2019-04-27
Boček, l’ultimo pilota Raf che salvò l’Europa
Devon S A (Mr), Royal Air Force official photographer
Il veterano della seconda guerra mondiale è il testimone della lotta per la libertà sui cieli del Vecchio continente, con gli Spitfire dell'aviazione britannica e la coccarda della Cecoslovacchia sulla fusoliera. Anni da eroe, ma un rientro in patria amarissimo.È l'ultimo dei testimoni della grande epopea della lotta per la libertà sui cieli d'Europa, con gli Spitfire della Raf e la coccarda tricolore della Cecoslovacchia sulla fusoliera. Il generale Emil Boček oggi ha 96 anni, appena compiuti il 25 febbraio, e sulle sue spalle grava l'eredità di una storia romantica e tragica allo stesso tempo: quella dei piloti stranieri della Royal Air Force britannica che difesero libertà e democrazia dalla barbarie del nazismo. Quando la sua patria venne invasa dalla Wehrmacht e poi smembrata, nel marzo 1939, Boček aveva appena sedici anni. Se ne andò via di casa per non doversi arrendere ai tedeschi. Giunse per vie traverse e avventurose prima a Beirut, all'epoca sotto controllo francese, poi nella stessa Francia dove partecipò agli scontri del maggio 1940. Di qui, assieme ad altri esuli combattenti cecoslovacchi, circa 4.000, riparò in Gran Bretagna. I primi trenta piloti cecoslovacchi erano arrivati con i loro aerei Morane Saulnier Ms-406 dell'Armée de l'Air il 17 giugno e, su pressioni del presidente in esilio Edvard Beneš, andarono a costituire lo squadrone 310, istituito a Duxford il 2 luglio. Il motto prescelto era «Combattere per ricostruire»: combattere per l'Inghilterra e ricostruire la Cecoslovacchia.Dopo poco più di un mese i piloti cecoslovacchi erano pronti all'azione con i loro Hawker Hurricane. A quello squadrone se ne affiancò a stretto giro un altro, il 311°, ma da bombardamento, equipaggiato con Vickers Wellington (29 luglio). Un altro squadrone da caccia, il 312° e sempre su Hurricane, vede la luce il 2 ottobre, e l'anno seguente nascerà pure il 313°, ma su Spitfire (10 maggio 1941). Le tre formazioni caccia saranno poi riunite in uno stormo cecoslovacco. Altri cecoslovacchi verranno utilizzati in squadroni britannici. Le tensioni con gli inglesi non mancavano, perché i cecoslovacchi si ritenevano traditi da Londra con il Patto di Monaco del 1938 che, consegnando a Hitler i Sudeti e tutte le linee fortificate, gli aveva praticamente consegnato il Paese senza sparare un colpo. Il battesimo del fuoco dei piloti cecoslovacchi avvenne il 26 agosto 1940 e abbatterono un Dornier Do-217 e un Messerschmitt Me-110. Alla fine della Battaglia aerea d'Inghilterra il solo 310° squadrone aveva eliminato 39 aerei con le croci nere. I migliori assi (essere definiti tali occorreva aver abbattuto almeno 14 nemici) erano un ceco, un polacco e tre piloti del Commwealth: due neozelandesi e un australiano. Tra di essi il sergente Josef František, che si era fatto le ossa nella guerra tedesco-polacca del 1939 e che in Inghilterra aveva continuato a volare con le insegne polacche nel mitico 303° squadrone dei record. Sistematicamente richiamato per indisciplina, era un cacciatore implacabile: a settembre 1940 mise a segno ben 17 successi. Morirà di lì a poco. L'asso cecoslovacco in assoluto è però il tenente Karel Kuttelwaschel, detto Kut, assegnato al I Fighter Squadron Raf, divenuto il terrore dei bombardieri tedeschi. Col suo Hurricane ne distrusse 18 (20 secondo altri parametri), tanto da essere considerato il più implacabile cacciatore notturno. Anche Boček si era nel frattempo arruolato nella Raf, ma dovrà ancora attendere il suo turno per poter volare. Dapprima presta servizio come meccanico del 312° squadrone, poi entra nei ranghi di piloti da caccia nel 310°.Alla fine della seconda guerra mondiale il bottino dei piloti cecoslovacchi sarà di 365 aerei abbattuti e di 6 missili V1 distrutti, oltre a numerose missioni di bombardamento sui cieli della Germania. Per 500 di loro non ci sarà ritorno a casa. Ma la conclusione del conflitto sarà amarissima anche per i sopravvissuti. Torneranno in Patria, spesso con i loro Spitfire, unici professionisti della rinascente arma aerea. Ma con l'avvento del comunismo, nel 1948, nel migliore dei casi verranno licenziati dall'esercito. Il regime perseguiterà soldati e avieri, anche a livello famigliare (figli tolti e rinchiusi in istituti): verranno rinchiusi negli ex lager nazisti, torturati, condannati al carcere o ai lavori forzati (spesso nelle miniere di uranio) con l'accusa falsa di spionaggio. La loro vicenda è raccontata in un film del 2001, Dark Blue World. Boček è uno dei più fortunati. Va in pensione nel 1988 e dopo la caduta del Muro di Berlino la Cecoslovacchia democratica riabilita tutti gli ex piloti e lo promuove prima capitano e poi maggiore. Nel 2014 è promosso generale di brigata e nel 2017 maggiore generale. Un tram del trasporto pubblico di Brno, città in cui vive, porta il suo nome. Già pluridecorato e insignito del III grado dell'Ordine del leone bianco, la più alta onorificenza della Repubblica ceca, riceverà il I grado il 28 ottobre di quest'anno, nel 101° anniversario della creazione della Cecoslovacchia. Lui è l'ultimo dei piloti che contribuirono a salvare l'Europa dalla barbarie nazista.