2024-12-05
La tanto calunniata CO2 è cibo per il pianeta
Quasi 300 studi di laboratorio hanno dimostrato che se la concentrazione atmosferica di anidride carbonica raddoppiasse, la resa agricola migliorerebbe di oltre il 50%. Ma i verdi preferiscono spargere narrazioni catastrofiste e suicide senza basi.Pechino vieta l’esportazione di metalli critici, Washington tutela le sue tecnologie.Lo speciale contiene due articoli.«What a wonderful world…» pensa (e canta) Louis Armstrong quando vede verdi alberi e rose rosse fiorire. E lo stesso potremmo pensare tutti noi davanti allo spettacolo di distese sterminate di campi di girasole o di grano, e tutto il resto che ci offre la natura, sia essa selvaggia o governata dall’uomo: che mondo meraviglioso. Che è così grazie alla CO2, la cui concentrazione atmosferica era, nel periodo pre-industriale, di 300 ppm (parti per milione), una concentrazione troppo bassa, che privava gli alberi e le piante del cibo necessario per raggiungere il loro pieno potenziale di crescita attraverso la fotosintesi. Perché la CO2 è il cibo degli alberi, e se in atmosfera aumenta, allora le piante e le foreste crescono più velocemente, i raccolti sono più ricchi e i campi bisognano meno irrigazione. Quasi 300 studi di laboratorio hanno dimostrato che se la concentrazione atmosferica di CO2 raddoppiasse dagli attuali 400 ppm (parti per milione) a 800 ppm, la resa agricola sarebbe di oltre il 50% maggiore; e nel periodo preindustriale, quando la concentrazione di CO2 era di 100 ppm inferiore, la resa agricola era del 10% inferiore a quelle di oggi.Quando coordinavo il Comitato scientifico dell’Agenzia nazionale per l’ambiente, uno dei componenti del comitato era il prof. Paolo Sequi, massimo esperto di chimica del suolo e, rammento, chiariva a tutti gli altri del Comitato come maggiore CO2 favorisce la produzione di glomalina, una glicoproteina prodotta da funghi che vivono in simbiosi con le radici delle piante. Essa svolge un ruolo fondamentale per la salute del suolo, promuovendone l’aggregazione che, a sua volta, aiuta a proteggere il suolo dall’erosione e ne migliora la fertilità, creando un ambiente più stabile per la vita microbica e le radici delle piante.Più CO2 nell’aria significa anche più umidità nel terreno. La principale causa di perdita d’acqua nelle piante è attribuibile alla traspirazione, attraverso i pori sulla parte inferiore delle foglie che sono aperti per assorbire CO2. Con una maggiore quantità di CO2, gli stomi sono aperti per periodi più brevi, le foglie perdono meno acqua, e nel terreno rimane più umidità. E con l'aumento dell’umidità del suolo si ha diminuzione degli incendi boschivi.Veniamo allarmati perché oggi il pianeta è più caldo che prima. Ma prima che la scienza del clima fosse politicizzata, i periodi caldi erano benedetti come «optimum climatici», perché il riscaldamento, rendendo possibile maggiore abbondanza di cibo, liberava la popolazione dalla preoccupazione della sopravvivenza quotidiana e le consentiva di dedicarsi ad altro. E quando ai prosperi periodi seguivano raffreddamenti globali, questi furono caratterizzati da carenza di raccolti e carestie. In effetti, tutte le informazioni disponibili confermano che è dal 1690 che il pianeta si riscalda. La più lunga raccolta di dati di temperatura regionale al mondo, misurato in modo continuo e basato su termometri, risale a più di 350 anni fa: sono i dati «Hadcet» che raccolgono le temperature dell’Inghilterra centrale dal 1659, nel pieno della Piccola era glaciale, il periodo più freddo del pianeta degli ultimi 8000 anni. Quando, negli anni successivi al 1690 il pianeta cominciò, fortunatamente, a riscaldarsi, lo fece con una velocità doppia del riscaldamento degli anni 1980-2000, a riprova che non solo il caldo attuale ma anche la velocità di riscaldamento attuale non è, come ci viene costantemente ripetuto, «senza precedenti». Veniamo allarmati dell’innalzamento del livello degli oceani. Ma è da 10.000 anni che il livello degli oceani aumenta! Nel complesso oggi è più alto di oltre 100 metri rispetto a 10.000 anni fa. All’inizio di questo periodo, l’innalzamento fu veloce, dell’ordine di 20 mm/anno, ma è da un paio di secoli che esso si è stabilizzato a circa 3 mm/anno. Quindi l’attuale tasso di crescita del livello dei mari cominciava in corrispondenza di un riscaldamento che, per forza di cose, dovette iniziare molto prima (nel 1690, appunto), quando la CO2 antropica non poteva avere alcun ruolo, perché assente.Per farla breve, il nostro pianeta è oggi in ottima salute. Eppure, continuiamo a sentire l’ambientalista Angelo Bonelli che come un disco rotto ci allarma che esso è invece «malato». Certo, se vogliamo abitarlo noi umani, dobbiamo adattarci e opporci a tutte le circostanze che ci sono avverse. Tanto per dirne una, non bisognava star dietro, appunto, agli ambientalisti (italiani ed europei) che imposero l’introduzione dell’orso bruno in montagne ricche di insediamenti umani e dalle quali l’orso era scomparso, per la felicità di tutti gli abitanti e i villeggianti del Trentino e con lo scorno di quelli con casa ai Parioli. Cantava bene, allora, ai suoi tempi, il re del jazz, what a wonderful world… Che moriva nel 1971, e non poteva sapere cosa sarebbe seguito: proprio in quello stesso anno nasceva, in Svizzera, il primo al mondo partito dei Verdi. Fu, quel 1971, l’anno d’inizio del declino del mondo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/co2-benefici-2670313756.