2022-11-24
Bombe alle fermate del bus a Gerusalemme
Il bilancio dei due attentati di ieri è di un morto, uno studente di 16 anni, e una ventina di feriti. Non c’è stata alcuna rivendicazione ma i sospetti ricadono, per il momento, su Hamas e Jihad islamica. Arrestati tre palestinesi sospettati di essere gli autori materiali.Uno studente di appena sedici anni ha perso la vita, una ventina di persone sono rimaste ferite e si teme che il bilancio possa aggravarsi di ora in ora.Gerusalemme è sprofondata di nuovo nel terrore a causa di due esplosioni, provocate da bombe, avvenute nei pressi delle fermate degli autobus nel quartiere Ramot. Le deflagrazioni si sono verificate a pochi minuti l’una dall’altra e gli investigatori hanno battuto fin dai primi momenti la pista dell’attacco coordinato. La polizia sospetta che siano stati utilizzati, per entrambi gli attentati, ordigni quasi identici. Questi sarebbero stati lasciati all’interno di alcuni sacchi - o, in uno dei casi, in uno zaino - e azionati a distanza per mezzo di un telecomando.La volontà di fare più danno possibile emerge da alcune risultanze investigative: i dispositivi erano stati riempiti di chiodi e viti, che sono stati «sparati» a distanza a seguito dell’esplosione. Gli attentatori hanno azionato le bombe all’ora di punta, quando la fermata degli autobus era particolarmente affollata e anche la strada era intensamente trafficata. La vittima, come si diceva, è un ragazzo di 16 anni. Aryeh Shtsupack, così si chiamava, aveva la cittadinanza canadese e risiedeva nel quartiere di Har Nof, dove gli ebrei ortodossi rappresentano la maggioranza dei residenti. Il giovane frequentava una yeshiva, istituzione educativa ebraica dove si studiano la Torah ed il Talmud. Tra i feriti figurerebbe anche Naomi Pilichowski, figlia del famoso editorialista del Jerusalem Post, Uri Pilichowski. Due delle persone colpite sono in condizioni particolarmente gravi e, dato particolarmente inquietante, i feriti sono per la maggior parte bambini. Al momento, le maggiori sigle jihadiste come Isis o Al Qaeda non hanno rivendicato l’attacco. C’è da supporre che abbiano già fin troppo «da fare» per destabilizzare altri scenari come Nigeria o Mozambico, e per questo non siano al momento intenzionate a «impegnarsi» in Israele.I sospetti cadono dunque sui «soliti noti» del teatro israeliano: Hamas e Jihad islamica. Per il momento, sono stati arrestati tre palestinesi fortemente indiziati di essere gli autori degli attentati. Gli ufficiali israeliani hanno lasciato intendere di stare seguendo, appunto, la pista palestinese. Per quanto riguarda le due sigle terroristiche sospettate, hanno entrambe manifestato «appoggio» agli attentatori.Hamas, pur non essendosi attribuita la paternità dell’attacco, ha plaudito apertamente a quanto avvenuto. I militanti islamisti di Hamas hanno elogiato il blitz, definendolo «eroico», senza aggiungere altro. La Jihad islamica è stata chiamata invece in causa per le affermazioni di Daoud Shehab, un dirigente del gruppo in questione.Secondo Shehab, le esplosioni sono da considerare «operazioni eroiche», lanciate per ricordare agli israeliani che i luoghi santi islamici rappresentano «una linea rossa» che non deve essere oltrepassata. In merito a questa affermazione, pare che Shehab facesse allusione a due dirigenti dell’estrema destra israeliana, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, accusati di aver «fatto irruzione» sulla Spianata delle moschee. Smotrich, con il Partito sionista religioso, e Itamar Ben-Gvir, con il partito Otzma Yehudit, hanno consentito a Benjamin Netanyahu, col loro appoggio alle elezioni, di essere di nuovo il premier d’Israele. La loro presenza nella Knesset (parlamento di Israele) non è vista di buon occhio dagli ambienti palestinesi, poiché tra i punti del loro programma c’è un maggiore controllo della Cisgiordania.Proprio questo aspetto rappresenta una delle ragioni cruciali per cui Smotrich è diventato una spina nel fianco dello stesso Netanyahu, al quale chiede insistentemente di ottenere il ministero della Difesa. Rafforzare la presenza ebraica in Cisgiordania - le regioni di Giudea e Samaria nella Bibbia - rappresenta lo scopo fondamentale del Partito sionista religioso. Le ragioni, dunque, per immaginare che ai palestinesi non sia dispiaciuto affatto quanto accaduto, ci sono tutte.Di certo diversi testimoni oculari affermano che sarebbe in corso una «festa» dei palestinesi, i quali stanno distribuendo dolci ai passanti per celebrare l’attentato. Il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, riferendosi ai terroristi, ha affermato: «Non permetteremo che essi interrompano il nostro modo di vivere. È necessario investire miliardi di shekel», ha aggiunto, per migliorare le condizioni dei residenti di Gerusalemme Est.In città, ha aggiornato la radio militare, è stato elevato lo stato di allerta nel timore che nelle prossime ore si verifichino nuove esplosioni di ordigni. Gli attentati arrivano, infatti, nel vivo di un crescendo di tensioni nel Paese mediorientale, scandito da un continuo botta e risposta fra raid israeliani e attacchi terroristici dei palestinesi. In questo scenario, la nuova ascesa di Netanyahu e la presenza dell’ultradestra al suo fianco hanno, di certo, contribuito a surriscaldare gli animi e a innalzare la tensione.