
Si registra notevole attesa per l’incontro previsto oggi a Bali tra Joe Biden e Xi Jinping. I dossier sul tavolo sono numerosi, viste le recenti e sempre più accese turbolenze che intercorrono tra Washington e Pechino. Il presidente cinese ha ottenuto il mese scorso un inedito terzo mandato da segretario generale del Pcc: un evento che ha rafforzato significativamente il proprio potere, per quanto non manchino delle crepe nel suo sistema di relazioni (dai problematici risultati economici all’impopolare gestione della pandemia). Biden, dal canto suo, si ritrova con una situazione interna in chiaroscuro. È riuscito a mantenere il controllo del Senato alle ultime Midterm ma ha quasi certamente perso quello della Camera dei rappresentanti: un fattore che rischia di dare all’esterno un’immagine politicamente indebolita.Come che sia, sul tavolo saranno presenti vari dossier. In primis, emerge la spinosa questione taiwanese. La tensione è significativamente aumentata su questo fronte a partire dal viaggio effettuato d Nancy Pelosi lo scorso agosto. Un tema non solo strettamente geopolitico. È infatti noto che l’isola figura tra i principali produttori di semiconduttori al mondo: un fattore, questo, che ha notevolmente aumentato il clima di competizione tra Washington e Pechino. In secondo luogo, si scorge la questione dei dazi imposti al Dragone dall’amministrazione Trump. Sotto questo aspetto, il gabinetto di Joe Biden appare diviso tra chi vorrebbe ridurre quelle tariffe (come il segretario al Tesoro Janet Yellen) e chi auspica invece una linea più severa (come il segretario di Stato Tony Blinken). Un ulteriore dossier sul tavolo è poi quello climatico. L’inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, è da sempre favorevole a una mezza distensione con Pechino in nome della cooperazione ambientale: una cooperazione che tuttavia, al momento, ha dato ben scarsi risultati. Tra l’altro, il Dragone ha interrotto ad agosto il dialogo su questo tema in reazione alle turbolenze diplomatiche esplose con la Casa Bianca. Senza poi dimenticare che i repubblicani (oltre ad alcuni settori dello stesso Partito democratico) hanno più volte sottolineato la necessità di non subordinare al dialogo ambientale la spinosa questione dei diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong. Non è poi affatto escludibile che, nel loro bilaterale, Biden e Xi affronteranno la questione ucraina. Ricordiamo che, pur non avendo mai preso le distanze dall’invasione russa dell’Ucraina, negli ultimissimi mesi il leader cinese si è mostrato più freddo nei confronti di Vladimir Putin. Infine, ma non meno importante, l’inquilino della Casa Bianca dovrà cercare di consolidare la propria rete di alleanze regionali: un obiettivo fondamentale non soltanto in considerazione dei difficili rapporti con Pechino ma anche delle crescenti minacce missilistiche che provengono dalla Corea del Nord.Insomma, per Biden questo incontro si configura come particolarmente significativo per rafforzare la propria immagine dal punto di vista internazionale. Bisognerà capire se ci riuscirà o meno. Nel frattempo, la posta in gioco resta altissima.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.