
Evitiamo spese pazze e inutili, riscopriamone il senso profondo. E compriamo la colomba italiana per aiutare le nostre imprese.Siamo ancora in periodo di Quaresima e fra pochi giorni celebreremo la Pasqua. È una Pasqua molto particolare, in un anno di pandemia, condizione che ben pochi di noi hanno vissuto prima d'ora (ci sono state tre pandemie nel secolo scorso, la Spagnola nel 1918, l'Asiatica nel 1957, e la Hong Kong nel 1968) e che necessita la severa quarantena che stiamo vivendo. La quarantena dell'intera popolazione, fatto entrare il virus come purtroppo è avvenuto, è l'unica arma che possiamo schierare contro la diffusione del virus cinese Sars-CoV-2, responsabile della malattia Covid-19 che ha già ucciso decine e decine e decine e decine di migliaia di persone nel mondo. La Covid-19, che in modo più casual chiamiamo coronarvirus, spaventa anzi terrorizza: è una minaccia invisibile che attenta alla salute umana, talvolta minandola senza rimedio. Ma non è solo paura della morte che alcune sue complicazioni possono portare: accanto a quella si staglia un sentimento di disorientamento, perché la quarantena ci impedisce la nostra caotica ma vitale quotidianità. È un po' come se tutti, anche i non credenti, vivessero alcune condizioni, sensazioni e pensieri della Quaresima cattolica e guardassero a quando tutto sarà finito, al compimento di quell'andrà tutto bene che pulsa nei cuori di tutti, come un credente guarda alla miracolosa e commovente Risurrezione di Gesù che si celebra a Pasqua. Non sono pochi i punti di contatto tra queste situazioni ed esaminarli può aiutare a trovare sollievo. Nella liturgia cattolica, la Quaresima (che comincia il Mercoledì delle Ceneri nel rito romano e la domenica successiva al Martedì grasso nel rito ambrosiano, terminando il Giovedì Santo) è un periodo di preparazione alla festa solenne della Pasqua, che cade la domenica successiva al primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera, quest'anno il 12 aprile. I quaranta giorni - nel rito romano sono quarantaquattro - della Quaresima sono un momento molto particolare, di indubbio valore ascetico. Ciò che potremmo dire anche della nostra quarantena, che somiglia al riflessivo ritiro in sé stessi della Quaresima e per forza di cose ci spinge ad essere più spirituali che corporei, viste le limitazioni. Col corpo possiamo fare le solite cose all'interno della casa, ma non quelle all'esterno. Il concetto di quarantena sanitaria, per alcuni versi, non è poi così diverso da quello che sta alla base della quarantina di giorni che dura la Quaresima. La parola «quarantena» è la dizione veneta di «quarantina». La quarantina di giorni, che in Veneto diventavano «una quarantena de zorni», sono quelli che si dovevano passare sull'isola di Santa Maria di Nazareth nella Repubblica di Venezia nel periodo delle grandi pestilenze del Tre e Quattrocento. La Repubblica di Venezia istituì questa forma di pubblica profilassi per evitare la diffusione di contagi che potevano arrivare innanzitutto dal mare. La parola lazzaretto deriva da nazzaretto, appunto dal nome dell'isola sulla quale venne ospitata la prima quarantena, mescolato con Lazzaro, l'appestato morto e poi resuscitato da Gesù e nel lazzaretto animali, persone e merci sospettati di portare infezioni dovevano restare quaranta giorni, considerati sufficienti all'eventuale sviluppo di malattie già contratte. Passata la quarantena indenni, potevano varcare l'ingresso in città. Come vedete, si trattava di quaranta giorni, esattamente come quelli di quaresima. Nella Bibbia torna spesso la cifra 40, soprattutto giorni ma anche anni. Sono infatti 40 gli anni che il popolo ebraico passa nel deserto dopo la liberazione dall'Egitto (e infatti la Pasqua ebraica, che si chiama Pesach, commemora quella fuga). Sono, per esempio, 40 i giorni che Mosè passa sul Monte Sinai, 40 i giorni che Dio dà a Ninive prima di distruggerla, 40 i giorni che Gesù trascorre digiunando nel deserto e ancora 40 i giorni nei quali Gesù apparendo ai suoi discepoli dopo la Risurrezione e prima dell'Ascensione. i quaranta giorni La parola «quaresima» viene dal latino quadragesima dies che vuol dire quarantesimo giorno: nei quaranta giorni della Quaresima c'è la citazione di tanti altri episodi nei quali, sintetizzando, si soffre quaranta giorni. Anche questo ci può essere di ispirazione: la quarantina di giorni è spesso una sofferenza ma poi sfocia in un evento positivo. Molti fanno battute sull'assonanza