
Per rispondere all'esplosivo memoriale dell'ex nunzio, il Vaticano ha preparato un documento difensivo. Che però, stando alle prime indiscrezioni, risulta debole.Come aveva preannunciato a margine di un incontro pubblico a Roma il vaticanista Luigi Accattoli, firma storica del Corriere della Sera, il contro dossier vaticano per rispondere al memoriale Viganò è pronto. Il cardinale Segretario di stato, Pietro Parolin, lo avrebbe presentato a Francesco lunedì 17 settembre e sarebbe stato approvato dal Papa il giorno successivo.Una prima indiscrezione che sembra trovare conferme di qua e di là dall'Oceano, perché ne hanno parlato anche alcuni giornalisti statunitensi sul portale Crux, è che questo contro dossier si baserebbe in buona parte sulla documentazione sull'ex cardinale McCarrick fornita dalla Congregazione per i vescovi retta dal cardinale canadese Marc Ouellet. Se ciò fosse vero si potrebbe ipotizzare quindi che un'altra delle affermazioni fatte dall'ex nunzio è degna di attenzione. Infatti, domenica 23 giugno 2013, secondo il racconto di Viganò, l'ex nunzio incontrò Francesco prima dell'Angelus, e alla domanda «Il cardinale McCarrick com'è?», rispose: «Santo Padre, non so se lei conosce McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c'è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi a una vita di preghiera e di penitenza». Un dossier su McCarrick quindi doveva esistere in Congregazione dei vescovi, così come la segreteria di Stato sapeva delle accuse rivolte all'ex cardinale almeno dal 2000, come ha provato una lettera dell'allora Sostituto Leonardo Sandri inviata al domenicano Bonifacio Ramsey nel 2006. Comunque pare che un altro punto di difesa del contro dossier giochi sul fatto delle sanzioni «segrete» che Benedetto XVI avrebbe comminato a McCarrick e di cui non ci sarebbe traccia, inoltre si riferisce ancora che Viganò è comparso più volte in pubblico con lo stesso McCarrick proprio durante il periodo in cui quest'ultimo avrebbe dovuto ritirarsi a vita riservata per comando di papa Ratzinger. Ma, se questo fosse un elemento del contro dossier, sarebbe assai debole perché non sposta i problemi sollevati dalle accuse del memoriale.Per questo vi è chi sospetta che il «chiarimento» vaticano non riesca a chiarire nulla e getti ancora più confusione in un affare già sufficientemente ambiguo. I vescovi americani hanno chiesto più volte una visita apostolica guidata dalla Santa sede per indagare sulla situazione, questo almeno aveva ufficialmente annunciato il presidente dei vescovi americani, cardinale Daniel DiNardo. E questa sarebbe stata la richiesta che DiNardo avrebbe fatto direttamente al Papa durante l'udienza che gli è stata concessa il 13 settembre a Roma. Le dichiarazioni ufficiali che hanno seguito l'udienza sono state assolutamente generiche e non hanno menzionato alcuna visita apostolica per indagare sull'affare McCarrick. Secondo la ricostruzione di Crux il pontefice, di fronte alla richiesta di indagare con una visita apostolica, avrebbe fatto una «contro offerta», suggerendo che i vescovi sospendano il loro imminente incontro di novembre a favore di un ritiro spirituale della durata di una settimana. Tuttavia il comitato amministrativo della Conferenza episcopale americana sembra tirare diritto e confermare il suo programma autunnale, aggiungendo solo un giorno di ritiro. A pregare andranno di certo, nel frattempo però vogliono vederci chiaro e progettano un'inchiesta affidata ai laici che si concentrerà sulle quattro diocesi in cui McCarrick ha prestato servizio: New York, Metuchen, Newark e Washington.
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Per Fabien Mandon, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, il Paese vacilla contro Mosca perché non è pronto a far morire i suoi giovani. Intanto, il governo pubblica un opuscolo su come sopravvivere a un attacco.
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Si salda la maggioranza che aveva già affossato la legge green anti imprese. Ribaltati i rapporti di forza: sì ai controlli in Spagna.
Un tentativo di imboscata non riuscito. Popolari, conservatori, patrioti e sovranisti si sono fatti trovare pronti e, costituendo una maggioranza in seno alla Conferenza dei capigruppo dell’Eurocamera, hanno deciso di non autorizzare due missioni di eurodeputati in Italia proposte dal gruppo di monitoraggio sullo Stato di diritto della commissione Libertà civili del Parlamento europeo. La prima sarebbe stata della commissione Libertà civili, la seconda della commissione Occupazione e Affari sociali. Missioni che avrebbero dovuto essere calendarizzate prima della fine dell’anno ed erano state fissate intorno all’inizio di giugno. Tra i membri della Commissione Libe ci sono tre italiani: Alessandro Zan del Pd per i socialisti, Gaetano Pedullà del Movimento 5 stelle per Left e Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia per Ecr.
(Totaleu)
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La proposta Usa non piace a Volodymyr Zelensky, azzoppato però dal caos corruzione. Marco Rubio: «Tutti devono accettare concessioni difficili».
Donald Trump tira dritto con il suo nuovo tentativo di porre fine alla guerra in Ucraina. Un funzionario americano ha riferito a Nbc News che l’inquilino della Casa Bianca avrebbe dato la sua approvazione al piano di pace in 28 punti, elaborato nell’ultimo mese principalmente da Steve Witkoff in consultazione sia con l’inviato del Cremlino, Kirill Dmitriev, sia con il governo ucraino. La medesima fonte ha rivelato che nella stesura del progetto sarebbero stati coinvolti anche il vicepresidente americano, JD Vance, il segretario di Stato, Marco Rubio, e il genero dello stesso Trump, Jared Kushner.






