2024-11-02
A Bruxelles arriva la grande «stratega» del green iberico
Il ministro della Transizione ecologica e della sfida demografica Teresa Ribera (Ansa)
Il ministro Teresa Ribera è accusata di aver favorito il disastro con le sue politiche. Che porterà nella futura Commissione Ue.Che cosa lega l’alluvione di Valencia, il governo spagnolo e la nuova Commissione europea? La risposta è Teresa Ribera Rodríguez, ministro della Transizione ecologica e della sfida demografica nell’esecutivo guidato da Pedro Sánchez, nominata da poco responsabile per la Transizione giusta, pulita e competitiva nella nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen. In Spagna, infatti, dopo la tragedia dell’alluvione, imperversano le polemiche contro la politica spagnola, rea, secondo alcuni, di aver promosso misure ambientaliste che hanno aggravato i danni provocati dall’acqua.Instancabile attivista per il clima, Teresa Ribera sarà la figura più potente della prossima Commissione Ue subito dopo la Von der Leyen. Erede di fatto sia di Margrethe Vestager (la quale ha occupato per oltre dieci anni l’Antitrust) sia di Frans Timmermans, nonché vicepresidente esecutivo insieme ad altri cinque commissari, le è stato affidato il delicato portafoglio della Concorrenza con, in aggiunta, l’incarico di responsabile per una «Transizione pulita, giusta e competitiva». Sul fronte dell’ecologismo, benché Ursula abbia ricevuto dal suo gruppo, il Partito popolare europeo, forti pressioni per un approccio meno ideologico al green, la Ribera è - se possibile - ancora più dura e pura del suo predecessore olandese.Lo scorso dicembre, quando la Spagna era di turno alla presidenza del semestre europeo, è passata agli onori di cronaca per essersi scontrata, durante la Cop29 di Dubai, con Abdulaziz bin Salman, signore del petrolio, ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita e fratellastro del principe ereditario Mohammed bin Salman. Tra i suoi nemici giurati, però, non figurano soltanto i combustibili fossili, perché il futuro commissario europeo si dice scettica anche sul nucleare. I trattati, però, non danno potere all’Unione sulle decisioni riguardanti il comparto energetico.Uno degli episodi più esilaranti che la ritraggono risale all’anno scorso, quando la donna ha pensato di presentarsi al Consiglio informale europeo sul clima di Valladolid in bicicletta. Il ministro spagnolo, intenzionata a dare il buon esempio a favore di telecamere, in quel momento probabilmente non era consapevole di stare per rendersi protagonista di un’intramontabile gaffe. Alle spalle della bici su cui pedalava, infatti, c’erano due automobili a scortarla che non sono sfuggite nei filmati, fatto che ha scatenato l’ironia di tutto il mondo. Su X, allora, è stato addirittura lanciato un hashtag in suo onore: #ClimateHypocrisy.Ebbene, per capire ancora meglio chi - con ogni probabilità - ci ritroveremo a Bruxelles occorre seguire la cronaca iberica di questi giorni. Come siamo abituati in Italia, anche in Spagna i diversi partiti si sono reciprocamente rimbalzati le responsabilità della tragedia. In un primo momento, sotto attacco è finito il governo di centrodestra della Regione di Valencia, guidato da Carlos Mazón, il quale avrebbe colpevolmente tardato a dare l’allarme ai cittadini, condannando a morte diverse persone. Secondo altri, invece, all’origine degli effetti così devastanti dell’alluvione ci sarebbero le politiche green promosse dal ministro della Transizione ecologica spagnolo. L’emittente EdaTv ha ricordato che «è stato il governo Sánchez a rifiutarsi di dragare e pulire in profondità i corsi dei fiumi, nonostante il rischio evidente di inondazioni in molte aree storicamente soggette a piene». «Fin dalla formazione del governo di coalizione», continua, «è stata adottata la politica di effettuare pulizie minime nei fiumi, privilegiando la conservazione della vegetazione e della fauna. Tuttavia, questa misura riduce la capacità di drenaggio dei fiumi, aumentando così il rischio di danni per la popolazione, l’agricoltura, le infrastrutture pubbliche e le proprietà private in caso di piogge intense» In una delle risposte scritte del governo alle domande delle opposizioni, l’esecutivo guidato da Sanchez ha spiegato che il «Programma di conservazione dei corsi d’acqua» fa parte della «Strategia nazionale di ripristino dei fiumi» gestito dal ministero per la Transizione ecologica, presieduto appunto da Teresa Ribera. In un’altra di queste risposte, riporta sempre EdaTv, si legge chiaramente che «gli interventi di conservazione dei corsi d’acqua non possono essere considerati come opere intensive di dragaggio o eliminazione della vegetazione naturale». L’approccio ricorda molto quello che ha guidato la legge europea sul ripristino della natura, fortemente voluta da Timmermans, e cioè l’idea che vi sia una contrapposizione tra l’uomo e la natura. Quest’ultima, secondo le nuove ideologie green, andrebbe lasciata libera dalle cure degli esseri umani. In poche parole, se la nuova Commissione incasserà la fiducia dell’Europarlamento, passeremo dalla padella alla brace. Il prossimo 12 novembre la neonominata supercommissaria Ribera dovrà illustrare il suo programma alle commissioni competenti del Parlamento europeo: il parere degli eurodeputati può essere determinante.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco