Per i colossi del Web l'epidemia si è trasformata in un'occasione di crescita. Bene biotecnologie, ecommerce, cyber security e informatica. Fra i titoli, chi opera nel cloud, come Amazon e Microsoft, ha grandi opportunità.
Per i colossi del Web l'epidemia si è trasformata in un'occasione di crescita. Bene biotecnologie, ecommerce, cyber security e informatica. Fra i titoli, chi opera nel cloud, come Amazon e Microsoft, ha grandi opportunità.Tra i comparti che meglio si sono comportati al ribasso dei mercati c'è quello tecnologico e l'indice americano Nasdaq, il più rappresentativo in Borsa, è quello che meglio si è comportato fra gli indici globali, con una perdita dell'1,5% circa. La tecnologia e il farmaceutico sono i comparti a oggi vincitori di questo tsunami che è stato il coronavirus ma in realtà, a ben guardare, questa crescita viene da molto lontano.«Grazie alle super performance di società come Amazon, Netflix, Microsoft, Apple o Alphabet (Google, ndr) che sull'indice Nasdaq 100 pesano quasi per il 45%, tutto il mondo ha compreso durante il lockdown il potere immenso che queste società hanno raggiunto nella buona e cattiva sorte», commenta Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «Cinque titoli che valgono quasi un quinto della capitalizzazione dell'indice S&P500 e valgono più di interi continenti. Basti dire che solo Microsoft vale oggi circa il 3,27% della capitalizzazione dell'indice azionario mondiale (Msci world, ndr), quasi il triplo del valore di tutte le società quotate a Piazza Affari».Il peso del tech sui listini di tutto il mondo è qualcosa che da 20 anni avanza a scapito soprattutto di settori come quello energetico e bancario. «Chi è rimasto intrappolato in questi comparti ha pagato un prezzo altissimo e anche sull'azionario europeo, seppure in modo meno eclatante, si è assistito a qualcosa di simile pure per i campioni del tech europeo (Sap, Stm, Asml Holding, Infineon) anche se sono “pesi leggeri" rispetto a quelli del Nasdaq».Sono numerosi gli strumenti finanziari che consentono di avere in portafoglio questo comparto. «La nostra preferenza sui singoli titoli va a Microsoft per il peso significativo anche nel mercato del cloud che è anche uno dei “motori" meno conosciuti ma più importanti di Amazon», continua Gaziano. «Fra i fondi il Bgf world technology è da anni fra i top ma anche l'Etf xtrackers msci world inform. Il Tech ucits etf ha dimostrato in questi anni di far meglio della maggior parte dei fondi attivi in circolazione».Quello del Nasdaq è un universo molto eterogeneo composto da aziende di dimensioni e specializzazioni diverse. Chi vi si vuole avventurare dovrà «utilizzare strumenti come gli Etf o i fondi comuni di investimento, che possono essere generalisti, cioè riguardare l'intero mercato tecnologico, o specializzati su uno o più settori», afferma Michele Zilio, consulente finanziario di Gamma capital markets. «Tra i settori, ritengo interessanti e da monitorare con attenzione quello informatico, biotech, medtech, la cyber security e l'ecommerce. La soluzione migliore è quella di potersi avvalere del supporto di un consulente finanziario, in quanto alcuni dei comparti che ho citato saranno probabilmente quelli che godranno della maggiore crescita nei prossimi anni». Infine, «un ottimo e sempre valido metodo di approccio a investimenti di questo tipo è quello del piano di accumulo, che consente un ingresso graduale, a prezzi sempre mediati, con risultati molto soddisfacenti nel lungo periodo».
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