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="materie-prime-guerra-usa-cina-leuropa-al-solito-sta-a-guardare" data-post-id="2670313756" data-published-at="1733348490" data-use-pagination="False"> Materie prime, guerra Usa-Cina. L’Europa al solito sta a guardare La Cina ha vietato le esportazioni verso gli Stati Uniti di alcuni metalli critici, utilizzati nei microchip e nelle attrezzature militari. Con effetto immediato, le aziende cinesi non potranno più esportare gallio, germanio, antimonio e materiali superduri verso gli Stati Uniti. Il responsabile del ministero del Commercio cinese, in un comunicato, ha fatto sapere altresì che anche per la grafite sono in vista restrizioni all’export verso gli Stati Uniti. Già dallo scorso anno erano in vigore restrizioni all’export di questi materiali (vedi La Verità dell’8 luglio 2023) ma il divieto esplicito e diretto solo verso gli Stati Uniti è una assoluta novità e assume i contorni di una escalation vera e propria. La decisione di Pechino arriva a poche ore di distanza dalla decisione della Casa Bianca di lanciare una nuova stretta sull’esportazione dagli Stati Uniti verso la Cina di tecnologie per la produzione di semiconduttori e di microchip avanzati, inserendo altre 140 aziende cinesi in un elenco di soggetti con cui è vietato alle aziende americane fare affari. Le norme americane impediscono ora ai produttori di chip di memoria avanzati di vendere i loro prodotti in Cina senza il permesso del dipartimento del Commercio americano. Negli Stati Uniti la mossa è stata criticata per la sua tardività, poiché mentre il provvedimento veniva discusso, negli ultimi mesi, le aziende cinesi hanno fatto incetta di prodotti americani. Nel frattempo, in Cina le associazioni degli industriali hanno sconsigliato alle aziende cinesi l’acquisto di chip americani, indicati come «non sicuri». Il ministero del Commercio cinese ha affermato che gli Stati Uniti stanno militarizzando il commercio con la scusa della sicurezza nazionale. I metalli oggetto del bando sono quelli cosiddetti a duplice uso perché utilizzati sia nella filiera green (e dei semiconduttori) che in quella degli armamenti. L’antimonio, ad esempio, è un ritardante di fiamma che si usa in lega con il piombo nelle batterie per auto, ma anche per la fabbricazione di granate, inneschi per munizioni e proiettili. Gli altri materiali sono utilizzati nei collegamenti in fibra ottica, nelle celle solari e, ancora, nelle batterie. Lo U.S. Geological Survey afferma che la Cina produce il 98% del gallio. Gli Stati Uniti dipendono al 100% dal gallio cinese, per il germanio la dipendenza dalla Cina è al 53%. Il maggior esportatore di minerale di antimonio è la Russia, seguita dal Tagikistan e in terza posizione dalla Cina. La Cina è invece seconda nelle esportazioni di antimonio grezzo. Il Paese asiatico aveva più di metà della produzione mondiale fino a qualche anno fa, ma l’esaurimento delle miniere ed una normativa ambientale più stringente hanno portato alla chiusura di diverse miniere, diventate illegali. Una curiosità: il terzo maggior esportatore di antimonio grezzo al mondo è l’Olanda, che ri-esporta quanto importato dalla Cina. Il timore, ora, è che nel caso di nuove mosse americane il bando all’export cinese possa allargarsi a materiali ancora più critici, come nichel e cobalto. Con l’entrante presidenza di Donald Trump che minaccia dazi verso la Cina, lo scontro commerciale si farà assai più serrato. Mentre Stati Uniti e Cina alzano il livello dello scontro commerciale sui materiali critici e sui semiconduttori, l’Europa prosegue placida nel proprio suicidio. Due giorni fa il Commissario europeo alla Transizione pulita, giusta e competitiva (sic), la spagnola Teresa Ribera, ha confermato che il bando al 2035 delle automobili a benzina e diesel resterà in vigore. La Commissione si prepara ad un lungo inverno di crisi aziendali e scioperi, evidentemente. Mentre la dipendenza dell’Europa dai materiali critici cinesi non è argomento tra le priorità di Bruxelles, a quanto sembra. Il Critical Raw Materials Act, che dovrebbe portare alla costituzione di una industria europea di settore, resta dormiente. I colossi Usa e Cina stanno progressivamente attuando la già incombente spaccatura nella globalizzazione, con l’Europa nel mezzo, sempre meno influente e sempre più vaso di coccio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.