2020-10-29
Chi vuole il lockdown spedisce Ricciardi a tastare il terreno
Il consulente di Roberto Speranza lo propone per Milano e Napoli ma i sindaci dicono no. Roberto Volpi: «Farebbe strage di anziani».Emmanuel Macron in tv: «Da venerdì si chiude». Restrizioni anche in Olanda e Regno Unito.Lo speciale contiene due articoli. «A Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l'autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del paese no». Parole di Walter Ricciardi, che - in generale - chiede lockdown locali (quindi con primarie responsabilità decisionali di sindaci e governatori) e - in particolare - segnala questa esigenza per il capoluogo lombardo e per quello campano. Ma che partita sta giocando Ricciardi? Come va interpretata la sua evocazione di un lockdown che potrebbe riguardare le due metropoli? È la sortita di un battitore libero o un'offensiva mediatica semi autorizzata dal governo per preparare il terreno a una misura giudicata inevitabile? A chiederselo sono i primi cittadini di Milano e Napoli, Giuseppe Sala e Luigi De Magistris, che hanno preso carta e penna per rivolgersi al ministro di cui Ricciardi è consulente, cioè il titolare della Salute Roberto Speranza. Ecco la versione di Sala, sui suoi canali social: «Abbiamo scritto al ministro per chiedergli se quella è un'opinione del suo consulente o è un'opinione del ministero». Toni analoghi da parte del sindaco partenopeo: «Credo che questo messaggio di unità tra le città di Napoli e Milano sia un bel segnale per il nostro paese». De Magistris auspica «che insieme si possano prendere le decisioni migliori a tutela della salute dei nostri cittadini anche per salvaguardare una situazione che diventa sempre più esplosiva».Sala si conferma contrario a una chiusura totale: «Per quello che osservo è una scelta sbagliata. Abbiamo meno di 300 persone in terapia intensiva, ne abbiamo avute 1.700, sono in crescita ma stiamo facendo dei sacrifici e vedremo cosa succederà». Non solo: il sindaco di Milano definisce «una penalizzazione devastante» la chiusura alle 18 per bar e ristoranti, e tiene a far sapere di non aver condiviso nemmeno la decisione della regione Lombardia sul blocco delle lezioni in presenza per gli studenti delle superiori, pur convergendo con Attilio Fontana sul no al lockdown generalizzato per Milano. A maggior ragione, dunque, è lecito interrogarsi sulla genesi del pressing di Ricciardi, e su come la pensi Speranza. Il ministro tace e acconsente rispetto alla visione del suo consulente? In questo secondo caso, il titolare della Salute accentuerebbe anche una divaricazione con Giuseppe Conte che, pur avendo usato toni più cupi nelle ultime 36 ore, sembra comunque ancora ostile all'idea di ripiombare in un lockdown vero e proprio. Certo, il timore di molti osservatori è che si ripercorra - volenti o nolenti - un copione già molte volte sperimentato: prima l'assoluta impreparazione di un governo che non ha fatto il necessario per attrezzare il Paese; poi le sortite di alcuni esperti (con relativa drammatizzazione mediatica); poi un oggettivo peggioramento dei dati; e infine l'imposizione del lockdown quando non ci sarà più spazio per alternative (avendo il governo consumato invano tempo e risorse). Tuttavia, a parte il disastro economico che questa incapacità di Roma sta già determinando, si profila anche una notevole incognita dal punto di vista strettamente sanitario. Incognita che potrebbe essere aggravata proprio dalla clausura in casa, come annota lo statistico Roberto Volpi esaminando i dati sui contagi nella settimana tra il 12 e il 18 ottobre, e in particolare il dato secondo cui «la maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%), che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale».Chiosa Volpi: «Dovrebbe non bastare ma strabastare un'affermazione di questo tenore a sbarrare la strada ad ogni possibilità di lockdown, anche minore, anche limitato nel tempo e nello spazio (…). Se chiudi in casa per settimane anche persone positive, e anzi molte persone positive, come succederebbe se si passasse al lockdown in questi giorni, fai la cosa più sbagliata perché queste persone positive contageranno tutti coloro che sono obbligati alla convivenza prolungata con loro e provocheranno la morte di molti anziani gravati da più patologie preesistenti». Volpi porta consistenti elementi a supporto dei suoi timori: «Grazie al lockdown della prima fase proprio questo è avvenuto, cosicché si sono potuti contare quasi 29.000 morti in otto settimane, alla media di 520 morti giornalieri che fa impallidire i numeri dei morti giornalieri di questi giorni pur di forte contagio». E ancora: «Se si vogliono ammazzare tutti o quasi gli anziani che ci sono in Italia con questo numero di patologie preesistenti, la strada è tracciata: procedere a un secondo lockdown globale o, in alternativa, a tanti lockdown limitati territorialmente». La conclusione di Volpi vuole essere un pugno nello stomaco per far riflettere: «Fossimo nella Germania del Terzo Reich, questa sarebbe indubbiamente la strada che verrebbe seguita senza indugio al fine di provvedere alla eliminazione di vite “non degne di essere vissute"».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/chi-vuole-il-lockdown-spedisce-riccardi-a-tastare-il-terreno-2648536601.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="giro-di-vite-in-francia-e-germania-la-merkel-si-deve-agire-in-fretta" data-post-id="2648536601" data-published-at="1603916887" data-use-pagination="False"> giro di vite in Francia e Germania. La Merkel: «Si deve agire in fretta»
Jose Mourinho (Getty Images)