2024-05-22
Bruxelles arruola «delatori» online per scovare contenuti da censurare
Nella legge sulle piattaforme digitali entrano tutele per chi denuncia anonimamente.L’Unione europea ha aperto l’arruolamento per costituire il suo esercito di delatori online. E, per invogliare tutti i cittadini a partecipare, ha istituito un potente scudo che garantisce l’anonimato a chi fa le soffiate. Nel mirino, ovviamente, ci sono tutti quei contenuti pubblicati sulle grandi piattaforme digitali (social, motori di ricerca ecc.) che sono ritenuti «inopportuni», «discriminatori» e via censurando. La nuova mossa di Bruxelles, più in particolare, si inserisce nel pacchetto normativo noto come Digital service act (Dsa), ossia la controversa legge europea sui servizi digitali. Il cui obiettivo, come si legge nel sito della Commissione Ue, è «creare un ambiente online più sicuro ed equo», affrontando «questioni quali i contenuti illegali, l’incitamento all’odio e la disinformazione». Un vocabolario che conosciamo fin troppo bene e che non induce certo a dormire sonni tranquilli.Nel lanciare i cosiddetti «Whistleblower tools», Bruxelles specifica inoltre che questi strumenti permetteranno «alle persone di fornire, senza timore di rappresaglie, informazioni che consentano di individuare e scoprire pratiche dannose delle piattaforme online». Le segnalazioni, se richiesto, avverranno «in forma anonima», poiché «tutti i dati sono crittografati, garantendo una solida protezione e il rispetto dei quadri giuridici standard». Gli ambiti di intervento sono molti: pratiche pubblicitarie, tutela dei diritti dei minori, «pratiche di moderazione dei contenuti», «discorso civico e processi elettorali», «preoccupazioni in materia di sicurezza pubblica e salute». Naturalmente, la Commissione Ue chiarisce che il Comitato europeo per i servizi digitali (istituito ad hoc da Bruxelles) «può affrontare solo questioni sistemiche e non può intervenire in controversie individuali di moderazione dei contenuti». Ma la sostanza cambia poco. Il dato essenziale è che, con una normativa così stringente e con i delatori sempre in agguato, i colossi del digitale saranno indotti ad aumentare i controlli e l’autocensura (che poi si traduce nel restringere la libertà di parola dei propri utenti). In caso contrario, su territorio europeo le piattaforme sarebbero maggiormente esposte a pesanti sanzioni da parte dell’Ue: come si legge sempre sul sito della Commissione, infatti, «le decisioni di non conformità possono comportare multe fino al 6% del fatturato globale». Gli effetti del Dsa, insomma, sono potenzialmente devastanti. Pensiamo solo ai tempi del Covid, quando governi, piattaforme online e stampa mainstream derubricavano a «fake news» miriadi di informazioni che poi si sono invece rivelate corrette e corroborate dai fatti. Con l’attuale normativa europea, schiere di piccoli Torquemada avrebbero potuto segnalare alla Commissione Ue la linea «permissiva» di qualche social o motore di ricerca, rendendo la censura – che già al tempo ci fu – ancora più soffocante. Lo stesso si può dire del cosiddetto «incitamento all’odio». Chi stabilisce dove finisce la libera opinione e inizia l’odio? Se Pincopallo93 scrive su Facebook che non gli stanno simpatiche le donne con i capelli rossi, i suoi contenuti verrebbero cancellati in quanto discriminatori, misogini e portatori di odio? A qualcuno potranno sembrare discorsi oziosi, ma non lo sono affatto.Non è un caso che il Dsa sia stato criticato da più parti, tanto da destra quanto da sinistra. Basti pensare alla Dichiarazione di Westminster (2023), che ha riunito personalità e professionisti di tutto il mondo per proteggere la libertà di espressione e di informazione. Gli oltre 130 firmatari del manifesto ammonivano giustamente che il Dsa non farà altro che «rimettere il nostro diritto di parola alla discrezione di entità non elette e non tenute a rendere conto del proprio operato». Un fosco scenario che in Europa, grazie ai buoni uffici di Ursula von der Leyen, potrebbe diventare una spiacevole realtà.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.