2025-09-12
Coincidenze, sim e azioni di disturbo. Tutti i misteri dei droni abbattuti
Il drone Geran-2, nome russo per lo Shahed 136 di fabbricazione iraniana (Getty images)
Per intercettare dei mezzi piuttosto lenti la risposta occidentale è stata sproporzionata.Qualche dubbio su quanto accaduto nel cielo della Polonia è più che plausibile e ricorda la vicenda del sabotaggio del gasdotto North Stream 2, quando furono accusati i russi e poi si scoprì che erano stati gli ucraini. Nell’operazione aerea che ha visto impegnati due caccia F-16 polacchi, due F-35 olandesi, due aerei radar (uno dei quali italiano, un nuovissimo G-550 Caew) e vari elicotteri, qualcosa non torna. A ben guardare una forza enorme per intercettare uno sciame di 19 droni, peraltro lenti e misteriosamente non armati, dei quali ne sono stati abbattuti soltanto quattro. Se l’intento dei russi era di saggiare la reazione della Nato abbiamo dimostrato di essere un colabrodo, mentre se lo scopo fosse stato sconfinare per accorciare la rotta dei droni verso obiettivi ucraini - non sarebbe la prima volta, sono ormai anni che accadono simili fatti - è evidente che quanto a scoperta radar siamo preparati. I dubbi comunque restano, considerando che alcuni siti Internet di intelligence riportano che quelli abbattuti fossero privi di esplosivo e non esistono prove fotografiche di esplosioni avvenute sui luoghi degli impatti. Mistero. C’è poi il «piccolo aiuto» da parte della Bielorussia, che si sa essere fedele al Cremlino, ma che ha prontamente avvisato il vicino di casa, ovvero Varsavia, che qualcosa sul radar si stava dirigendo verso il suo confine. E poi di strano c’è che quei droni non hanno autonomia sufficiente per arrivare a colpire siti strategici polacchi. Infine, c’è l’ipotesi che lo sciame di droni sia stato disorientato dai segnali di disturbo che Ucraina, Russia e Nato inviano nell’etere per impedire l’uso dei sistemi di navigazione satellitare, ma quest’ultima tesi vacilla innanzi al fatto che non è la prima volta che Ucraina e Polonia vengono in possesso di droni che a bordo montano schede telefoniche polacche o lituane per sfruttare le reti telefoniche locali come sistemi di controllo e invio di immagini.Anche il momento non è casuale: da quelle parti oggi inizia l’esercitazione militare di Russia e Bielorussia «Zapad 2025». Il Cremlino ha smentito di aver voluto colpire qualsivoglia obiettivo in Polonia e anche che quei droni fossero effettivamente parte dei suoi arsenali. Servirà tempo sia per capire se, effettivamente, quegli ordigni stessero prendendo una scorciatoia per arrivare in Ucraina, se davvero siano stati lanciati per saggiare la prontezza della Nato o se, partiti per chissà quale missione, siano stati vittime di disturbi elettronici. Volodymyr Zelensky ha tutto l’interesse a coinvolgere la Nato nel conflitto, così come Ursula von der Leyen deve far passare alla Ue i piani di riarmo, soprattutto tedeschi. Sta di fatto che ieri i titoli delle aziende legate alla Difesa hanno festeggiato. Altre considerazioni riguardano il fatto che per abbattere i lenti droni Geran-2 (versione russa degli iraniani Shahed), siano stati usate armi dal costo di milioni di dollari su bersagli del valore di 10.000 dollari. Sul decollo del G-550 Caew della nostra Aeronautica militare schierato in Estonia una sola considerazione: l’elettronica di bordo che ha consentito di identificare e tracciare i bersagli, passando poi le informazioni a F-16 e F-35, è costruita in Israele. Quando certi politici invitano a boicottare Gerusalemme dovrebbero rendersi conto che senza tali sistemi anche i quattro droni abbattuti sarebbero «passati» e potevano essere letali.Infine c’è l’aspetto industriale: questo evento è capitato proprio il giorno dopo che Usa e Regno Unito hanno annunciato alla fiera Dsei di Londra che Bae Systems (Uk) e Lockheed Martin (Usa) collaboreranno per sviluppare una famiglia di sistemi aerei autonomi per la guerra elettronica, facili da modificare ma anche che possano essere lanciati da un aeroplano o da una piattaforma terrestre e marittima, che siano anche rapidi da produrre e dal costo accessibile. Sarebbe ciò che serve contro gli sciami di droni russi. Infine ci sono le parole di Ursula, che ieri ha dichiarato come l’Europa «deve combattere» ed è evidente che eventi come quello polacco siano utili per convincere gli scettici a sostenere un’industria militare europea che, se è vero che per troppo tempo è stata depressa, oggi non può permettersi di rallentare o di ripensare la sua strategia, soprattutto perché Germania, Francia, ma anche Regno Unito (che non è nell’Ue ma è in Europa con un piede negli Usa), sarebbero fortemente penalizzate. Insomma, se Vladimir Putin ha davvero lanciato quei droni ha fatto un favore all’industria militare europea dando alla Polonia l’occasione di acuire l’insofferenza per Mosca: non a caso il presidente, Karol Nawrocki , ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale, mentre il primo ministro, Donald Tusk, ha prima dichiarato confusamente sia che si è trattato della «situazione più vicina a un conflitto aperto dalla seconda guerra mondiale» e poi di «non avere motivo di credere che siamo sull’orlo della guerra».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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