Il governatore uscente Occhiuto (Fi) da domani vuole la riconferma alle urne calabre contro lo sfidante Tridico, in quota 5 stelle. Mister Inps cavalca il reddito di cittadinanza e il no al ponte sullo Stretto, l’azzurro chiede di poter portare a termine le opere iniziate.
Il governatore uscente Occhiuto (Fi) da domani vuole la riconferma alle urne calabre contro lo sfidante Tridico, in quota 5 stelle. Mister Inps cavalca il reddito di cittadinanza e il no al ponte sullo Stretto, l’azzurro chiede di poter portare a termine le opere iniziate.Un altro weekend ad alta tensione. Ma questa volta in Calabria. Archiviate le Marche, il centrodestra spera da lunedì di poter festeggiare anche in Calabria. Mentre Conte e i suoi sperano di brindare e strappare alla destra la guida della Regione. Domani e dopodomani i cittadini andranno a votare (urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì) per scegliere il nuovo presidente. I calabresi avranno tre possibilità: riconfermare il governatore uscente Roberto Occhiuto (Fi); eleggere l’europarlamentare del Movimento 5 stelle Pasquale Tridico, candidato del «campo largo» di centrosinistra; votare per l’avvocato e giornalista Francesco Toscano, alla guida di Democrazia sovrana e popolare, partito fondato assieme all’ex segretario generale del Partito comunista Marco Rizzo. Ieri si è conclusa una campagna elettorale intensa, che ha visto Occhiuto scendere nuovamente nelle piazze per «difendere» il suo operato e Tridico fare il tour della Calabria per «portare il cambiamento». Una sfida anticipata, arrivata un po’ all’improvviso. In Calabria, infatti, le acque hanno iniziato ad agitarsi da questa estate. A giugno, era stato lo stesso presidente Occhiuto a informare i calabresi di essere indagato in un’inchiesta per corruzione. Poi, il 31 luglio, sempre via social, il governatore aveva annunciato le sue dimissioni. Non proprio un fulmine a ciel sereno, ma un annuncio che ha scombussolato la politica calabrese. Occhiuto ha diffuso un video in cui spiegava le ragioni delle dimissioni, mostrando anche le immagini di cantieri aperti e delle tante opere pubbliche progettate in Calabria. Il suo annuncio non era, però, privo di rabbia. «Perché quando qualcuno cerca di fare qualcosa di buono in questa Regione, tanti altri, che godono per il fallimento della Calabria, vorrebbero fermarlo?», domandava il presidente dimissionario, aggiungendo: «Chi vorrebbe fermare queste opere? Non la magistratura. Sapete con chi ce l’ho? Con questi politici di secondo piano, che non hanno mai realizzato nulla, gli odiatori arrabbiati con la vita, che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire il presidente della Regione». Da quella sera, Roberto Occhiuto ha iniziato la sua campagna elettorale promettendo ai calabresi di «stravincere». A quel punto, in piena estate il centrosinistra si è messo subito al lavoro per cercare un candidato che potesse sconfiggere il governatore uscente. Settimane di riunioni e di rumors, poi la scelta del candidato unico del centrosinistra o, meglio, del campo largo. L’ex presidente dell’Inps ha rotto gli indugi e da quel giorno ha iniziato a girare in lungo e in largo per la Calabria per «conoscere la gente e ridare fiducia ai calabresi». Otto le liste a sostegno di Occhiuto: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Occhiuto presidente, Forza azzurri, Noi moderati, Democrazia cristiana-Udc e Sud chiama Nord-Partito animalista. Mentre sei sono le liste a sostegno di Tridico: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Democratici e progressisti, Casa riformista, Lista Tridico presidente e Alleanza Verdi e Sinistra. Nessun sostegno da parte di Azione, il partito di Carlo Calenda. Toscano, infine, è sostenuto dalla lista del suo partito. Lo scontro politico tra Occhiuto e Tridico non è stato privo di polemiche, di attacchi anche social, di selfie, di video e di una campagna elettorale comunque vissuta tra la gente. Non sono mancati i big nazionali a supporto dei candidati. Nei giorni scorsi, il tour calabrese del ministro dei Trasporti Matteo Salvini si è svolto quasi in contemporanea con quello del leader pentastellato Giuseppe Conte. Dal palco di Lamezia Terme la premier Giorgia Meloni, quattro giorni fa, ha salutato i cittadini indossando un berretto con la scritta «Calabria» e promettendo una nuova ripartenza. Pure negli ultimi giorni di campagna elettorale non sono mancate le promesse: Tridico ha annunciato la sospensione del bollo dell’auto per i calabresi con Isee fino a 25.000 euro, mentre Occhiuto ha rilanciato sul bonus da 500 euro destinato ai giovani calabresi che decideranno di iscriversi in atenei della Regione invece di andare a studiare fuori. Tanti i temi caldi affrontati in questa campagna elettorale: dal lavoro alla sanità, dal ponte sullo Stretto al «reddito di cittadinanza» sbandierato dai 5 stelle. Tridico ha contestato le ultime mosse elettorali di Occhiuto: «Con un video sui social Roberto Occhiuto presenta la sua agenda dei sogni. Una lista che dimostra solo una cosa: in quattro anni non ha fatto nulla». Ma il presidente dimissionario ha rilanciato con video e post in cui ha elencato le «tante cose già realizzate»: «Tridico non conosce la storia e neppure il presente della Calabria, e cita come ospedali chiusi strutture che ho riaperto come Praia e Cariati, che io ho messo, faticando moltissimo, nella rete ospedaliera».
Palazzo Madama (iStock)
Il taglio alla tassazione sugli aumenti contrattuali aiuta 3,3 milioni di dipendenti che guadagnano meno di 28.000 euro, mentre con la riduzione Irpef ci sono vantaggi da 440 euro dai 50.000 euro in su. Fdi ritira l’emendamento sugli scioperi.
Una lettura attenta della legge di bilancio fa emergere altri argomenti che rivelano il carattere strumentale della narrazione data dalla sinistra su una manovra poco attenta alle fasce deboli e invece orientata a favorire i «ricchi». Dopo l’operazione «verità» effettuata dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, sulla natura della riforma delle aliquote dell’Irpef che, contrariamente alla tesi di Cgil e Pd, non va a favorire quelli che a sinistra considerano «ricchi», era rimasta in piedi la tesi che comunque questa manovra è squilibrata a vantaggio del ceto medio, poiché dei bassi redditi il governo si è occupato nelle precedenti leggi di bilancio. Ma guardando con attenzione al testo depositato in Senato e che comincerà l’iter di esame la prossima settimana, emergono una serie di misure proprio a favore dei ceti meno abbienti.
- Il gruppo armato Jnim avanza seminando morte e bloccando strade e commercio. Le forze governative, sostenute dai russi, annaspano.
- Ag Ghaly è riuscito in ciò che nessun capo tuareg aveva mai ottenuto: trasformare la lotta per l’autonomia in una crociata globale in nome di Maometto. Finanziandosi attraverso il controllo delle rotte di esseri umani.
Lo speciale contiene due articoli.
Dario Fabbri (Ansa)
L’esperto Dario Fabbri: «Se l’Ucraina in futuro cambiasse regime, diventerebbe un cavallo di Troia dei russi. La corruzione? A quelle latitudini è normale. Putin ha ottenuto solo vittorie tattiche, adesso gli serve la caduta di Zelensky».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 novembre con Flaminia Camilletti





