Se non si ferma all’alt, la colpa è solo di chi scappa

Se non si ferma all’alt, la colpa è solo di chi scappa
Silvia Roggiani, deputata del Pd e segretaria del partito in Lombardia, ha accusato i militari di aver ucciso il giovane (Imagoeconomica)

Il Tg3 e La 7 hanno mandato in onda alcuni video, ripresi da una telecamera comunale e dalla dashcam di una gazzella dei carabinieri, in cui si vedono gli ultimi minuti di vita di Ramy Elgaml, il giovane di origini egiziane morto durante un inseguimento a Milano. Nelle registrazioni si sentono le voci dei militari dell’Arma che provano a speronare lo scooter su cui viaggiava il ragazzo in compagnia di un coetaneo tunisino. I due, la notte del 24 novembre, non si erano fermati all’alt di una pattuglia, iniziando una fuga ad alta velocità, con le auto dei carabinieri lanciate all’inseguimento.

L’accoltellatore? «Non pericoloso» secondo magistrati e psicologi
Ansa
L’aggressore di Milano aveva avuto il via libera dal Tribunale di Brescia nel 2024.

È la domanda che pesa più di ogni coltellata: come è stato possibile che, nel dicembre 2024, il Tribunale di Sorveglianza di Brescia - competente anche per Bergamo - abbia dichiarato «non più socialmente pericoloso» Vincenzo Lanni, l’uomo che lunedì mattina, in piazza Gae Aulenti, ha colpito una donna sconosciuta con la stessa freddezza di dieci anni fa? «La cosa che mi ha più colpito», spiega Cinzia Pezzotta, ex avvocato di Lanni, alla Verità, «è che abbia ripetuto le stesse parole di quando aveva aggredito due anziani nell’estate del 2015. Anche allora si era subito accertato che stessero bene, come adesso».

Leonardo a un passo dai 50 miliardi di ordini
L'ad di Leonardo Roberto Cingolani
L’ad Cingolani: «Volumi in costante crescita e solida redditività supportano il nostro posizionamento competitivo». Nel terzo trimestre +23,4% delle commesse. Il risultato netto ordinario segna +28%. Oltre due anni e mezzo di produzione assicurata.
Musulmano, pro Pal, filo Lgbt. Il neo sindaco di New York è l’evoluzione finale del woke
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Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana

Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.

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Edufin Index di Alleanza (Generali) e Sda Bocconi: solo il 40% della popolazione gestisce consapevolmente i propri patrimoni.
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