2019-07-21
Burocrati e psicologi si sostituiscono alla famiglia demolita dall’ideologia
Con 104.000 professionisti il nostro Paese ha il più alto numero di analisti. Che attraverso i servizi sociali prendono il posto dei genitori, giudicati inadeguati. I pregiudizi di Freud sono rimasti vivi nei suoi discepoli.«Angeli e demoni», l'inchiesta «dark» su psicologi e cooperative che certificavano ai servizi sociali abusi subiti dai bambini per sottrarli a genitori innocenti e affidarli a conoscenti, spesso vicini alla galassia omosessuale Lgbt, ci riporta al clima in cui nacque la psicoanalisi, più di un secolo fa. Al suo centro era appunto la sessualità infantile, considerata in età moderna una scoperta di Freud, anche se tra gli studiosi di tradizioni e di folklore le fantasie e i riti e i giochi sessuali dei bambini sono documentati da secoli e selvaticamente raccontati nei diversi miti. Come quello di Iacco, il figlio di Demetra, dea greca della terra, che balza fuori da sotto le sottane alzate della vecchia balia, e così facendo riesce a far ridere la madre, triste perché il dio degli inferi le aveva rapito la figlia. Nelle culture tradizionali era appunto nel gruppo famigliare che si sviluppavano i primi conflitti e al suo interno venivano risolti, grazie alla fiducia tra i suoi membri. Nella modernità industriale invece, dove nasce la psicoanalisi, la famiglia viene dissolta: i genitori lavorano e lo Stato con i suoi servizi sociali ne occupa gradualmente il posto. In questa trasformazione la psicoanalisi freudiana e la sua visione della sessualità infantile ha avuto sul piano culturale un ruolo molto più rilevante di quanto le venga comunemente riconosciuto. Freud attribuì grande importanza all'aver visto a circa due anni e mezzo la madre nuda durante un viaggio da Lipsia a Vienna, e fin dall'inizio del suo lavoro come analista prese molto sul serio i racconti di presunti abusi da parte dei genitori fatti dai pazienti, o da lui ricavati sui loro ricordi e sogni. La psiche e i suoi disturbi, più che affettività, spiritualità, istinto, gli apparvero soprattutto come sessualità. Freud (come dirà lo psicoanalista francese Roger Dadoun), pensa «per masturbazioni e coiti», e fa sempre più spazio «a una sessualità infantile presentata sotto il segno della seduzione». Insomma la gran parte dei problemi gli sembravano derivare dal fatto che i pazienti fossero stati sedotti dai famigliari, producendo appunto «traumi sessuali prima dell'età della ragione», come nota in una delle «minute» trasmesse all'amico dentista Wilhelm Fliess (di cui era convinto di essere innamorato).Freud, critico della famiglia che scriveva alla fidanzata «sono sempre stato un uomo di opposizione» e aveva forti riserve sugli aspetti piccolo borghesi del padre, non era tuttavia un ciarlatano. Si rese quindi ben presto conto che le analisi basate su questi racconti spesso non concludono nulla, mancano di dati di realtà che li confermino, né (data la frequenza con cui compaiono) «si può pensare che tutti i padri siano dediti all'abuso dei figli». Nelle lettere a Fliess, quindi, riconobbe di essersi messo in un vicolo cieco. Ma non durerà molto. Anche quando «il fatto non sussiste» c'è però il suo «fantasma», sosterrà la sua scuola, vedendolo nel complesso d'Edipo, che da «uomo che uccide il padre» verrà qui ridotto al più banale «uomo che va a letto con la madre»: l'immagine che dominerà pressoché indisturbata la cultura europea del XX secolo, e permetterà di scambiare per «seduzione» l'amore indispensabile alle relazioni familiari e alla possibilità stessa della famiglia. Ciò consentirà in particolare di suscitare la «rivolta contro il padre» che avrà anche vistosi aspetti politici, tra i quali buona parte del 1968. È ancora questo, poi, il terreno psicologico dove si realizza l'ulteriore demolizione della famiglia che porterà alle leggi sull'aborto e divorzio degli anni Settanta, e alla «decostruzione» dei due generi, femminile e maschile, lanciata anche come programma politico dalla fine del secolo in poi da Judith Butler e dai gruppi di pressione che la sostengono, dalla Lgbt alla Open Society di George Soros. L'attacco al padre, anche quando poi risultava innocente nella grande maggioranza dei procedimenti, era tecnicamente indispensabile alla decostruzione della famiglia e dei generi perché (come spiegò un freudiano di rilevanza internazionale, Franco Fornari), «al momento della nascita la coppia madre-bambino sposta sul padre la propria distruttività». Quando il genitore affronta la situazione con sicurezza e affetto, ciò consente il fondamentale periodo di relazione fusionale madre-figlio e pone quindi le premesse affinché con lo sviluppo del figlio l'aggressività venga riassorbita nella più ampia alleanza famigliare. Questo naturale passaggio diventa però impossibile se «le risorse affettive e tecniche del ruolo paterno vengono accantonate» per fare ideologicamente prevalere un codice materno affidato neanche più alla madre ma all'istituzione pubblica, (ospedali o servizi sociali) come cominciò ad accadere già negli anni Ottanta del Novecento. Fu un'operazione politica spregiudicata (a volte inconscia), realizzata della classe dirigente del centrosinistra, che accelerò la demolizione del padre già in atto in Occidente, e fornì con il nuovo insegnamento universitario di psicologia gli operatori destinati a realizzare nei diversi servizi pubblici la decostruzione della famiglia.Oggi gli psicologi in Italia sono oltre 104.000, con il rapporto più alto d'Europa rispetto alla popolazione; senza gli incarichi o convenzioni con lo Stato e i suoi servizi la categoria potrebbe trovarsi in difficoltà. Tuttavia il rischio che nella situazione attuale diventi una burocrazia politica, sostitutiva di una politica della famiglia, esiste. Del resto sia Freud che Jung, i fondatori delle psicologie del profondo, lo temevano, data la difficoltà di realizzare nelle facoltà di psicologia un'autentica formazione analitica (infatti neppure menzionata nella legge istitutiva dell'Ordine degli psicologi), necessaria però per muoversi in questo campo senza fare danno. La psiche non si conosce sui libri, ma soprattutto esplorandola con franchezza in sé stessi. Se l'esperienza di trasformazione personale viene sostituita da un apprendimento razionale, per giunta filtrato dall'ideologia, il rischio di fare guai diventa alto.È allora che capita di «trovare violenze anche se non ci sono», come ha dichiarato il professor Guglielmo Gulotta a Francesco Borgonovo sulla Verità. Ciò accade quando si scambiano per realtà i propri «fantasmi» e complessi personali, spesso abbondantemente presenti come ha accertato il giudice delle indagini preliminari di «Angeli e demoni», Luca Ramponi, certificando che: «pressoché tutti gli indagati hanno alle spalle gravi storie di sofferenza». In effetti è frequente che i giovani aspiranti psicologi pensino di essere stati abusati, come molti pazienti di Freud. Poi se vanno in analisi, scoprono spesso che era appunto un «fantasma» personale, «proiettato» sui genitori per una confusione tra il proprio mondo interiore e la realtà. Però se non c'è analisi, o viene fatta ideologicamente o affrettatamente, si può trasferire il proprio problema sui pazienti. Soprattutto se piccoli, indifesi, e inviati dal tuo principale e potente cliente: lo Stato.