2023-12-27
«Una bestemmia benedire il peccato: ai preti resta l’obiezione di coscienza»
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller (Ansa)
L’ex prefetto della Fede Gerhard Ludwig Müller: «I sacerdoti possono negare il gesto alle coppie gay. I migranti? Quando la Chiesa aiuta le Ong, rispetti le giuste leggi degli Stati».Il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha guidato la Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2012, quando fu nominato da Benedetto XVI, al 2017. Ora ne è prefetto emerito. È quindi tra le persone più titolate ad analizzare la Dichiarazione Fiducia supplicans sul significato pastorale delle benedizioni con cui il suo successore, Víctor Manuel Fernández, ha aperto alla possibilità di benedire le coppie irregolari, comprese quelle composte da persone dello stesso sesso. Eminenza, la Dichiarazione sta suscitando molto clamore e nell’interpretare il testo, l’episcopato si è spaccato: molti vescovi, soprattutto in Asia e in Africa, si stanno ribellando e dichiarano irricevibile il provvedimento; altri, come quelli svizzeri e tedeschi, hanno accolto con esultanza la strada che apre. Si scava così l’ennesima frattura nella Chiesa, che ne compromette l’unità ed evidenzia al suo interno un correntismo simil-politico: se viene meno la dimensione verticale della fede, quali le conseguenze?«La Chiesa, che è Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo, non può essere misurata con le categorie della politica e della diplomazia. Dio, infatti, non ha scelto il suo popolo nell’Antica e nella Nuova Alleanza perché si affermasse attraverso giochi di potere, ma perché la Chiesa fosse sacramento della salvezza del mondo in Cristo, il Figlio di Dio che si è incarnato ed è l’unico Salvatore degli uomini. L’unità visibile della Chiesa come struttura sociale risulta dalla verità della Parola di Dio, che è stata rivelata agli apostoli e che i vescovi, in quanto loro successori, devono preservare fedelmente e lasciare inalterata. Per questo, qualsiasi attività sessuale al di fuori di un matrimonio valido tra un uomo e una donna è oggettivamente un peccato grave che esclude dal Regno dei Cieli fintantoché non ci sia pentimento e perdono. Ecco perché, come peraltro sostiene lo stesso documento vaticano, la benedizione di ciò che è peccato è una contraddizione che finisce per giustificare il peccato stesso. Le persone che vivono in una relazione peccaminosa possono però essere accompagnate dalla preghiera della Chiesa e possono anche essere benedette dal sacerdote nel nome di Cristo, se chiedono la grazia della conversione e del pentimento e se intraprendono seriamente il cammino della sequela di Cristo. Tanto è vero che nella Chiesa antica la preparazione dei catecumeni al battesimo includeva queste preghiere di guarigione - l’esorcismo - e di santificazione, al fine di rafforzare la determinazione a vivere una vita secondo i comandamenti di Dio e gli insegnamenti di Cristo».Lei sostiene che la benedizione di una realtà che si oppone alla creazione non solo non è possibile, ma è blasfema. E che l’insegnamento di Fiducia supplicans è in contraddizione con sé stesso. Perché?«Tutto ciò che contraddice la santa volontà di Dio, Creatore e Redentore, è un peccato grave che esclude dal Regno dei Cieli o è quantomeno un peccato veniale che offusca l’amore di Dio. Benedire il peccato invece del peccatore è una bestemmia. Nel documento Fiducia supplicans si distingue tra la benedizione di due persone in un’unione illecita e l’unione illegittima di queste persone. Ebbene, qualcuno deve aver studiato molto attentamente l’opera di Aristotele Sulle confutazioni sofistiche per operare questa distinzione nella teoria e nella pratica. Ma l’insegnamento cristiano è inequivocabile: “Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo?” (1 Cor 6,18)».Un sacerdote potrà appellarsi alla libertà di coscienza per non benedire queste unioni?«Il sacerdote può appellarsi alla sua coscienza per non benedire unioni illegittime poiché c’è il serio rischio che, altrimenti, finisca per abituarsi al peccato (Gaudium et spes, 16) rendendo vana quella luce che Dio dona alla coscienza umana per illuminarla, aiutandola a discriminare tra il Bene e il male». D’altro canto, si fa notare che Fiducia supplicans risponde alla necessità, nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, di benedire il «bene possibile» presente in ogni realtà e di «andare incontro» alle persone. Cosa ne pensa?