2025-09-12
«Gabriele D’Annunzio, una vita inimitabile»: lo spettacolo tra RaiPlay e RaiTre
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Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.Prima, RaiPlay. Poi, RaiTre. Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con le musiche di Sergio Colicchio ad accompagnare lo spettatore, avrà due giorni di messa in onda. Lo spettacolo, atto a ripercorrere i passi di uno fra i personaggi più affascinanti e divisivi della letteratura italiana, è disponibile su RaiPlay, dalle 21.10 di mercoledì 10 settembre. Poi, dalle 23.15 di questa sera, venerdì 1 settembre, sarà trasmesso su RaiTre, per raccontare - una volta ancora - la vita di Gabriele d'Annunzio, la sua ascesa e infine la morte, tra le mura del Vittoriale.Nel mezzo, nel corso di uno spettacolo organizzato sulla Nave Puglia del Vittoriale degli Italiani, c'è la cronaca di un'esistenza straordinaria, che, il Vate ha vissuto mescolando - forse inconsapevolmente - i dettami pratici di movimenti illustri: della corrente estetica, del futurismo. Gabriele d'Annunzio, che di Marinetti disse male, «un cretino fosforescente», seppe incarnare la commistione di vita e arte che altri, con più precisione, ricercarono all'infinito, incapaci di arrivare ad una giusta sintesi fra teoria e realtà.Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini nei panni del poeta, apre con il periodo romano. C'è la Capitale, i primi passi di d'Annunzio nei circoli intellettuali. C'è la capacità di quest'uomo appena ventenne di utilizzare la comunicazione con furbizia da pubblicitario. Era a Pescara, ancora, quando fece pubblicare la sua prima raccolta di poesie, diramando parimenti la notizia della sua morte improvvisa. Disse d'essere caduto da cavallo, morto giovane, come gli eroi. Poi, quando la critica prese piede, smentì. Lui, che da quel giorno in avanti avrebbe messo in atto strategie sublimi, più moderne della tante che ci sono propinate oggi. Roma sfuma, poi, e arriva Firenze, il matrimonio con Maria Hardouin e l'inizio della relazione adultera con Eleonora Duse. La politica si fa strada fra la letteratura e la poesia, e tutto si mescola come si è mescolato allora, a ricreare la complessità magnetica di d'Annunzio, la sua contemporaneità. La Prima Guerra Mondiale, l'ardore messo nell'impresa di Fiume, il fascismo di Benito Mussolini, l'uso strumentale di ogni mezzo a sua disposizione. E, poi, sempre lì, l'ego, centro di un universo limpido. D'Annunzio ebbe il merito di non perdere mai la propria determinazione, la conoscenza più profonda di sé e delle proprie ambizioni. Fu fedele a quel suo carattere istrionico, incurante del giudizio e delle polemiche che negli anni gli piombarono addosso. E nel momento ultimo, quello della disillusione, fallita l'impresa fiumana, decise per la solitudine, chiuso fra quella mura che curò con amore, regalando agli italiani un museo tra i più belli del Paese.
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