
Qualunque analisi sulla tratta deve chiedersi se connettere meglio un territorio industrializzato con i suoi sbocchi di mercato porti davvero vantaggi. Stoppare i lavori comporta un rischio: che l'Ue sposti a nord i flussi, penalizzando il nostro Paese.Vedere la Lega in piazza a favore della Tav aumenta la speranza che l'irrazionalità desviluppista del M5s trovi limiti nelle iniziative del governo. E vorrei qui rinforzare tale speranza mostrando come un'analisi con metodo sistemico, che tipicamente amplia lo spazio temporale, economico e (geo) politico di una valutazione, renda chiari i benefici di questa infrastruttura modernizzante. Prima, tuttavia, è utile una valutazione di geopolitica economica. Agli inizi degli anni '90 ci fu un tentativo contro l'Italia, di cui fui testimone quando ero consigliere part time del Quirinale, di non far passare il Corridoio europeo numero 5 (ovest-est) per la valle padana, deviandolo verso Baviera e Austria. La questione fu risolta. Ma resta latente ancora oggi. I dubbi e ritardi sulla Tav potrebbero riaccendere l'ipotesi di variare tale corridoio Lisbona-Kiev escludendo l'Italia a vantaggio di altri. Anche per la Francia la Tav è uno strumento necessario per non togliere competitività alla regione interessata. Se l'Italia la blocca, Ue e Francia dovranno spostare verso nord i flussi del Corridoio numero 5, rendendo più costoso per le produzioni italiane raggiungere sia l'ovest sia l'est europei. In generale, la competitività del sistema industriale italiano, concentrato nel Nord, dipende molto dalla connettività il più rapida possibile con il mercato europeo ed oltre. Lo scenario ottimale è che il Corridoio numero 1 (Baltico - Palermo) si incroci in Italia, via snodo primario, con il numero 5. Che Genova sia connessa alla rete rapida europea in costruzione per mantenere la competitività del suo porto. Che l'alta velocità merci riduca i costi dei trasporti sud-nord. Che i porti adriatici trovino connessione fluida con le reti veloci europee. Qualora ciò non avvenisse nel prossimo decennio le aziende italiane subirebbero gravi danni decompetitivi. Valutazione sistemica. Quale tempo di ritorno bisogna calcolare per valutare la produttività di un investimento pubblico? E qual è il ritorno da valutare? Si pensi all'autostrada A4. Sul suo asse si è formata un'unica area industriale da Trieste a Torino, aggregata da un attrattore territoriale logistico, e tale infrastruttura può dirsi una leva per l'industrializzazione del Nord. La A1, dopo Bologna verso Roma, non ha avuto un effetto industrializzante così forte perché nei territori connessi non c'è un'equivalente tradizione industriale, ma comunque ha espanso le attività dell'economia locale. Quando transito per la Brebemi, nuovissima autostrada tra Brescia e Milano, mi chiedo se sarà attrattore di capannoni o meno, un po' in ansia perché ancora non li vedo. Sarà un investimento improduttivo? Certamente no perché già scarica traffico dalla A4 rendendone più efficienti i transiti. Quindi bisogna calcolare vantaggi diretti e indiretti. I secondi con un raggio temporale lungo. Per esempio, il progetto di sbarco sulla Luna ha prodotto il trasferimento di migliaia di nuove tecnologie sul mercato nel trentennio successivo. Internet è un prodotto inizialmente militare esente da calcoli di ritorno economico che poi, trasferito al mercato, ha generato una nuova era di sviluppo globale. L'estensione della banda larga, in parte con soldi pubblici, vale il costo? Non c'è dubbio, la velocità delle connessioni è correlata con la competitività economica e l'allargamento del mercato a nuovi prodotti, quindi fattore di sviluppo. Come potrebbe uno dire che la Tav non è vantaggiosa vedendo che connette meglio un territorio industrializzato con i suoi sbocchi di mercato, che induce la creazione di nuove tecnologie di trasporto ultrarapido e di nuove attività logistiche? Ci sono forse altri investimenti pubblici più utili per lo sviluppo? Quelli in infrastrutture (e nuove tecnologie) sono i più produttivi in assoluto perché generano il potenziale di nuovo mercato, poi riempito da sviluppi privati. Ovviamente un'infrastruttura è improduttiva se decisa solo per creare guadagni opachi e criminali, come le tante opere che finiscono nel nulla al Sud. Ma la Tav, per altro cofinanziata dall'Ue, non è di questa categoria. Pertanto il solo aver commissionato uno studio costi-benefici per confermarla o meno è un evidente tentativo di bloccarla in base a pressioni della corrente desviluppista nel M5s. Il punto: quale credibilità potrà avere lo studio tecnico così originato? Se tiene conto dei criteri sistemici qui indicati dovrà necessariamente concludere a favore. Se userà criteri più ristretti sarà metodologicamente viziato e sospettabile di complicità.www.carlopelanda.com
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.
Ansa
Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».





