2025-07-24
«Carestia a Gaza creata da Hamas»
Il presidente israeliano, Herzog, nega le accuse e conferma l’invio di aiuti umanitari. Ostaggi, ultimatum di Katz ai terroristi: «Se non li liberate presto, si aprirà l’inferno».Mentre continuano gli appelli della comunità internazionale per la fine della guerra a Gaza, Israele nega il suo coinvolgimento nel blocco degli aiuti umanitari, puntando il dito contro Hamas. Nel ping pong di accuse, oltre 100 Ong hanno infatti avvisato che a Gaza sta avvenendo «una carestia di massa». Anche il ministero della Salute guidato da Hamas ha denunciato che nelle ultime 24 ore sono morti di fame 10 gazawi. Inoltre, l’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu ha reso noto che l’Idf negli ultimi due mesi ha ucciso oltre 1.000 persone nella Striscia mentre aspettavano gli aiuti nei centri umanitari. Ma nella replica dell’esecutivo israeliano, la colpa è stata data al gruppo terroristico. «A Gaza oggi non c’è un carestia causata da Israele» ha affermato il portavoce del governo, David Mencer. E quindi: «C’è una carenza artificiale, progettata da Hamas». A intervenire a gamba tesa, sulla stessa linea, è stato anche il presidente israeliano, Isaac Herzog: «Stiamo fornendo aiuti umanitari secondo il diritto internazionale». Nel frattempo, a livello diplomatico, continua l’impegno statunitense per raggiungere il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Dunque, è atteso oggi a Roma l’incontro tra l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, il ministro degli Affari strategici israeliano, Rond Dermer, e un funzionario del Qatar. Sono emerse però alcune indiscrezioni riportate da Ynet, secondo cui i mediatori dell’Egitto e del Qatar avrebbero ricevuto una risposta deludente da parte di Hamas riguardo all’ultima proposta sulla tregua. Motivo per cui hanno richiesto al gruppo terroristico «una serie di miglioramenti» per portare avanti le trattative. Dall’altra parte, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un avvertimento: «Alti funzionari di Hamas all’estero stanno festeggiando nei palazzi e negli hotel di lusso e si rifiutano di rilasciare gli ostaggi. Se non verranno rilasciati presto, si apriranno le porte dell’inferno». Tra l’altro, sono scappati in Turchia, con documenti falsi, i figli e le mogli dei fratelli Sinwar.Prosegue anche l’attività del governo italiano per arrivare alla fine delle ostilità. Il premier, Giorgia Meloni, ha infatti sottolineato: «Ribadisco che la situazione a Gaza è drammatica e che nessuna azione militare può giustificare attacchi contro civili». Ha confermato l’impegno «affinché cessino le ostilità e si possa ricominciare un processo serio verso la prospettiva dei due Stati». Parole condivise dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha affermato: «L’Italia ha detto chiaramente basta bombardamenti, basta civili morti», specificando: «Stiamo facendo tutto il possibile per arrivare a una conclusione positiva sul cessate il fuoco».Intanto è arrivato il risultato dell’indagine sull’attacco israeliano contro la chiesa cattolica della Sacra famiglia a Gaza. Si è trattato di un «errore» per il Comando Sud di Gerusalemme: sostiene che il sito religioso sia stato colpito «accidentalmente» nel corso di un’operazione dell’Idf. Immediata è stata la risposta da parte del Patriarcato di Gerusalemme, secondo cui i risultati dell’indagine «sottolineano la gravità del rischio legato a operazioni militari condotte in prossimità di luoghi religiosi e civili». Tra l’altro, mentre una nota dell’esercito israeliano riporta che «l’Idf ha facilitato l’ingresso di aiuti umanitari alla chiesa della Sacra famiglia a Gaza», il Patriarcato ha in parte smentito. Ha infatti puntualizzato che «gli aiuti non sono ancora stati recapitati» pur avendo ricevuto «l’autorizzazione a consegnarli», visto che non sono state ancora completate tutte le procedure. E sempre sul campo, a Gaza, Israele ha reso noto di aver colpito «120 obiettivi terroristici» in un giorno. Dall’altra parte, il ministero della Salute gestito da Hamas ha avvertito che in 24 ore sono stati uccisi 113 gazawi, di cui 34 erano in fila per gli aiuti umanitari.
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