2025-02-23
La Cgil taglia la paga agli insegnanti
Maurizio Landini (Imagoeconomica)
Il Tesoro ha stanziato 3,2 miliardi per gli aumenti degli stipendi alla scuola. Maurizio Landini e la Uil dicono no al contratto come hanno fatto per enti locali e infermieri. Risultato: a ogni cedolino i lavoratori perdono 150 euro e si vedono stoppare anche i riconoscimenti futuri.Anni fa un amico imprenditore mi fece la seguente domanda: ti sei mai chiesto perché in Italia, nonostante ci sia stato il più grande partito comunista d’Occidente, i cui eredi ancora oggi sono ovunque e controllano giornali, tv, sindacati e magistratura, i salari siano tra i più bassi d’Europa? Io su due piedi non trovai la risposta e lui, l’imprenditore, mi venne in soccorso: «Il motivo è semplice: nonostante la sinistra e confederazioni come la Cgil si riempiano la bocca con parole d’ordine come la difesa dei più deboli e i diritti dei lavoratori, in realtà non hanno mai fatto gli interessi di chi dicono di rappresentare. Parlano di salari, di posti di lavoro, di sviluppo e crescita, ma ciò che davvero vogliono è solo il potere, nulla di più».Banalizzazioni di un discorso più complesso? Sarà, ma le parole del mio amico mi sono tornate in mente ieri, quando ho visto che la Cgil rifiuta di firmare un accordo per il rinnovo del contratto di lavoro per i dipendenti della scuola. L’intesa riguarda 850.000 insegnanti, cui si aggiungono altri 350.000 collaboratori scolastici, ovvero personale ausiliario come bidelli, tecnici e segretari. In totale, fanno un milione e 200.000 lavoratori che, se la Cgil e la Uil sottoscrivessero l’accordo, potrebbero ottenere un aumento medio di 150 euro lordi al mese ciascuno. Il Tesoro ha già iscritto nel bilancio dello Stato una posta per 3,2 miliardi, dunque gli aumenti scatterebbero subito, senza lasciar passare tempo. Ma il sindacato di Maurizio Landini e quello di Pierpaolo Bombardieri (che da tempo sembra la brutta copia della Cgil) si oppongono all’intesa, dicendo che 150 euro lordi sono troppo pochi e coprono solo una parte dell’inflazione. Certo, sarebbe meglio che gli insegnanti né ricevessero 300 e forse anche 500 o 1.000 euro, così da mettersi se non in pari con i colleghi d’Europa almeno di andare vicino ai loro stipendi. Ma non si può neppure pensare che in pochi mesi si possa recuperare il gap costruito in decenni. Dunque, mandare al diavolo un’intesa che riconosce subito 150 euro a più di un milione di lavoratori significa soltanto condannare l’intero mondo della scuola a mantenere stipendi bassi.Forse la Cgil, e la Uil che ormai segue a ruota, spera di spuntare aumenti ancora migliori? È possibile. Peccato che altri soldi nel bilancio dello Stato non ci siano. E soprattutto, peccato che alcuni precedenti non promettano nulla di buono. Il sindacato di Landini e quello di Bombardieri, hanno rifiutato anche gli aumenti per i dipendenti degli enti locali (400.000 persone) e per i lavoratori della sanità pubblica (altri 600.000), con il risultato che segretari, tecnici, infermieri e medici sono rimasti a bocca asciutta. Ma l’aspetto più grave - ovviamente per i lavoratori - è che il mancato rinnovo dei contratti 2022-2024 blocca anche l’intesa 2025-2027, lasciando tutti i lavoratori (della scuola, della sanità e dei comuni) al palo, con buste paga più sottili e senza neppure un minimo recupero dell’inflazione.Ed è proprio il caro prezzi che spinge Landini e compagni a votare contro perché, spiegano il segretario della Cgil e il suo omologo della Uil, il governo offre solo una parte di ciò che si è mangiato il caro vita. Vero, e negli anni scorsi è sempre stato così, però il sindacato, quando c’erano altri governi, non ha fatto lo schizzinoso. Anzi, ha accettato persino aumenti ben più fiacchi. Piccolo dettaglio: se si firmasse subito il contratto della sanità per il biennio 2022-2024 e a seguire il 2025-2027, gli aumenti per i dipendenti del settore sarebbero di 350 euro lordi al mese. Non poco.Dunque, si torna alla domanda del mio amico: perché in Italia abbiamo i salari più bassi? Non sarà davvero che il sindacato, invece di fare gli interessi dei lavoratori, fa politica? Va bene preoccuparsi del futuro di Landini e compagni, ma di quello di chi lavora chi se ne occupa?