tra quarantena e quarantina (che poi abbiamo visto essere la stessa cosa): alcuni scherzano dicendo che l'importante è che la quarantena non sia quella dei chili in più acquisiti permanendo in casa e passando molto più tempo a cucinare e, di conseguenza, a mangiare… Ebbene, anche qui ci viene in aiuto la festività cattolica alla quale possiamo ispirarci per mangiare giusto il necessario. La Quaresima rievoca il ritiro e il digiuno di Gesù nel deserto intento a lottare contro Satana tentatore. Comincia il Mercoledì delle Ceneri, cosiddetto perché durante le celebrazione della messa si pone sul capo del fedele della cenere (è la cenere dei rami di ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell'anno precedente) utilizzando due formule. La prima è «Convertitevi e credete al Vangelo», in latino Paenitemini, et credite Evangelio, infatti la Quaresima, periodo di penitenza dei fedeli per entrare purificati nella stagione pasquale, in origine fu anche il periodo preparatorio al Battesimo dei nuovi convertiti che avveniva durante la Veglia pasquale. La seconda è: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai», in latino Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris, ciò che nella Bibbia Dio dice ad Adamo quando, dopo il peccato originale, lo caccia dal giardino dell'Eden condannandolo alla fatica del lavoro e alla morte: «Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai». In questi giorni di quarantena siamo stati tutti costretti a ricordare la caducità della vita, la nostra condizione di possibile polvere. Nella religione cattolica la fede aiuta anche a tollerare quest'idea, perché per essa l'anima è immortale e, per il dogma della risurrezione della carne, dopo il Giudizio universale tutti i corpi dei defunti risusciteranno e si ricongiungeranno alle rispettive anime: la risurrezione di Gesù, che risorge subito in anima e corpo, anticipa e preannuncia la risurrezione della carne di tutti gli uomini.astinenza e digiunoTorniamo al digiuno. Il digiuno ecclesiastico è il digiuno praticato dai cristiani come forma di penitenza durante alcuni giorni dell'anno. Il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì santo sono alcuni di quei giorni ed è richiesta anche l'astinenza dalle carni (sono solo consigliati il Sabato santo, che insieme al Giovedì Santo e al Venerdì Santo formano il Triduo Pasquale). Digiuno non vuol dire non mangiare letteralmente nulla: per esso si intende l'obbligo - per i fedeli da 18 a 60 anni - di fare un solo pasto nella giornata, mentre per astinenza dalle carni si intende non consumare carne (né rossa e né bianca) né cibi costosi o ricercati, mentre si può mangiare il pesce (da questo deriva la tradizione popolare del venerdì pesce) e uova e latticini. L'astinenza va seguita ogni venerdì di Quaresima ma anche tutti i venerdì dell'anno, a meno che non cadano nelle feste di precetto. In questi ultimi, che rimangono comunque giorni penitenziali, è possibile sostituire l'astinenza con qualche altra opera di penitenza, preghiera o carità. Se ci pensate, non ci facciamo scrupolo a fiondarci su diete dimagranti decisamente mortificanti oppure incentrate sul digiuno. Dopo aver appreso che quel Fiorello che abbiamo visto tanto dimagrito a Sanremo avesse seguito proprio la dieta del digiuno intermittente 16/8, quasi non si è parlato d'altro e sono tanti quelli che sono messi di testa loro a digiunare 16 ore e mangiare 8. Un giorno di dieta 16/8 non è molto diverso da un venerdì di Quaresima e può essere utile riscoprirlo in quarantena, per evitare di ingrassare e dare al mangiare solo quanto serve un significato spirituale, appunto, più che relativo al fitness e a una forma fisica dominante da sfoggiare sui social network. Il digiuno della Quaresima, poi, non riguarda solo il cibo: in questo periodo il cristiano deve vivere con sobrietà ed empatia verso gli altri ancora maggiori del solito e questa sobrietà ed empatia farebbero bene a tutti. La Conferenza episcopale italiana (l'assemblea dei vescovi) nelle «disposizioni normative» del 1994 ha stabilito che per sobrietà si intende moderazione nelle spese in beni alimentari, nel fumo e nell'alcol, nelle spese destinate alle feste popolari e soprattutto a quelle religiose, nel lavoro frenetico che non lascia tempo per riflettere e pregare, nel consumo eccessivo di televisione e altri mezzi di comunicazione che può creare dipendenza e ostacolare o addirittura impedire la riflessione personale e il