2020-10-12
Ci risiamo: attività motorie in mascherina
Dall'incontro domenicale tra Roberto Speranza e il Cts filtrano ipotesi di coprifuoco nell'atteso dpcm. Che dovrebbe vietare il calcetto e le feste. Ennesimo cortocircuito informativo per chi vuole correre. Il Viminale: «Jogging e footing anche senza protezioni».Il ministro della Salute, Roberto Speranza, si è trattenuto giusto il tempo di chiarire le ultime questioni su come ridurre e far rispettare la capienza ridotta sui mezzi pubblici e su come rendere i test più rapidi e la quarantena volontaria più corta. Che, a quanto si apprende, scende a dieci giorni, mentre basterà un solo tampone negativo per uscirne. E dopo un'oretta di riunione ha lasciato il Comitato tecnico scientifico (riunito di domenica per caratterizzare l'incontro di straordinarietà e per far crescere la suspense) a mettere a punto le nuove indicazioni sulle misure di contrasto all'epidemia da Covid-19. In vista c'è il nuovo dpcm (l'approvazione del decreto della presidenza del Consiglio con le nuove restrizioni prevista oggi potrebbe slittare a domani), che dovrebbe portare, anche in base alle indicazioni del Cts, a una sorta di coprifuoco, con chiusura anticipata (forse alle 24) di bar e ristoranti per ridurre gli assembramenti, con divieto di sostare davanti ai locali pubblici già dalle 21. C'è anche chi paventa la possibilità di un divieto da proibizionismo: vendita di alcolici consentita fino alle 22. Divieto di feste private e banchetti con non più di una trentina di persone. Indicazioni per le imprese su come incentivare il ricorso allo smart working. Niente calcetto e discipline sportive a livello amatoriale che prevedano il contatto fisico. Ma per ora si tratta di indiscrezioni. L'ennesimo pasticcio sull'uso della mascherina, invece, si è consumato con la diramazione di una circolare firmata nella serata di sabato dal capo di gabinetto Bruno Frattasi, napoletano, ex direttore dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati subentrato a Matteo Piantedosi, che forniva dei chiarimenti ai prefetti sul decreto legge approvato il 7 ottobre scorso. E che prevedeva l'uso obbligatorio della mascherina anche per chi decideva di svolgere attività motoria all'aperto. La disposizione «esenta dall'obbligo di utilizzo», sono le parole usate da Frattasi, «solo coloro che abbiano in corso l'attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall'obbligo in questione». Nelle bozze del decreto, che come al solito sono circolate prima dell'approvazione, era scritto, invece, che dall'obbligo di utilizzare la mascherina sarebbero stati esentati «i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva o motoria». E siccome, stando alla definizione già fornita dal ministero della Salute, «l'attività motoria» indica l'attività fisica, ovvero «qualunque movimento determinato dal sistema muscolo scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo», mentre l'attività sportiva «comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise», si è creato l'ennesimo cortocircuito. E addirittura il già Rottamatore Matteo Renzi si è affrettato a definire «assurdo» l'uso della mascherina mentre si corre. E, dimostrando di conoscere poco le scelte del governo che sostiene, ha concluso sperando in un ripensamento. Il Viminale ha quindi precisato: «Chi fa jogging o footing non deve indossare il dispositivo di protezione». Per attività motoria, quindi, «deve intendersi la mera passeggiata e non la corsa, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva». Quindi, «jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina». Mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha tentato un diversivo, annunciando che le prime dosi del vaccino arriveranno entro la fine dell'anno, convinto che l'accordo con la Oxford university sia prossimo a trovare una soluzione per l'epidemia. «Adesso», ha detto Di Maio, «abbiamo un Paese che può avere delle disfunzioni, ma si è attrezzato e ha dimostrato di saper affrontare l'emergenza. Questo è un Paese che non deve essere troppo duro con sé stesso. Le terapie intensive sono attrezzate». Allo stesso tempo, però, vengono incrementati i controlli delle forze dell'ordine: dai 57.000 del 7 ottobre si è passati ai 67.000 di ieri (dati del Viminale). Si è scoperto che a un rave party a Settimo Torinese in un capannone abbandonato, con poche mascherine e nessun distanziamento, c'erano 300 persone. E che a Monte di Procida, in provincia di Napoli, una festa di nozze con 200 invitati ha fatto esplodere un focolaio di contagi con 13 positivi. Dal Nord al Sud si moltiplicano le sanzioni per mancato uso delle mascherine o per assembramenti da movida. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha convocato per oggi la cabina di regia con le Regioni per fare il punto con governatori e rappresentanti dei territori sulle misure che entreranno nel nuovo dpcm. L'ipotesi di chiusure sembra ora legata ai reparti di terapia intensiva e viene tenuta in considerazione, pare, anche in base al confronto durante il Cts di ieri, solo se queste dovessero andare in affanno. Le terapie intensive vengono ritenute l'indicatore per valutare la circolazione e l'aggressività del Covid-19. Ma c'è chi non si fida del Cts, che ha «un problema non tanto nella composizione, quanto nell'assenza». Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova a Mezz'ora in più si è chiesto: «Possibile che in un Comitato tecnico non ci siano le migliori menti delle università italiane?». Un'esclusione (la sua) che evidentemente gli pesa.
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