni), il politologo Alessandro Campi e l'economista Veronica De Romanis.Da ieri anche Giorgio Squinzi, l'ex presidente della Confindustria, è della partita. Ha aderito anche lui: e il suo nome è andato ad aggiungersi a una lista, lunga e molto trasversale, di imprenditori, studiosi e politici. Si va da Franco Debenedetti, fratello di Carlo ed ex senatore dei Ds, a Franco Cangini, senatore di Forza Italia; da Roberto Giachetti, ex vicepresidente della Camera per il Pd, ad Alberto Mingardi, presidente dell'Istituto Bruno Leoni, il think-tank liberista; dal politologo Alessandro Campi all'economista Veronica De Romanis. Ma dell'elenco fanno parte anche parlamentari di Fratelli d'Italia ed esponenti del Pd, e molti nomi della cultura e dell'economia. Tutti aderiscono a «Nuova Repubblica, eleggiamo il presidente» il movimento che oggi, alle 9.30, a Roma, depositerà ufficialmente in Corte di cassazione una proposta di legge costituzionale per introdurre il presidenzialismo nel nostro ordinamento. Qualche giorno dopo, in tutta Italia, partirà la raccolta di firme per sostenerla: ne occorrono almeno 50.000, ma gli organizzatori dell'iniziativa sperano siano almeno venti volte tanto. L'obiettivo è un referendum d'indirizzo, che spinga il Parlamento a trasformarsi in assemblea costituzionale e a lanciare la grande riforma di cui in Italia si parla da 40 anni. Evocato più volte nel corso della storia repubblicana, e quasi realizzato da Silvio Berlusconi con il «premierato forte» previsto dalla riforma costituzionale del 2006, poi bocciata dal referendum voluto dalle opposizioni di sinistra, il presidenzialismo è una forma di governo che attribuisce ampi poteri esecutivi al capo dello Stato, eletto direttamente dai cittadini. Di fatto, l'iniziativa di Nuova Repubblica oggi si affianca, con maggiore rigore tecnico, a quella lanciata alla fine di maggio dalla Lega e da Fratelli d'Italia con l'idea di una raccolta di firme per il presidenzialismo e per cancellare le inconcludenze mostrate nell'esasperante crisi istituzionale seguita al voto del 4 marzo. Il presidente di Nuova Repubblica è Giovanni Guzzetta, docente di diritto costituzionale all'Università Tor Vergata di Roma: è stato lui a lanciare il movimento e la sfida, con la proposta di legge in sei articoli (scaricabile sul sito nuova-repubblica.it) che oggi viene presentata in Cassazione. «Senza istituzioni forti, non ci può essere un Italia forte», dice Guzzetta, «e stando alle recenti dichiarazioni di molti leader, da Matteo Salvini a Silvio Berlusconi, da Matteo Renzi a Giorgia Meloni, in Italia sulla carta esiste una maggioranza presidenzialista».Il punto cruciale è evitare, com'è accaduto tante volte in passato, che i partiti blocchino ogni riforma per un masochistico gioco di veti incrociati. Per questo la nuova iniziativa parte da un referendum d'indirizzo, basato su questo breve quesito: «Volete voi che il presidente della Repubblica sia eletto direttamente dai cittadini per un mandato complessivo temporalmente limitato e abbia funzioni effettivamente governanti, nonché il potere di sciogliere le Camere, nel quadro di un sistema di garanzie proprie dello Stato costituzionale di diritto e dei principi immutabili della Costituzione vigente?». «La spinta popolare», spiega Guzzetta, «dev'essere all'inizio del processo. Un referendum di indirizzo deve tagliare il nodo, una volta per tutte, e definire un mandato preciso per la politica. Noi vogliamo che i cittadini si pronuncino, e con il loro Sì al referendum ottengano un'assemblea per la revisione costituzionale».