2021-05-23
Sul blocco ai licenziamenti il governo sbanda
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Ansa)
Il ministro del Lavoro conferma la norma nel dl Sostegni bis e prova ad allungare il divieto fino a fine agosto. Ma la sottosegretaria leghista Tiziana Nisini attacca Andrea Orlando: «Non si cambiano le regole in corso d'opera». Critica Confindustria: «Così mancano le certezze».La norma sul blocco dei licenziamenti imposta dal governo da quando è iniziata la pandemia del coronavirus è destinata da sempre a dividere. Da un lato si è cercato di impedire che le imprese iniziassero a licenziare in massa, dall'altro è ormai chiaro che si tratti solo di un palliativo che non è più economicamente sostenibile. Si tratta di una norma talmente divisiva che anche all'interno del governo i dissidi non mancano. Più precisamente non mancano all'interno del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il responsabile di questo dicastero, il ministro in quota Pd Andrea Orlando, al momento ha confermato la norma nel dl Sostegni bis, che dovrebbe essere chiuso lunedì. Secondo Orlando il divieto di licenziare dovrà protrarsi fino al 28 agosto e la cassa integrazione guadagni sarà di natura emergenziale fino al 30 giungo e ordinaria dal primo luglio, ma scontata e quindi senza il pagamento dei contributi addizionali previsti (del 9%, del 12% e del 15% a seconda della durata delle settimane) fino alla fine dell'anno. Il problema è che, con la prima bozza del decreto Sostegni bis, il termine ultimo per il blocco dei licenziamenti (per industria ed edilizia) era previsto per fine giugno per motivi essenzialmente economici poi, poche ore dopo, all'interno del testo la scadenza veniva portata avanti al 28 agosto o fin quando non si utilizza la cig ordinaria «scontata».La prima a non condividere la norma è la sottosegretaria leghista al Lavoro, Tiziana Nisini. «Sul blocco dei licenziamenti posso ragionare, ma la norma così come scritta dal ministro Orlando non è condivisibile», spiega l'esperta al Sole 24 Ore. «Non si possono cambiare le regole in corso d'opera, senza dare tempo alle imprese di organizzarsi. Se si allunga poi il divieto di licenziamento si deve allungare anche la cig Covid-19».Al momento, però, la strada appare tracciata: il blocco andrà avanti per altri 60 giorni. Ci saranno delle deroghe al blocco dei licenziamenti solo nei casi di cessazione definitiva dell'attività, per la messa in liquidazione, fallimento o per accordo collettivo aziendale sugli esodi incentivati.Si direbbe, dunque, che al ministero del Lavoro ci sia uno scontro ai vertici su un tema a dir poco cruciale per l'economia italiana e per i lavoratori.A oggi, fa sapere il titolare del Lavoro, la nuova proroga sarà valida a partirà da quando entrerà in vigore il dl Sostegni bis, il che significa che le imprese che hanno già richiesto l'ammortizzatore emergenziale non potranno godere dei benefici della nuova norma.Da Palazzo Chigi potrebbe arrivare una nuova idea in merito al blocco dei licenziamenti: lo si potrebbe prorogare a partire dal primo luglio, ma solo per chi sceglie di non pagare i contributi addizionali. Chi, al contrario, preferisse pagare le tasse previste, allora sarebbe libero di licenziare. Si tratta, però, solo di ipotesi. Quello che è certo è che il blocco dei licenziamenti piace sempre a meno persone. Tra i detrattori c'è sicuramente Confindustria. Il vicepresidente della confederazione per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe, ha sottolineato che i continui cambi delle regole in corsa non fanno bene alle certezze di cui hanno bisogno oggi le imprese.Al contrario, i sindacati non amano il blocco dei licenziamenti per motivazioni opposte a quelle di Confindustria. In sostanza il pensiero delle unioni di lavoratori è che il ministro Orlando dovrebbe fare di più per prorogare oltre la fine di agosto lo stop ai licenziamenti.«Questa estate deve servire per vaccinare e non per licenziare», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che il blocco dovrebbe valere fino a fine ottobre per tutti. Dello stesso avviso il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, secondo cui è «una risposta debole» visto che quest'anno dovremo dire addio a oltre «500.000 posti». Su Twitter il vicesegretario del Partito democratico, Peppe Provenzano, ha invece criticato le parole di Nisini chiamando in causa Matteo Salvini: «Abbiamo chiesto la proroga del blocco dei licenziamenti per le realtà che hanno subìto più duramente la pandemia e Matteo Salvini si è accodato. Andrea Orlando in Cdm riesce a far passare la norma e ora la Lega se la rimangia? A che gioco giochiamo?».In realtà la via che potrebbe passare è quella di procedere a una proroga selettiva del blocco dei licenziamenti facendo valere la norma solo per i settori in difficoltà, come ad esempio la moda, il tessile o l'edilizia. L'unica certezza, insomma, è che la proroga allo stop dei licenziamenti è insostenibile per l'economia italiana. Senza considerare che, una volta «tolto il tappo», si dovrà capire dove trovare i soldi che serviranno per le indennità di disoccupazione da pagare a centinaia di migliaia di lavoratori.
Jose Mourinho (Getty Images)