I tassi restano negativi, però il dollaro Usa aiuta le obbligazioni europee e dei mercati in via di sviluppo. L'esperto di Acomea: «Riteniamo interessanti anche il Messico, il Sudafrica e il settore immobiliare in Cina».
I tassi restano negativi, però il dollaro Usa aiuta le obbligazioni europee e dei mercati in via di sviluppo. L'esperto di Acomea: «Riteniamo interessanti anche il Messico, il Sudafrica e il settore immobiliare in Cina».Per l'obbligazionario il mese di giugno è stato tutto sommato di tregua con un buon andamento del debito dei Paesi emergenti, aiutati dall'andamento del dollaro Usa che ha messo in sicurezza anche l'obbligazionario governativo mondiale con tassi decennali comunque in lieve discesa nonostante le preoccupazioni sull'inflazione ormai diffuse sia in Europa sia negli Stati Uniti. In parole povere, ora le opportunità si trovano in Europa e nei Paesi emergenti. Il contesto per il reddito fisso è quindi tutto sommato positivo, con il costo del debito che dovrebbe rimanere basso rispetto ai livelli storici.D'altronde, la Banca centrale europea ha mantenuto l'impegno a sostenere i mercati, confermando il suo orientamento estremamente accomodante a fronte della continua ripresa economica dalla pandemia. Gli osservatori di mercato temevano che il rubinetto potesse essere chiuso tutto o in parte, ma l'istituto centrale ha segnalato l'intenzione di continuare ad acquistare obbligazioni nell'ambito del Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pandemic emergency purchase programme, Pepp), con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro, almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus.La Bce ha anche rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita e inflazione per il 2021. La crescita prevista è stata innalzata al 4,6%, rispetto alla previsione del 4% formulata nel mese di marzo. L'istituto ha anche portato le sue proiezioni sull'inflazione di quest'anno all'1,9% (appena sotto il suo obiettivo del 2%) dalla precedente previsione dell'1,2%.La situazione è dunque positiva e lascia ben sperare gli investitori italiani, da sempre amanti dell'obbligazionario, un tempo (oggi non più) garanzia di rendimenti senza rischi o quasi. In particolare, il segmento dell'alto rendimento europeo, così come quello dei subordinati e dei co.co.bond (in pratica obbligazioni ibride convertibili che, in determinate condizioni, si trasformano in azioni, quindi in capitale della banca che li ha emessi) ha fatto registrare performance molto positive, nonostante la gravità della crisi, ed è riuscito a evitare un numero eccessivo di chiusure aziendali grazie anche a diversi ed efficaci piani governativi di sussidi e alla massima cintura di protezione messa dagli Stati. «Esistono alcuni fondi ed Etf che trattano questo tipo di bond e in misura ridotta e selezionata sono da tempo nei portafogli consigliati di Soldiexpert scf poiché il rapporto fra rendimento e rischio li ha fatti diventare merce preziosa con questi tassi reali negativi», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti della società di consulenza indipendente.In particolare, secondo gli esperti, questo è il momento di investire nell'obbligazionario dei Paesi emergenti. «A livello di posizionamento sui fondi obbligazionari rimaniamo investiti prevalentemente sui mercati emergenti, per la presenza di valutazioni molto più interessanti rispetto al mercato obbligazionario dei Paesi sviluppati», spiega Piero Cingari, esperto di reddito fisso (strategist) di Acomea sgr. «Per quanto riguarda le obbligazioni emergenti espresse in valuta forte, le nostre preferenze si concentrano su emissioni quasi sovrane di Messico e Sudafrica, che possono continuare a godere condizioni di supporto dai rispettivi governi. Abbiamo poi incrementato l'esposizione verso il real estate cinese implementando un posizionamento diversificato in più società», continua Cingari, «Un'altra area del mercato obbligazionario emergente su cui investiamo è quella delle obbligazioni in valuta locale di Paesi emergenti come Russia e Brasile, che hanno assunto nell'ultimo periodo un atteggiamento più aggressivo in termini di normalizzazione della politica monetaria. Anche il Perù è una storia su cui rimaniamo investiti. Qui la scommessa è prevalentemente sul sol peruviano, che rimane una delle valute emergenti più sottovalutate rispetto ai suoi fondamentali. Manteniamo infine un'esposizione nel mercato sudafricano, che ha performato molto bene negli ultimi mesi, e che continua a offrire rendimenti reali molto interessanti e superiori rispetto alla media dei mercati emergenti», conclude l'esperto.
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