2025-09-02
Caos Flotilla: il clima fa uno scherzo a Greta
Greta Thumberg (Getty Images)
Falsa partenza, ieri, della spedizione navale che da Barcellona punta a raggiungere la Striscia di Gaza per rifornire i civili di cibo e farmaci. Il maltempo ha costretto gli attivisti (tra cui la Thunberg) a rientrare. Israele: «Li tratteremo da terroristi».Mentre gli ammiragli della Global Sumud Flotilla - i cosiddetti militanti umanitari, ma è giusto coltivare più di un dubbio: infatti si comincia a pensare che ad armare la flotta sia il Qatar - fanno marcia indietro spaventati dal maltempo e tornano in banchina a Barcellona aspettando che si plachino le acque, in Italia si scatena un’altra tempesta. Ed è tra le più facili da prevedere. «Non si giochi la partita Italia-Israele è inopportuna», tuona il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni che si definisce civico, ma che ha un trasporto evidente verso il Pd, «ci sono ragioni di ordine pubblico per non ospitare l’incontro il 14 ottobre, si rinvii o non si giochi proprio».La foglia di fico della sicurezza appassisce subito e si capisce lontano un miglio che il sindaco (politicamente corretto) ha voglia di mettersi in mostra e di aderire alla petizione «stop the game» lanciata dopo l’inasprirsi della crisi a Gaza contro gli atleti israeliani di qualsiasi disciplina, e che ha già raggiunto le 20.000 adesioni. Ma come già accaduto al Festival di Venezia, con il tentato boicottaggio degli attori israeliani, anche lo sforzo per fermare il calcio diventa un flop. Il primo cittadino di Udine è costretto ad ammettere «Non abbiamo l’autorità per cancellare la partita visto che riguarda Uefa, Federcalcio e l’Udinese, che ha concesso lo stadio, ma la ritengo inopportuna». Già l’anno scorso, sempre in ottobre, si giocò qui contro Israele per la Nation League e ora le due squadre s’incontrano di nuovo sempre a Udine per le qualificazioni mondiali: l’andata si giocherà a Debrecen l’8 settembre. Se lo scorso anno vi furono un po’ di proteste (un corteo neppure troppo folto, ndr.), quest’anno con ciò che accade a Gaza sarà peggio e, sostiene il sindaco, «credo che ci sia il tempo per rinviare il match. Temo, purtroppo, che nell’arco di un mese e mezzo non si arriverà al cessate il fuoco».La pioggia di smentite è incessante. Il Viminale fa sapere: per noi la partita si gioca. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, aveva precisato: «La partita è in programma e si gioca come l’anno scorso». Il ct della Nazionale Rino Gattuso sottolinea: «Sono un uomo di pace, fa male al cuore vedere civili e bambini che lasciano la vita; dopo però facciamo un altro mestiere, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina si sta dando da fare per trovare soluzioni (è allo studio con la Uefa un progetto umanitario per Gaza, ndr) per riuscire a fare la gara a Udine con Israele in modo perfetto. Israele è nel nostro girone, ci dobbiamo giocare». Polemica chiusa? Si spera, anche perché, se il parametro è - parafrasando Adriano Celentano - chi «fa la guerra non fa il pallone», non si dovrebbe giocare con la Turchia (genocidio armeno e curdo) con il Congo, col Sudan, con l’Etiopia, con la Cina e la lista sarebbe lunghissima. In questa partita di Gaza, però, il non detto supera di gran lunga il proclamato. Per esempio, Greta Thunberg che ieri è tornata in porto con la flottiglia spagnola dove è imbarcata anche l’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau, che ci tiene a far sapere che ha interrotto le sue vacanze per stare a bordo di una nave che inquina a più non posso, ma lei può dire che andare a Gaza è lottare per il clima. Le fanno eco i camalli di Genova, con Riccardo Rudino, avvertendo che casomai, in prossimità delle coste israeliane, le barche restassero fuori contatto per più di 20 minuti, loro bloccano l’Europa. Sembrano dotati di preveggenza visto che il ministro israeliano per la Sicurezza, Ben Gvir, ha annunciato: «Gli equipaggi di Flotilla saranno trattati come terroristi e rinchiusi nelle prigioni israeliane di massima sicurezza di Ketziot e Damon». Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, replica: «Noi non ci fermiamo, andremo avanti. Non ci facciamo intimorire, ci muoviamo nella totale legalità». I pro Pal hanno dietro uno schiera di avvocati e un supporto logistico di prim’ordine che costa, da qui i dubbi su chi c’è dietro. Da Genova, la scorsa domenica, sono salpate alcune barche in rotta per Catania, per poi partire alla volta di Gaza. Altre salperanno il 4 settembre da Tunisi. E resta la domanda: chi paga? Probabilmente il Qatar. Dietro Sumud ci sarebbe una rete di investimenti per milioni di euro pilotata dai qatarini che già sono i finanziatori occulti di Hamas (il quartier generale dei terroristi islamici è proprio a Doha). Gli «armatori» di Flotilla giurano di aver trovato i soldi attraverso una piattaforma di charity, con i contributi di Ong tra cui la turca Ihh, ed ecco che spuntano donatori vicini a Qatar charity e Qatar foundation international. Il governo israeliano denuncia apertamente che c’è la regia di Doha e sostiene che Ankara sta proteggendo le attività filo-palestinesi per realizzare un’alleanza Turchia-Qatar capace, dopo aver consolidato le posizioni in Siria e in Libia, di controllare il Mediterraneo orientale. Insomma, di umanitario ci sarebbe poco: la Global Sumud Flotilla sarebbe un mezzo da sbarco per conquistare un posto al sole nello scenario mondiale.
Nicolás Maduro (Getty Images)
Volodymyr Zelensky in piedi davanti a un sistema missilistico antiaereo Patriot durante la sua visita a un'area di addestramento militare in Germania dello scorso giugno (Ansa)