2023-07-06
Fallisce l’agguato alla commissione sul virus
Milano durante il lockdown del 2020 (Getty Images)
La Camera boccia gli emendamenti di sinistra e grillini: dopo l’ok del Senato partiranno i lavori dell’organo, che indagherà pure su cure mancate, green pass ed effetti collaterali. Speranza e Conte gridano al complotto: «Plotone d’esecuzione politico».Urlano, insultano, oppure quasi piagnucolano. Insistono aggressivi con la nota retorica anti no vax. Tirano in ballo i morti di Covid, i medici eroi, la lotta al virus a «mani nude», lo spirito unitario della condivisione tra forze politiche, andato perduto a scapito di una preparazione opportuna a fronteggiare eventuali «altre pandemie future» e tutto il copione tristo e trito che abbiamo visto in tre anni. Ma ne escono, miseramente, sconfitti. I deputati Pd, 5 stelle e Alleanza Verdi e sinistra hanno tentato, a suon di emendamenti, di trasformare la proposta di legge sulla commissione d’inchiesta sul Covid in un testo ipocrita privo di senso, in qualcosa che deviasse nel suo cuore l’intento per cui è nata, cioè indagare sulle azioni liberticide messe in atto dai governi che hanno gestito l’emergenza sanitaria. La Camera ha respinto tutti gli emendamenti e ieri, alle 13.30, la proposta di legge è stata approvata esattamente (tranne che per due emendamenti marginali) così come era stata presentata dalla relatrice Alice Buonguerrieri, di Fratelli d’Italia. Manca il voto del Senato, ma se il testo verrà approvato così com’è anche a Palazzo Madama, la commissione indagherà sul green pass e pure sugli effetti avversi dei sieri anti Covid, sulle cure domiciliari negate e sul perché è stata scelta la strategia della Tachipirina e della vigile attesa: argomenti che sinistra e 5 stelle strenuamente volevano cancellare dal testo che istituirà la commissione, con una serie di emendamenti volti a stravolgere l’articolo 3 della legge, quello sui compiti della commissione. Furiosa è stata la seduta parlamentare, finita ieri con i 5 stelle usciti platealmente dall’Aula dopo l’intervento di Roberto Speranza e prima della votazione finale. L’ex ministro della Salute, deus ex machina, si dice in Aula «orgoglioso di quello che ha fatto», sostenendo che l’inchiesta sia nata per raccattare voti della destra tra i no vax a cui la maggioranza, asserisce, farebbe l’occhiolino. Speranza è deluso perché lui voleva fare, dice, «una commissione con sano spirito repubblicano». Cita pure papa Francesco ma alla fine esplode: «E allora se è così fatevela voi la commissione!», esorta, prima dell’uscita dei 5 stelle dall’Aula, compreso l’ex premier Giuseppe Conte. Ritornato ieri col suo verbo degli «italiani uniti» che cantano dalle finestre, Conte, prima di abbandonare la seduta ha detto che la commissione d’inchiesta, così come è stata pensata, «è un insulto agli italiani», che appunto si sono dimostrati bravi e collaboratovi con i suoi dpcm, nonché un «plotone d’esecuzione» per lui e l’ex ministro. «Allora da Conte e Speranza vogliamo sapere perché adesso vogliono sottrarsi all’indagine», ha replicato la Buonguerrieri. «Rivendicano errori come scelte giuste e allora se ne assumono la responsabilità politica. Per tutta la gestione dell’emergenza non hanno mai tenuto conto del parere degli italiani e anche oggi vorrebbero sottrarsi al confronto. Ci dicano, perché così tanta paura della verità ? Perché vogliono sostenere che adesso sarebbe colpa delle Regioni quando sono loro stati i primi a ribadire che le Regioni durante lo stato d’emergenza non potessero legiferare in autonomia? Perché dicono che hanno fatto bene a dare Tachipirina e vigile attesa? Lo dicano agli italiani. Spieghino costoro: perché gli italiani furono costretti a vaccinarsi? Noi», ha proseguito la deputata, «ci sottraiamo ad anatemi che considerano un no vax chi difende la propria libertà di scelta. E indagheremo anche sugli effetti avversi anche se c’è chi vorrebbe che questo argomento restasse un tabù». In tutti gli interventi sul tema da parte degli onorevoli che hanno presentato gli emendamenti, ieri e l’altro ieri, in Aula, è stato riaffermato il dogma che il governo abbia agito in nome della «scienza». Marco Furfaro (Pd), a proposito di vaccini e cure domiciliari, ha sostenuto ad esempio che non si potesse ammettere la messa in discussione dell’assunto che «solo grazie ai vaccini e alle restrizioni» ci siamo salvati, nonché il fatto che «solo grazie ai vaccini ai lavoratori è stato consentito di ritornare a lavorare in sicurezza».Durante la seduta, quasi tutti i deputati dell’opposizione hanno reiterato poi il loro «sgomento, perplessità, incapacità di capire» perché mai si volesse dare tutta colpa ai governi degli errori commessi in pandemia. Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi e sinistra, ha detto che mettere in campo nella commissione d’inchiesta la questione delle libertà costituzionali, violate dalle misure antivirus, «liscia il pelo agli egoisti» (cioè’ ai cosiddetti no vax cosiddetti). Di fatto, se la proposta passerà, la commissione d’inchiesta indagherà pure sull’eventualità che i provvedimenti restrittivi fossero carenti di giustificazione «in base a criteri di ragionevolezza, proporzionalità ed efficacia», ovvero «contraddittori o contrastanti con i principi costituzionali». Intanto, il testo è rimasto intatto, fatto salvo un emendamento che includerà il governo Meloni nell’indagine, che la maggioranza ha approvato, e la definizione del piano pandemico del 2006, disapplicato.