Trasporti, lusso e tecnologia soffrono, mentre il comparto sanitario, già resistente alla volatilità, corre grazie alla ricerca su vaccino e terapie. I rendimenti a un anno possono anche superare il 40%.
Trasporti, lusso e tecnologia soffrono, mentre il comparto sanitario, già resistente alla volatilità, corre grazie alla ricerca su vaccino e terapie. I rendimenti a un anno possono anche superare il 40%.Il coronavirus spaventa e rallenta la crescita dei mercati azionari mondiali. Il principale timore è che possa arrivare a intaccare l'economia reale frenando la crescita sia cinese sia mondiale, in grandezze differenti. Tale incertezza ha creato confusione sul mercato generando impatti sia negativi sia positivi su diversi fronti.«In primis», spiega Carlo De Luca, responsabile asset management Gamma capital markets, «quelli colpiti in maniera negativa sono sicuramente i settori legati ai trasporti aerei, lusso e retail. Inoltre, il coronavirus ha fermato temporaneamente la produzione Apple in Cina, la quale ha abbassato le proprie aspettative sui ricavi del secondo trimestre, e di conseguenza ha generato un impatto negativo sulle tutte borse mondiali». «Dall'altro lato», continua De Luca, «il virus tende a favorire il settore farmaceutico. Infatti, mentre il bilancio delle vittime non si arresta, per consentire le cure ai pazienti Pechino ha deciso l'esenzione dai dazi sull'import di una lista di beni come attrezzature mediche statunitensi per, ad esempio, monitoraggio del paziente, trasfusioni di sangue e misurazione della pressione del sangue».Intanto, mentre si cerca di trovare una cura, qualche passo avanti è stato fatto: nuovi farmaci hanno ottenuto l'approvazione della National medical products administration of China per il trattamento del coronavirus Covid-19 e, secondo il ministero della Scienza e della tecnologia cinese, iniziano a mostrare un profilo incoraggiante.«Molti titoli dell'healthcare», aggiunge Anthony Ginsberg, ad di Ginsglobal, «sono saliti velocemente sulla scorta delle notizie sull'epidemia da coronavirus in Cina, in risposta - o in alcuni casi esasperando - le previsioni di vendita per un vaccino che richiederà tempo prima di essere pronto. Molte aziende stanno già usando le borse di studio della Coalition for epidemic preparedness innovations per ideare e produrre un vaccino sperimentale contro il virus. Anche le collaborazioni allargate tra i governi per far fronte all'emergenza avranno effetti positivi per l'intero settore». In tale contesto, sul lato dei mercati finanziari, fanno gola gli investimenti nei principali fondi ed Etf coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di farmaci, trattamenti e vaccini contro il coronavirus.Basta dare uno sguardo alla crescita di rendimento di certi prodotti da inizio anno, quando l'epidemia è scoppiata. Lo Spdr Us Pharmaceuticals Etf è cresciuto in un mese e mezzo del 32,3%, l'Xtrackers stoxx Europe 600 health care swap ucits etf del 40,7% e l'iShares Us pharmaceuticals etf dell'11%. Va aggiunto, poi, che il settore farmaceutico in Borsa, coronavirus a parte, è da sempre considerato un buon investimento perché tendenzialmente immune alla volatilità dei mercati e caratterizzato da aziende i cui bilanci hanno spesso e volentieri il segno più. All'interno della selezione di prodotti fatta da Gamma capital markets, non a caso, la maggior parte dei prodotti analizzati offre a un anno rendimento anche superiori al 25%.
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».






