2022-02-28
Caro Borrell, non è stufo di coprirsi di ridicolo?
Caro Josep Borrell, caro ministro degli esteri, o meglio Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera (chissà perché le cariche più sono inutili e più hanno nomi pomposi), le scrivo questa cartolina per chiederle se si sia reso conto della sua totale inadeguatezza al ruolo.E, nel caso, se abbia già deciso di porvi rimedio nell’unico modo possibile, ossia mollando la prestigiosa cadrega. È vero che la politica estera europea non è mai esistita. Però, ecco, c’è modo e modo. Pensavamo di non dover mai arrivare al punto di rimpiangere persino Federica Mogherini, l’italiana che l’ha preceduta in quel posto. Invece lei ci sta riuscendo. E, mi creda, non è impresa da poco.L’altro giorno, dopo l’ennesima riunione Ue per stabilire quali sanzioni applicare alla Russia, se n’è uscito proclamando in conferenza stampa che, con il secondo pacchetto, «sono state adottate misure di una portata senza precedenti». In effetti misure talmente decisive che i ministri degli Esteri Ue hanno fatto sapere di essere al lavoro per un terzo pacchetto. Dopo aver privato i russi della finale di Champions e della partecipazione ad Eurovision, come pensate di colpirli ancora più severamente? Escludendoli da Giochi senza frontiere? Fermando le tournée di Pupo? È ovvio: il problema per loro non è essere tagliati fuori dal circuito bancario Swift. Il problema è non poter ascoltare dal vivo Gelato al cioccolato.Pochi giorni fa lei, caro Borrell, si era distinto con un’altra memorabile comunicazione relativa alle sanzioni. Infatti ha esultato via tweet per le punizioni imposte ai ricconi russi: «Basta shopping a Milano, feste a Saint Tropez e diamanti ad Anversa», ha detto con quell’acume diplomatico che la contraddistingue. A tal punto che è stato costretto a cancellare tutto. Niente in confronto a quello che ha combinato a inizio febbraio quando è andato in visita ufficiale a Mosca per far liberare il dissidente Alexei Navalny e invece non solo non l’ha fatto liberare ma non è riuscito nemmeno a incontrarlo. In compenso durante la sua visita sono stati espulsi dalla Russia tre diplomatici Ue. Al termine, nella conferenza stampa congiunta, il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov gongolava. E lei lì, con il capo chino, non una parola sulle espulsioni, né sull’Ucraina. Ha solo elogiato il vaccino russo Sputnik. Roba da Fantozzi. Spagnolo, socialista, figlio di un pasticcere, laureato in ingegneria, è stato presidente del Parlamento europeo e ministro degli Esteri nel suo Paese. Sulla poltrona Ue ci è arrivato per compensazione: siccome i socialisti avevano perso la presidenza, qualcosa dovevano avere in cambio. Sulla ruota di Bruxelles è uscito il suo numero. Lei ha pensato bene di contraccambiare tale fortuna non solo non facendo niente, come i suoi predecessori, ma inanellando anche una serie di gaffe, come quando definì Greta una «sindrome», cioè una malattia, o come quando in agosto si è affrettato a calare le brache di fronte ai talebani vincitori. Poi è arrivata la crisi russa è lei è ha dato il meglio di sé. Cioè il peggio. Quindi mi sento di darle un consiglio di cuore: molli tutto e riprenda la tradizione di famiglia. Mi creda: meglio un pasticcere in più in Spagna e un pasticcione di meno a Bruxelles.
Jose Mourinho (Getty Images)