2018-09-17
Caterina de’ Medici, regina madre per una profezia di Nostradamus
Il negromante predisse che il marito Enrico II, re di Francia, sarebbe morto dopo dieci giorni di agonia. Non bella ma colta e astuta, tentò di imporre la pace tra cattolici e protestanti, però subì cocenti sconfitte.«Il giovane leone sbaraglierà il vecchio/ Sul campo di battaglia in singolar tenzone/ Nella gabbia d'oro gli trapasserà gli occhi/ due classi in una, poi morire, morte crudele». Questo vaticinio, alquanto criptico, proviene - come altri, similmente oscuri - da un negromante del Cinquecento di nome Michel de Notre Dame, più noto come Nostradamus.Nato a Saint-Rémy-de-Provence, passerà alla storia come uno dei più grandi autori di profezie, contenute in un libro di quartine in rima che si intitola, per l'appunto, Profezie. Sembrerebbe, fra l'altro, aver previsto alcuni eventi drammatici, fra cui la Rivoluzione francese. Sua, infatti, è la quartina sulla fuga fallita di Varenne, quella di Maria Antonietta e Luigi XVI, che porterà a sanguinosissime conseguenze.Purtroppo, le premonizioni di Nostradamus sono fatte in maniera talmente complessa ed enigmatica che possono riferirsi a eventi e persone differenti, nonché a epoche diverse; solo a posteriori sono attribuibili a fatti realmente accaduti. Il Cinquecento, comunque, è un'epoca splendida e superstiziosa - come sarà il razionale secolo dei lumi - per cui molti grandi si servono di astrologi e maghi. Fra loro, c'è una regina di Francia che ha lasciato dietro di sé una cupa leggenda nera, davvero non meritata. È un'italiana, unica discendente legittima di una grande famiglia, e si chiama Caterina de' Medici.Nata nell'aprile 1519 a Firenze e rimasta subito orfana, Caterina ha affrontato nella prima infanzia prove crudeli, legate alle sorti della sua casata, che è stata prima in auge, poi in disgrazia. Finalmente, grazie agli intrighi dello zio papa Clemente VII, è stata fatta sposare nell'ottobre 1533 con Enrico di Valois, secondogenito del re di Francia, Francesco I.Gli anni trascorsi accanto a quel suocero, che incarna da solo il Rinascimento francese e ospita presso di sé italiani di genio come Leonardo da Vinci, hanno plasmato Caterina. Anche lei, però, ha rappresentato e rappresenta per lui una chiave di volta, un trait-d'union fra i due paesi. È la Medici, infatti, ad avere in parte esportato dalle corti del Belpaese la cultura, l'arte, la letteratura, l'architettura, lo stile, il lusso, le maniere eleganti e persino la cucina in una terra - l'antica Gallia - ancora molto vicina ai rigori bigotti e ruvidi del Medioevo.Oltre ai gioielli e alle perle di famiglia, la ragazza ha condotto o fatto arrivare artisti, disegnatori, pittori, scultori, artigiani, scrittori, poeti, cuochi, pasticcieri, sarti, musici, cantori. Va ascritto a Caterina il merito di aver introdotto la forchetta a tavola, imposto le culottes per le dame, inventato un modo di montare a cavallo detto «all'amazzone» ( lei stessa è un'eccellente cavallerizza), diffuso i profumi, ideato i sorbetti e i gelati, modernizzato la cucina d'oltralpe, nonché lanciato molte mode. Inoltre, per compiacere il suocero innamorato dell'Italia, la fanciulla ha mandato a prendere in loco opere d'arte e oggetti di ogni genere. Dalle invasioni del 1494, furoreggia il «lusso all'italiana», che oltre un secolo dopo si tramuterà in «lusso alla francese«.Pur non essendo bella né affascinante, inoltre, la Medici è talmente abile che riesce a trasformare questo handicap in un vantaggio. La corte è piena di insidie e Caterina preferisce essere sottovalutata, tenuta per quantité négligeable, che divenire il punto di mira degli invidiosi. Per lungo tempo, quindi, la figlia di quelli che vengono chiamati con scherno «venditori di pillole« - con riferimento alle «palle» medicee - opta per il basso profilo. Sa che il suo matrimonio è considerato una mésaillance e cerca di rendersi gradita, parla poco e osserva molto. Ha una profonda cultura e un'immensa biblioteca, conosce i classici e soprattutto Machiavelli (Il Principe è stato dedicato a suo padre, Lorenzo de' Medici, duca di Urbino), da cui ha appreso il valore della dissimulazione. Si fa apprezzare da Francesco I, dalla sorella Margherita di Navarra, dalla