2022-06-28
Civismo vero e niente passi indietro. Così è nato il laboratorio Lucca
Mario Pardini ha saputo guardare alla società civile senza annacquare il messaggio.Tra primo e secondo turno delle comunali, a un certo punto quello di Lucca sembrava essere diventato uno spauracchio per tutta l’Italia. Ora rischia invece di esserne un laboratorio. La vittoria dell’imprenditore Mario Pardini (51,03%) che ha dato due punti di scarto al candidato del Pd Francesco Raspini (48,97%), che pure aveva vinto al primo turno, offre infatti qualche spunto che va oltre l’orizzonte della città toscana. Due i messaggi in bottiglia partiti da Lucca con la speranza di vederli arrivare sulle scrivanie dei leader nazionali: il buon uso del civismo, una volta tanto valore aggiunto e non viatico per la catastrofe, e il coraggio politico di fronte ai ricatti dell’avversario. Oltre a Fdi, Lega, Fi, Udc, alla sua civica, Pardini ha infatti saputo aggregare una società civile che deborda ampiamente dai confini strettamente partitici. Eloquente il caso del direttore d’orchestra Alberto Veronesi, schieratosi al secondo turno con Pardini in aperta dissidenza con i tre partiti che lo avevano sostenuto al primo turno, Italia Viva, Azione, +Europa, e che hanno invece invitato a sostenere l’uomo del Pd. «Penso», ha detto Veronesi, «che Calenda abbia perso molta apertura di credito da parte dei lucchesi. E molte delle persone hanno seguito la mia indicazione e hanno apprezzato che io abbia tenuto a una coerenza per il cambiamento. Il Paese ha bisogno di proteggere i salari minimi e le fragilità estreme che provoca l’inflazione. Questa protezione non sta arrivando dal centrosinistra». L’altra spinta per operare il sorpasso sul candidato del Pd è venuta dallo storico esponente cittadino di Casapound, Fabio Barsanti, forte del suo 9,5 per cento e di 3.382 voti presi al primo turno. «Una scelta inquietante», aveva frignato Laura Boldrini, ridando fiato al solito tormentone sul pericolo nero alle porte, attizzato in pochi giorni da tutta la stampa nazionale. Per qualche giorno non si era parlato che di Lucca su siti nazionali e social. Una ribalta nazionale che poteva far tremare le gambe al candidato di centrodestra, suggerendo magari la falsa pista, più volte rivelatasi fallimentare, del cedimento al ricatto ideologico avversario in cambio di una maggiore agibilità. Pardini ha invece avuto il merito di tirare dritto e di saper dialogare anche con le forze più radicali (con Barsanti si era schierata pure Italexit di Gianluigi Paragone). Risultato: Barsanti, consigliere comunale uscente, nel 2017 aveva ottenuto l’8%, ma il centrodestra senza di lui aveva perso. Oggi invece ha vinto. E mentre alla candidatura di Pardini arrivavano endorsement nazionali importanti, come quello di Vittorio Sgarbi, il Pd si ritrovava invece accerchiato e isolato, tanto da tirare fuori dal cilindro un grande classico del suo repertorio: l’appello degli intellettuali compiacenti (iniziativa a cui si è prestato, lo diciamo a malincuore, anche l’illustre medievista Franco Cardini). Ma è stato un segnale di debolezza più che di forza. Quanto a lui, il neo sindaco ha saggiamente evitato di infierire sulla parte soccombente: «Bisogna partire dal fatto che la città è divisa in due: il mio impegno massimo sarà quello di ascoltare tutti, di essere il sindaco di tutti, nell’interesse dei cittadini. Adesso farò di tutto per ricucire gli strappi che ci sono stati». Sulle polemiche degli apparentamenti, Pardini ha commentato: «Non ho voluto fare degli accordicchi ma ho siglato delle intese, convinto di quello che stavo facendo. Tutte le forze che mi hanno dato il loro sostegno sono composte da persone serie e che si sono date da fare come e quanto noi per arrivare a questo risultato».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)