dialogo in famiglia… Sono tutti inviti che sembrano calzare a pennello a questa quarantena, periodo di rinnovamento esattamente come lo è quello della Quaresima intesa come cammino che culmina nella celebrazione della Pasqua. Anche la precisa celebrazione tradizionale della Pasqua ci può ispirare. Se ci fate caso, man mano che passa il tempo ogni festa, Pasqua compresa, diventa preda del consumismo più sfrenato: ormai esistono sul mercato uova di cioccolato che costano un occhio della testa, concepite come se fossero oggetti di design più che di simbologia religiosa. C'è l'uovo in kit 3d da assemblare da sé, c'è l'uovo bidimensionale, c'è l'uovo Fabergé, c'è l'uovo con incarto in stoffa preziosa e tutti costano almeno dieci volte un uovo di cioccolato normale, che tanti considerano pacchiano e banale: non saremo noi a criticare le aziende del luxury food, ma abbandoniamo per un momento il culto dell'originalità a tutti i costi e ricordiamoci che l'abitudine di regalare uova di cioccolato a Pasqua è un'invenzione commerciale. In origine si donavano vere uova, magari col guscio colorato o decorato con le proprie mani, per simboleggiare la rinascita nel modo più semplice possibile, proprio come indicato dalle disposizioni Cei. Apprezziamo quell'essenzialità. La fine della quarantena sarà vita che ricomincia anche per chi non crede, ma nel frattempo ricordiamoci che la vera Pasqua è una festività interiore e profonda, non superficiale e spaccona. Perciò le uova di gallina, perfetto simbolo di gestazione di una vita nuova, nella tradizione culinaria italiana si sono sempre usate come decorazione prima dell'avvento di quelle di cioccolato: sono intere e non sgusciate, per esempio, nel casatiello napoletano oppure nei pupi siciliani, dolcetti che possono avere le forme più svariate, dalla colomba all'agnello, e di conseguenza nomi diversi, come cuddura, panareddi, campanari, aceddi, ma contengono sempre un uovo intero a ricordare che a Pasqua la vita rinasce nella candidezza, non nell'artificialità. Quest'anno, visto quanto è impegnativo sospendere la propria vita, proviamo ad apprezzare con tutti noi stessi la semplicità e a ricordare che l'afflizione è spesso prodromica alla gioia. Nella tradizione ebraica, per esempio, la Pesach dura otto giorni e ricorda come abbiamo detto la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa. Durante la Pesach si svolge il Seder, una cena con preciso ordine rituale nel quale si alterna cibo, lettura dell'Haggadah pasquale e preghiera. Si mangiano anche pani azzimi (matzot), che sostituiscono il pane durante la Pasqua per ricordare l'impossibilità di attendere la lievitazione durante la fuga dalla schiavitù egiziana, e le erbe amare (maror), come cicoria, indivia, lattuga romana e rafano selvatico, per non dimenticare l'amarezza della schiavitù in Egitto.Anche queste sono elaborazioni religiose che ci possono ispirare: se ci manca un ingrediente, come il lievito, non facciamo una tragedia e prepariamo un pane azzimo. un suggerimento di spesaDistacchiamoci dall'amarezza, anche solo per un momento, e concediamoci certamente un dolce tipico della Pasqua, come la colomba. Anche per aiutare la produzione italiana: Marco Brandani, amministratore delegato di Maina, in un'intervista al Messaggero ha segnalato - coi dipendenti già in cassa integrazione - un calo del 30% di ordini da parte della grande distribuzione organizzata, probabilmente dovuta all'aumento degli spazi per prodotti di prima necessità come pane, pasta e farina. Ecco, nella nostra veloce puntata al supermercato, con guanti e mascherina, ci raccomandiamo, compriamo anche una colomba pasquale. Anche le aziende, come noi, stanno lottando per sopravvivere, intente in una Quaresima commerciale anch'esse e, come noi, in attesa della Pasqua intesa come gioia della rinascita della vita normale dopo la pandemia. Vedrete, ce la faremo.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 settembre con Flaminia Camilletti
Friedrich Merz (Ansa)
- Per ripristinare le scorte Berlino vuol comprare Patriot Usa per 1,5 miliardi. All’Italia 15 miliardi di fondi Ue per il riarmo. La Kallas: stop al greggio di Mosca (ma dal 2027).
- Intanto Friedrich Merz prevede tensioni con i socialdemocratici. Ma pure la sua base è in rivolta.
Lo speciale contiene due articoli.
L’europarlamentare del Pd Irene Tinagli (Imagoeconomica)
Vanno su entrambi i titoli dopo la fine dell’Opas. L’europarlamentare Irene Tinagli però parla di «statalismo».