regina Eleonora d'Asburgo. Invece non riesce a suscitare l'interesse del marito, l'introverso Enrico, che è innamorato della bella, ambiziosa e fredda Diane de Poitiers, assai più vecchia di lui.Per anni, Caterina deve sopportare il ménage à trois con l'imperiosa favorita. Costei ha avuto l'astuzia di elevare sé stessa al rango di divinità classica, scegliendo come figura di riferimento la dea della caccia e della luna, la Diana sua omonima. E ha preso come insegna la mezzaluna, l'arco e le frecce, nonché una «divisa» alquanto impudente: «Ho conquistato colui che tutto conquista».Nel 1536 la Medici è diventata delfina di Francia, perché il primogenito Francesco è morto improvvisamente (si è parlato subito di veleno italiano) ed Enrico è divenuto l'erede al trono. Invece di rafforzarla, questo avvenimento ha reso più precaria la sua posizione, poiché ella non ha ancora dato un erede alla Corona. Temendo di essere ripudiata, ha tentato allora ogni mezzo pur di rimanere in stato interessante, circondandosi di ciarlatani che le hanno prescritto rimedi tanto disgustosi quanto inefficaci. Non è merito loro se, nel gennaio 1544, nasce il sospirato erede Francesco. Di quegli anni di tentativi infruttuosi, rimarrà alla Medici l'etichetta infamante di «regina nera«: che sia una seguace di negromanti come Nostradamus e Cosimo Ruggeri è vero, tuttavia ella dimostrerà di saper decidere e regnare da sola.Dopo il primo maschio, arriveranno molti figli e figlie, fra cui la celebre Regina Margot. La prolificità della delfina fa felice il marito, il suocero e la corte, ma Enrico continua la storia d'amore con Diana, che decide persino l'educazione dei principini. Quando, nel 1547, muore Francesco I, sono i due sposi a salire al trono: Caterina viene incoronata ufficialmente regina di Francia, però non detiene un vero potere. La corte, in ogni caso, si riempie di italiani e soprattutto fiorentini.Desideroso di riscattare precedenti sconfitte, Enrico II decide quindi di ricominciare le guerre: il cosiddetto rêve italien, il sogno italiano, è da sempre caro ai Valois, anche se foriero di disastri inauditi. Mentre lui è in battaglia, la moglie viene nominata reggente, anche se nella sostanza la sua posizione non muta, come non viene scalfita l'influenza di Diana. Costei è talmente sicura di sé che in certe notti spedisce il regale amante nel talamo di Caterina, per dare più eredi possibili alla Corona...Tutto potrebbe continuare così - e la Medici non sarebbe passata alla storia come grande e controversa sovrana - se non fosse che, subito dopo la pace di Cateau-Cambresis del 1559, vengono indette feste e giochi per sancire l'avvenimento. In quei giorni, fra l'altro, si svolge il matrimonio per procura della delfina Elisabetta di Valois con il re di Spagna, Filippo II.È il 30 giugno 1559 quando Enrico II si cimenta in un torneo cavalleresco che riecheggia quelli medioevali. Caterina, molto inquieta a causa di un sogno e diverse premonizioni degli astrologhi, lo ha scongiurato di lasciare stare, ma lui non ha voluto darle retta. Durante l'ultima giostra, Enrico impone a Gabriel de Montgomery di cimentarsi con lui. Per una fatale e sfortunata coincidenza, la lancia spezzata di Montgomery riesce a passare in una delle fessure dell'elmo e si conficca nell'occhio del sovrano, penetrandogli fino al cervello. Il Valois morirà dopo 10 giorni di atroce agonia, come aveva previsto Nostradamus.Caterina è disperata, si veste di nero, tuttavia non perde tempo in querimonie. È ormai la Regina madre e lo sarà sempre, anche se sul trono si succederanno tre dei suoi figli. Per lei, è scoccata l'ora della rivincita su tutto e tutti. Tenterà, in una fase travagliata come quella delle guerre di religione fra cattolici e protestanti ( ugonotti), di mantenere un equilibrio, imporre la pace, ma subirà cocenti sconfitte, come nella notte di San Bartolomeo dell'agosto 1572, quando un'infinità di ugonotti saranno massacrati durante le nozze fra sua figlia Margot e il re di Navarra, Enrico. E sconfitta ancor più tremenda sarà la fine dei Valois e la presa di potere di quell'Enrico ex protestante che non a caso pare avesse detto: «Parigi val bene una messa». A Caterina, almeno, la morte risparmierà questo ultimo oltraggio.