2024-11-06
Idea anti bulli di «Avvenire»: cambiare sesso
Prendendo spunto dagli schiamazzi di alcune scolaresche durante la visione di un film, il giornale dei vescovi ospita le tesi estreme dello psicologo Prunas sulla transizione di genere: «Grati a un clima che permette decisioni un tempo impensabili».«L’effetto branco scatena gli istinti peggiori». Non c’è dubbio, la massa fa massa. Sono gli istinti che spingono qualche adolescente a deridere e schiamazzare in modo maleducato mentre sul grande schermo scorrono le immagini del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. È accaduto durante la Festa del Cinema di Roma ad una proiezione per le scuole. Invece l’effetto woke (equivalente dell’effetto branco nella meravigliosa società radical) scatena un altro tipo di reazione, egualmente pavloviana: la lezione sociologica in chiave conformista, paternalistica e consolatoria, come da sorprendente articolo-intervista de L’Avvenire, nel quale vengono rasi al suolo valori universali a colpi di piumino da cipria per legittimare la transizione sessuale. E trasformare il dramma personale e famigliare della disforia di genere nel ballo di Cenerentola.Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Quindi in bilico fra Papa Francesco che avanza con prudenza nella foresta transgender («Una brutta ideologia del nostro tempo che annulla le differenze e rende tutto uguale, e cancellare le differenze è cancellare l’umanità. Uomo e donna stanno in una feconda tensione») e il quotidiano dei vescovi che decide - partendo dalla giusta critica al machismo di borgata della platea studentesca - di benedire tutto ciò che va oltre la natura, la tradizione, le Sacre scritture. E di aprire «senza se e senza ma» alle carriere alias, vale a dire ai percorsi di quei giovani che non si identificano né con il genere maschile né con quello femminile; alla ribellione di chi non accetta il genere assegnato alla nascita (come se non si trattasse di biologia ma di lotteria); alla rivendicazione di chi chiede un nome neutro rispetto a quello registrato all’anagrafe.La sterzata è sorprendente. Va oltre la legittima fotografia di una realtà corroborata dalla statistica, sulla quale peraltro soffia forte il vento del marketing e della moda di questo tempo dominato dal materialismo. La sterzata è affidata a uno degli psicologi più estremi in materia, Antonio Prunas, docente all’Università Bicocca di Milano, felice di applaudire la transizione medica degli adolescenti, di consigliare loro di seguire le inclinazioni (magari di facciata) e di chiedere ai genitori di prenderla con filosofia. Uno «state sereni» renziano in salsa psicanalitica. «Oggi i ragazzi hanno l’opportunità di riflettere sulla propria identità senza condizionamenti e senza stereotipi. Un grande momento di libertà», si illumina lo psicologo che dirige anche un corso di perfezionamento in consulenza sessuologica. E aggiunge: «Non si tratta di tendenze nuove che corrompono e confondono i ragazzi, ma dell’emersione di una realtà che è sempre esistita e che veniva tacitata sotto valanghe di conformismo».L’uscita è singolare e in qualche modo fuorviante, banalizza un tema complesso e spesso drammatico che le famiglie vivono con grande sofferenza, alla ricerca della consapevolezza, partendo spesso dal disorientamento e dal dolore. Il percorso dei ragazzi (che non può essere un liberi tutti stile Careggi, una pastiglia e via) è complicato, li espone a rischi fisici e psicologici, con ripensamenti in corso d’opera ma danni talvolta permanenti. Anche la disforia di genere non è un pranzo di gala. Oggi in Italia numerosi esperti (medici, psicoterapeuti) lavorano per realizzare e implementare protocolli che aiutino ragazzi e genitori a camminare insieme dentro la penombra.Su tutto questo, ecco l’allegra posizione di Avvenire, che per stigmatizzare il bullismo di quattro adolescenti maleducati lancia un messaggio che neanche l’Arcigay. E lo fa dando voce a uno studioso che ama le fughe in avanti e che qualche mese fa ha scandalizzato le femministe più ortodosse con questo disinteressato consiglio: «Nel caso in cui le famiglie non si rassegnino alla transizione di un figlio e portino articoli scientifici contro la terapia affermativa, la persona in transizione dovrà mettere in conto di perdere quelle relazioni famigliari». Qui spinge sull’acceleratore lo sfasciacarrozze Prunas: «Ai genitori dico che l’opportunità che hanno oggi i ragazzi di riflettere sulla propria identità senza condizionamenti e senza stereotipi è un grande momento di libertà e dobbiamo essere grati a un clima culturale che permette di assumere decisioni un tempo impensabili». Pura demagogia woke, una rilettura in forma di bigino dei dogmi che dominano il dibattito intersessuale nei campus universitari californiani. Un interrogativo di fondo prende corpo durante la lettura. Ma quando parla di stereotipi, condizionamenti, di quel passato fatto di infingimenti e di realtà tossiche, a quale male assoluto si riferisce il turbo-progressista Prunas? Nell’articolo viene sottolineato che «educare all’affettività non vuol dire trasmettere schemi rigidi di comportamento oppure formule desunte da modelli ormai inaccettabili». E quale sarebbe il modello ormai inaccettabile per Avvenire, per caso quello della genitorialità uomo-donna nella stalla di Betlemme con un neonato nella mangiatoia? Quello che rappresenta uno dei cardini della religione cristiana e si chiama famiglia? Questo sì che è uno scoop.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.