2018-07-17
«Ci sto a vendere il Monte ma prima riconvertiamo Fondazione e Siena»
Il neo sindaco: «Ho scritto ai membri dell'ente di dimettersi e chiederò al governo di prendere più tempo per cedere Mps. Fatti salvi i posti di lavoro, la città deve lasciarsi alle spalle la banca e puntare al turismo».Luigi De Mossi è il primo sindaco senese non di sinistra, ma civico e appoggiato dal centrodestra unito. Ha portato a casa un netta vittoria sul Pd e sul sindaco uscente Bruno Valentini riuscendo ad attirare sotto la propria ala numerose liste civiche, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e una fetta ampia di scontenti della Margherita: almeno 3.000 voti. Il partito di Matteo Renzi, Walter Veltorni e Paolo Gentiloni ha raggiunto il minimo storico e ha pagato la disfatta del Monte dei Paschi di Siena. Lasciando un bel po' di ceneri sparse. Sindaco, quattro obiettivi da raggiungere l'anno prossimo? O almeno da avviare a spron battuto?«Portare a Siena turismo di qualità; quello mordi e fuggi non è costruttivo sul lungo termine. Destagionalizzare gli eventi turistici. Riformare la gestione dei servizi pubblici, fare una valutazione profondo dei servizi sanitari».Ma Siena è la città del Palio... «Certo lo sarà sempre, ma non basta. Ci sono tutti i percorsi legati all'archeologia medievale, i percorsi religiosi e quelli enogastronomici. Penso a Mantova e all'esempio del Festival della letteratura. Porta con sé la curiosità di nuove scoperte, i viaggi fluviali e tanti piccoli musei. È un esempio da seguire».L'offerta alberghiera è adeguata?«È la domanda che crea l'offerta, a noi spetta il compito di investire per cambiare il passo turistico della città».È partito in quarta però ha già perso un assessore. Nicoletta Cardin si è dimessa per le polemiche sulla comproprietà della Lucchese calcio andata in fallimento... C'è un problema?«Abbiamo portato a Siena un cambio epocale e per questo non siamo solo sotto i riflettori ma sotto l'attacco violento della minoranza. Non potevamo permetterci alcuna questione pendente, anche se mi è dispiaciuto ho dovuto accettare le dimissioni dell'assessore. Nessun appiglio alle critiche».C'è un problema Lega?«No. Tant'è che il sostituto assessore che entrerà in giunta sarà di ambiente Lega. Non vedo alcun cambio in vista, sebbene la nostra maggioranza sia molto più ampia grazie al sostegno di molte liste civiche». Lei ha vinto per le colpe del Pd relative al Monte dei Paschi e anche per i suoi meriti da avvocato. È stato il primo a interessarsi ad Antonveneta. Adesso però è sindaco e ha promesso di non intromettersi nelle questioni di Mps...«Vero, l'ho detto. E lo farò così come mi interesserò della Fondazione bancaria e delle ricadute occupazionali di Mps».Che cosa vuole dalla Fondazione? Ha già chiesto ai membri di adire le vie legali nei confronti del vecchio management della banca. Non centra con la banca?«La Fondazione ha ormai una quota infinitesimale di Mps, ma ha ancora un patrimonio di poco inferiore ai 500 milioni e credo che dovrà ricapitalizzarsi per essere più vicina alla città e meno alla banca. Non solo ho chiesto ai membri di entrare nel processo e chiedere i danni, ma ho anche chiesto ai membri nominati dal Comune di dimettersi perché non li considero in linea con la nuova maggioranza politica».È un desiderata o si è mosso in concreto?«Al massimo due giorni e invio le lettere formali ai membri della Fondazione. Ovviamente i consiglieri sono indipendenti e faranno ciò che credono».Se non si dimettono?«Aprono un caso politico. Si prenderanno la responsabilità di interrompere il dialogo con il Comune».Ma la Fondazione che cosa deve fare da grande?«Con i futuri utili dovrà ricapitalizzarsi perché ha bruciato in pochi anni quasi 7 miliardi. Dovrà occuparsi di terzo settore e soprattutto di infrastrutture. Ciò che la città più paga non è tanto non avere più capitali, ma la distruzione di valore consumata con il crac e la mancanza di investimenti. I soldi sono stati bruciati, erogati a pioggia senza alcuna strategia. Se invece fossero stati costruiti un parcheggio sotterraneo o fosse stata finanziata l'alta velocità Siena-Firenze, oggi potremmo rilanciare la città e creare turismo sostenibile e ricchezza». Con gli utili, ricapitalizzarsi? Ma la Fondazione non incasserà mai più utili considerevoli dalla banca. Come farà?«La Fondazione ha un patrimonio ancora importante. Ha investimenti. Dimentichiamo la banca. Ora è arrivato il tempo di far fruttare gli altri investimenti. Bisogna differenziare ancor di più e reinvestire».Insomma, la Fondazione è pronta a cambiare nome...«Lasci perdere. No, perché si passerebbe dal Mef e verrebbe spezzettata. Sarebbe peggio. Certo la banca è alle spalle ed è giusto che la Fondazione se ne faccia una ragione. Palazzo Sansedoni diventi la Fondazione della città». In autunno il governo potrebbe cambiare i vertici e ciò spingerebbe il dossier della vendita a privati. Già di parla di una probabile acquisizione da parte di Soc gen. Uno straniero calerebbe a Siena. Che ne pensa?«Nulla in contrario. Ma da sindaco devo mettere alcuni paletti. Andrò dal governo a chiedere più tempo. Serve tempo perché la banca si rimetta in ordine e possa essere venduta con migliori ritorni. Inoltre, dobbiamo tutelare i posti di lavoro. Chiederemo che la sede in caso resti a Siena».Quanto tempo?«Quello necessario per riconvertire la Fondazione, rilanciarla. Il tempo necessario a riconvertire l'intera città a un nuovo modello economico e lasciarsi alle spalle la storia».