«Le cose buone non hanno bisogno di essere benedette perché provengono da Dio e irradiano la Sua gloria. Dobbiamo essere grati e ritenerci fortunati poiché abbiamo la possibilità di arrivare alla conoscenza di Dio e di adempiere la Sua volontà con le nostre azioni, diventando capaci di fare il bene, per amore di Dio, in vista della salvezza di tutti. Ma non possiamo irragionevolmente benedire il male solo perché può essere associato a effetti positivi. Ad esempio, il fatto che il bombardamento atomico di Hiroshima mise fine alla guerra non lo rende di per sé buono; la costruzione dell’ordigno atomico fu un progresso tecnico, ma certamente non fu un guadagno morale per l’umanità. Così, la propaganda Lgbt non ha nulla a che fare con il benessere psicologico e la salvezza eterna di coloro che da essa si sentono giustificati, ma piuttosto cerca la distruzione del matrimonio e della famiglia e, nello spirito del movimento antinatalista, mina la natalità anche con il pretesto che il mondo andrebbe preservato dalla catastrofe climatica di cui essa è colpevole. Pertanto, ogni progresso tecnologico deve misurarsi con il criterio della crescita dell’umanità e della maggiore apertura a Dio».In ragione di un progressismo senza limiti si continua ad alzare l’asticella in relazione alla modernizzazione della Chiesa: non c’è il rischio che la si mondanizzi? Come può la Chiesa restare al passo con i tempi rimanendo nella verità e proteggendo la fede dei «piccoli»? «Per restare al passo con i tempi la Chiesa deve avere chiara consapevolezza che Cristo non è né un conservatore né un progressista, secondo il criterio delle ideologie dualistiche successive alla Rivoluzione francese, ma è semplicemente il Redentore e il Perfezionatore dell’umanità, nella verità e nell’amore. Insegnare questo rende la Chiesa capace di proteggere e conservare la fede dei piccoli».Sembra che nella Chiesa sia venuto meno il dibattito sull’attacco all’uomo, dal concepimento alle varie fasi della sua vita, che vediamo in atto. Di certi temi si parla tangenzialmente. Quale la ragione di questo silenzio e cosa comporta?«Questo silenzio è scioccante ed è segno di un amore che si è raffreddato. Solo perché non possiamo, a livello di potenza comunicativa, competere con i media e gli ideologi politici dominanti, non dobbiamo smettere di essere la voce dei non ancora nati, dei malati, dei poveri, dei disprezzati e di chi è in difficoltà. Nostro Signore è morto sulla croce, deriso e abbandonato e non si è fatto acclamare “eroe del nuovo ordine mondiale” secondo l’Agenda 2030, in un hotel a cinque stelle di Davos, dai potenti di questo mondo. Nei tempi del post e del transumanesimo, non possiamo non ricordare la più grande verità della fede cristiana: il figlio di Dio discese dal cielo, prese la nostra carne, morì sulla croce per i nostri peccati e risorse per donarci la vita eterna».Questo giornale ha portato alla luce lo scandalo dei finanziamenti ecclesiali nei confronti di una Ong indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Chiesa, che è sempre stata «maestra in umanità», ha veramente bisogno di abbinarsi a certe figure controverse per compiere il bene?«Quello che so sulla faccenda l’ho appreso anch’io dai giornali. Naturalmente, come cristiani abbiamo il dovere di stare al fianco di ogni persona, soprattutto per proteggerla dalla sofferenza e dalla morte ingiusta. La Chiesa però, quando collabora con gli organismi non ecclesiali, deve rispettare sempre i principi dell’etica cristiana e della Dottrina sociale, tenendo conto delle giuste leggi degli Stati e delle Associazioni internazionali».Anche con riferimento al suddetto caso, si ha spesso l’impressione che il Papa venga «usato» a sua insaputa e schierato a favore di una precisa agenda politica. Lo pensa anche lei?«Non posso permettermi di giudicare nulla al riguardo e quasi istintivamente sto sempre dalla parte del Santo Padre. Certamente, nel corso della storia ci sono stati tentativi di sfruttare l’autorità religiosa e morale dei vescovi e dei papi per interessi secolari, e ci sono stati anche casi individuali in cui ciò è riuscito, a scapito della credibilità della Chiesa. Dalla storia della Chiesa si può imparare molto e anche trarre consolazione per il fatto di sapere che nemmeno noi sacerdoti siamo in grado di distruggere la Chiesa dal suo interno, perché il Signore, nonostante tutte le forze dell’inferno, ha promesso a Pietro che - anche se ridotta a un piccolo gregge - essa resterà, fino al ritorno di Cristo».
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.