2021-05-15
Bruxelles vuole silenziare la Rai. «Ha trasmesso un servizio anti Ue»
Proteste per la trasmissione Anni venti. E il Pd dà man forte agli euroinquisitori.L'Europa in campo contro un programma della Rai. Sembra fiction, eppure è ciò che è accaduto nelle scorse ore dopo la messa in onda, su Rai 2, della puntata di Anni venti, trasmissione di prima serata condotta da Francesca Parisella. In particolare, a scatenare le ire europee è stato Il contrappunto, realizzato tutte le settimane, da Antonio Rapisarda, cronista politico. Nel suo servizio, Rapisarda si è occupato - criticandolo - del sistema di etichettatura alimentare francese, che potrebbe presto affermarsi all'interno dell'Unione europea, creando un notevole svantaggio per le produzioni italiane, che rischierebbero di perdere competitività sul mercato per il loro posizionamento. Non l'avesse mai fatto. Sulla trasmissione si è abbattuto un tornado, con l'indignazione del mondo dem, da Enrico Letta, che ha parlato di «propaganda così becera, bieca e falsa contro l'Europa», a Valeria Fedeli, secondo cui quelle messe in onda erano «fake news antieuropeiste». Ma soprattutto - ecco il punto - nel corso della giornata di ieri, indirizzata a Ludovico Di Meo, direttore di Rai 2, è arrivata una lettera a firma di Carlo Corazza, capo ufficio del Parlamento europeo in Italia, e di Antonio Parenti, capo rappresentanza della Commissione europea in Italia, che è eufemistico definire surreale, dato che sa di sonora tirata d'orecchi. «Egregio direttore», scrivono infatti Corazza e Parenti, «ci consenta di esprimerle con rammarico la grande sorpresa per il contrappunto di Anni venti a firma di Antonio Rapisarda. Le deduzioni tratte nel servizio si basano su elementi falsi, tendenziosi o totalmente travisati».Il documento si chiude con parole dal tono intimidatorio: «Confidiamo in un suo tempestivo intervento soprattutto al fine di evitare futuri scivoloni di questa portata, dovuti a carenza di precisione, che danneggiano prima di tutto i cittadini italiani». Ora, non è al momento chiaro quali saranno i provvedimenti, se ci saranno, che prenderà Di Meo, né se Anni venti e Rapisarda subiranno delle conseguenze. Pare l'amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, sia «furioso» e pronto a valutare «provvedimenti». Comunque vada a finire, colpisce l'irritualità d'una reprimenda europea sulla Rai che è senza precedenti.Tanto che c'è chi si domanda a che titolo un simile intervento. Come il leghista Claudio Borghi che, su Twitter, si è chiesto: «Scusi, Parenti, ma con quale autorità lei si permette di scrivere alla Rai per un servizio di satira con un tono arrogante ed assertivo? Mi faccia capire, pretende censure? Vuole controllare palinsesti? Annuncio interrogazione». Allibito anche il leader leghista, Matteo Salvini: «L'Ue scrive alla Rai per chiedere un “tempestivo intervento". Ma stiamo scherzando?». In effetti, l'anomalia di un episodio di questo genere, tanto più in tempi di ddl Zan e di aria liberticida, alimenta un sospetto inquietante: quello dell'esistenza di un Grande fratello europeo che vigila. E da non far arrabbiare.