2023-03-06
Il capo di gabinetto di Speranza: «Il Covid allunga la vita a Conte»
Agli atti dell’inchiesta gli sms di Goffredo Zaccardi, tecnico del ministro. Poco dopo lo scoppio della pandemia, spiega gli «effetti» sull’esecutivo. E dice che Giuseppi «sfrutta la cosa»: «Vuole arrivare a fine anno con dichiarazioni e dpcm per colpire Salvini».Non avevamo politici, dirigenti e funzionari all’altezza della situazione e in grado di gestire l’emergenza. In compenso avevamo qualche ottimo notista politico. Il migliore di tutti era senz’altro Goffredo Zaccardi, potente capo di gabinetto di Roberto Speranza. Non stupisce: professionista di lunghissimo corso, si è ritirato nel 2021 dopo essere stato più volte evocato sui giornali per le vicende riguardanti il Covid.Fu lui a scrivere in un messaggio, tanto per citare un caso, che il famoso report redatto per l’Oms da Francesco Zambon e giudicato troppo critico del governo nella gestione pandemica andasse fatto cadere nell’oblio (cosa che in effetti avvenne). Sempre lui, apprendiamo ora dalle carte della inchiesta di Bergamo che lo coinvolge, spiegava a una collega che tutti coloro che non avevano aggiornato il piano pandemico dal 2013 in avanti sarebbe finiti «nei casini». Ebbene, l’ottimo Zaccardi a marzo del 2020 - cioè nel pieno del delirio sanitario - si lasciava andare via chat ad alcuni commenti sul governo giallorosso. Il primo lo fece direttamente a Domenico Arcuri, il supercommissario. «L’11 marzo 2020 il dott. Domenico Arcuri veniva designato commissario straordinario all’emergenza Covid-19, anche se poi formalmente la nomina sarà del 18.3.2020», scrivono gli inquirenti. «Nel corso di uno scambio di messaggi, Zaccardi lo informava che la gestione ministeriale era “debole”». Proprio così: Zaccardi invia ad Arcuri (che più avanti definirà bravo e ottimo amico) un messaggio per complimentarsi e lo invita a contattarlo quanto prima. «Sentiamoci già domani», gli dice. «Sono deboli come gestione». Non un grandissimo complimento, va detto, ma l’analisi era piuttosto azzeccata. Ma il meglio (anzi, il peggio) deve ancora venire. Proprio in quelle ore si stava discutendo delle misure restrittive da adottare in Lombardia, fresca di chiusura totale (8 marzo). Scrivono gli investigatori che nello stesso giorno, «l’11 marzo 2020, alle ore 15.37, Zaccardi chattava con Luca Monteferrante, capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute». È in questa conversazione che le capacità di analisi politica del capo di gabinetto si esprimono al meglio. I due parlano del modo in cui l’esecutivo guidato da Conte sta gestendo l’emergenza e non sembrano entusiasti. Soprattutto, percepiscono la nomina di Arcuri - per cui pure sembrano nutrire stima - come un brutto colpo per il ministero della Salute e per lo stesso ministro. Zaccardi commenta durissimo: «La pandemia allunga la vita al governo». Nulla che non avessimo intuito già all’epoca, ma detto dal capo di gabinetto di Speranza nel pieno degli eventi fa un certo effetto. Aveva capito perfettamente che l’emergenza avrebbe inchiodato i giallorossi alle poltrone, anche se litigiosi. Nella stessa conversazione, arrivano altre bordate per Conte. Monteferrante non è contento dell’arrivo di Arcuri. Conte, dice, «ha così commissariato nostra direzione generale programmazione e introdotto il potere sostitutivo che lunedì aveva creato tanto scalpore». Zaccardi lo rassicura: Arcuri è bravo, afferma. Ma l’altro è comunque scettico: «Noi non ne usciamo bene. I poteri sostitutivi avrebbero dovuto essere conferiti al nostro ministero». Zaccardi non può che confermare: «Sì», ammette, «il colpo grosso è a Borrelli e Urbani e un po’ a Iachino. E poi al ministro che adesso avrà due interlocutori indipendenti e non uno. Lo avevo ripetutamente invitato a non farsi mettere tra l’incudine (Borrelli) e il martello (Conte) e a non farsi assorbire dalla protezione civile da ospite non so quanto desiderato». Il senso è chiaro: Speranza in quel modo perde peso, schiacciato tra il primo ministro fin troppo presente e il capo della Protezione civile. Seguono frasi sibilline in cui Zaccardi dice che a quel punto Speranza può «riprendere il pallino salute tornando a ripa con il Cts e dettando le sole regole sanitarie e lasciando la gestione agli altri [...] se non lo capisce la sua figura si scioglierà».Ed ecco che, dopo aver spiegato come secondo lui deve agire il ministro, il capo di gabinetto di Speranza spiega al collega che cosa stia accadendo a livello politico: «Conte vuole arrivare a fine anno con dichiarazioni e dpcm per colpire Salvini, non altro. Stanno ingigantendo o almeno sfruttando la cosa per biechi motivi politici, ora capisci perché sto in disparte? Non sono d’accordo sulla linea e temo ne trarrò le conseguenze se non mi segue ma è troppo preso dalla comunicazione e dalle relazioni». La valutazione è corretta, ma durissima, soprattutto perché proviene da un uomo di primo piano del ministero della Salute, uno che ha passato la vita nelle stanze del potere e che sa come vanno le cose in quegli ambienti. E che cosa dice? Che Conte sta usando la pandemia per restare al potere e colpire il suo ex alleato ora nemico numero uno. Non è tutto. Zaccardi prosegue ribadendo alcuni concetti. «Non faccio cose in cui non credo», dice. «Una buona prevenzione per i più deboli e un rafforzamento delle strutture avrebbero evitato al Paese un disastro di cui non capiscono la portata. Ribadisco credo che la spinta venga più da ragioni politiche che sanitarie. Non mi piace».Il quadro è devastante. In quei giorni del 2020 il governo sta procedendo a chiusure che, come abbiamo appreso a nostre spese, si sarebbero rivelate devastanti a più livelli. E secondo il capo di gabinetto di Speranza, quello che fa muovere la macchina del ministero, le scelte sono motivate più da ragioni politiche che sanitarie. Solo una opinione? Può darsi: ma una opinione che conta tanto. E quanto fosse vera, purtroppo, lo abbiamo scoperto quasi subito.