2022-01-20
Blitz di Frattini per salvare Speranza. Sospesa la sentenza del Tar del Lazio
Con un decreto monocratico firmato dal neopresidente, il Consiglio di Stato prende le parti del ministero. A cui il tribunale aveva annullato la circolare sulla «vigile attesa». Una mossa audace per la corsa al Colle.È sempre stato un primo della classe, l’ex politico di Forza Italia Franco Frattini. Laurea in legge a 22 anni, avvocato dello Stato a 27, consigliere di Stato a 29, prima volta da ministro con Lamberto Dini a 38 primavere. Romano, classe 1957, Frattini ha anche guidato il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti ed è uno dei nomi più accreditati nel centrodestra per la successione a Sergio Mattarella. Da presidente del Consiglio di Stato, si è subito distinto: nominato dal Consiglio dei ministri a metà della scorsa settimana, ieri ha prontamente sospeso con decreto monocratico una sentenza del Tar del Lazio che sarà discussa in camera di consiglio da Palazzo Spada il 3 febbraio. Il motivo di tanta fretta? La sentenza era quella che bocciava il ministro Roberto Speranza e la sua formidabile ricetta anti Covid a base di «Tachipirina e vigile attesa». Una ricetta alla don Abbondio diventata ormai oggetto di sarcasmi e prese in giro in mezza Italia, ma sulla quale c’è poco da ridere perché non sapremo mai quante migliaia di persone sono morte per averla seguita, in attesa che Aifa e governi (Conte e Draghi) si degnassero di sdoganare cure con monoclonali e antivirali. La crepa nel muro del «cane non mangia cane», che protegge chi ha preso in mano i corpi degli italiani dal febbraio del 2020 grazie alla pandemia cinese, era stata aperta inopinatamente sabato scorso, quando il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso presentato dal Comitato cure domiciliari contro la circolare del ministero che imponeva ai medici di famiglia di dare alle persone contagiate il paracetamolo e di consigliare «vigile attesa». Una soluzione che sembra di buon senso, ma che di buon senso non è perché con la Tachipirina e le sue sorelle si bloccano i sintomi, ovvero la febbre e un po’ di dolori, ma non le cause. Medici ed esperti si erano sempre opposti, in questi due anni, consigliando di ricorrere a cure specifiche e dirette, ma il ministro della Salute e i suoi consiglieri del Cts hanno bollato come stregonerie le cure alternative alla loro non ricetta. Salvo poi scoprire che personaggi come Donald Trump e la stesso virostar Massimo Galli si sono curati a casa propria con i monoclonali. Il Tar di Roma, dunque, aveva appena rilevato che la discussa nota di Speranza, «anziché dare indicazioni valide sulle terapie da adottare a domicilio, prevede un lungo elenco delle terapie da non adottare, divieto che non corrisponde all’esperienza diretta maturata dai ricorrenti». I giudici del Lazio ricordavano che «è onere imprescindibile di ogni sanitario agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito». E che la prescrizione «contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid-19, come avviene per ogni attività terapeutica». «In un Paese normale», come direbbe il mandante politico di Speranza, Massimo D’Alema, dopo il Tar il ministro della Salute si sarebbe dimesso. E invece ecco che arriva in poche ore il presidente Frattini, non a caso anche maestro di sci, e con uno slalom speciale blocca da solo il Tar del Lazio. Nel decreto emesso da Frattini nella solitudine della sua cameretta a Palazzo Spada viene sospesa la sentenza del Tar, utilizzando un potere raro quanto eccezionale. Anche perché il Consiglio di Stato discuterà nel merito il ricorso del governo non con i suoi consueti tempi, ma il prossimo 3 febbraio. L’ex ministro degli Esteri ripristina quanto scritto nella micidiale circolare Speranza, sostenendo che «contiene, spesso con testuali affermazioni, “raccomandazioni” e non “prescrizioni”, cioè indica comportamenti che secondo la vasta letteratura scientifica sembrano rappresentare le migliori pratiche, pur con l’ammissione della continua evoluzione in atto». Perciò, ribatte il monocratico Frattini, «non emerge alcun vincolo circa l’esercizio del diritto-dovere del medico di scegliere in scienza e coscienza la terapia migliore, laddove i dati contenuti nella circolare sono semmai parametri di riferimento circa le esperienze in atto nei metodi terapeutici a livello anche internazionale». Insomma, macché obblighi, erano solo amorevoli e rispettosissimi consigli. Vista la straordinaria solerzia del neo presidente viene da sospettare che qui ci siano da difendere carriere e serenità personale di mezzo governo. Anzi, di due governi, perché in caso di ricorsi collettivi ci andrebbe di mezzo anche Giuseppe Conte, che fu anche vicepresidente dell’organo di autogoverno dei giudici amministrativi. Si potrebbe anche scherzare sul fatto che Frattini, in vista del Quirinale, si alleni a decidere da solo. Se non fosse che per via di quella maledetta circolare, i medici di famiglia hanno giustamente concluso che fosse meglio non fare nulla, pur di non sbagliare. E chissà quanti malati di Covid, anziché sul Colle più alto, sono finiti direttamente in cielo.
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