
L’avvocato Renate Holzeisen: «I finanziamenti del presunto filantropo a istituzioni e media rendono il padre di Microsoft un capo di sato occulto. Servono delle regole».Sabato scorso, su queste pagine, si è dato conto dell’interessante report pubblicato da Debug lies intel sul tentacolare sistema di finanziamenti grazie a cui Bill Gates si assicura il favore delle cancellerie occidentali: dagli Stati Uniti all’Unione europea, fino ad arrivare all’Italia. Il fondatore di Microsoft non è di certo l’unico a impiegare questo genere di soft power, tuttavia, oltre a esserne uno dei più potenti artefici, il suo personaggio rende bene l’idea di una diversa modalità di azione rispetto, per esempio, a un Elon Musk. Il quale, contrariamente a chi veste i panni del buon filantropo, quantomeno esercita il suo potere alla luce del sole. Il documento presentato sulla Verità, infatti, ha destato diverse reazioni, tra cui quelle dell’avvocato sudtirolese Renate Holzeisen, noto ai nostri lettori per le sue battaglie in nome della libertà vaccinale. «Io la chiamo corruzione capillare», ci ha spiegato Holzeisen, consigliere sia della provincia autonoma di Bolzano sia del Trentino Alto-Adige, «perché questo soft power è esercitato per motivi ben precisi. Questa persona l'abbiamo vista ovunque in Europa: anche in Germania, per esempio, all’inizio della pandemia, ha avuto la possibilità di parlare come se fosse un capo di Stato al tg dell’Ard, la principale emittente tedesca. Così è riuscito ad arrivare in quasi ogni soggiorno di uno dei Paesi più importanti d’Europa, e questo è impressionante». I finanziamenti ai media, osserva, servono dunque a qualcosa. Questo sistema, aggiunge l’avvocato, «non riguarda solo i media, ma - abbiamo visto - anche alcune istituzioni, come l’Istituto superiore di sanità. Non sono gli importi più grandi della lista pubblicata dal report, e negli ultimi anni non ci sono stati trasferimenti diretti all’Iss, però non sappiamo quello che i singoli responsabili potrebbero eventualmente aver preso. Tuttavia, anche con quegli importi, vedendo l’operato dell’Istituto superiore di sanità negli ultimi anni (dove tutto, ovviamente, è dipeso dai capi di allora, perché sappiamo di singoli scienziati che hanno cercato di dire la loro ma sono stati brutalmente silenziati), mi sono fatta delle domande». «Se ci sono a disposizione queste enormi somme di denaro», commenta, «che possono essere appunto offerte a posizioni chiave, allora la democrazia non può funzionare».Oltre che un avvocato e un’esperta di diritto, però, Renate Holzeisen ricopre anche una posizione politica. E sta proprio alla politica, a fronte di un problema così descritto, trovare delle soluzioni. Anche perché, a prima vista, non vi è alcunché di formalmente illegale. «Credo che debbano essere impiegate molte più risorse pubbliche nella ricerca», suggerisce il consigliere regionale, «anziché spendere, come abbiamo fatto negli ultimi anni, enormi importi per queste sostanze non soltanto inutili ma anche pericolose (i vaccini anti Covid, ndr), ma anche per altre cose, penso per esempio alla diagnostica». Il punto, spiega, «è aumentare drasticamente la percentuale di fondi pubblici destinati alla ricerca per renderla effettivamente indipendente. La stragrande maggioranza di noi si è resa conto, soltanto negli ultimi anni, di quello che effettivamente è la rete creatasi attorno alle nostre amministrazioni, iniziando da quella europea fino ad arrivare all’Italia. Non dico che non debbano esserci i privati, ma ci deve essere una relazione sana: la ricerca non può dipendere dai cosiddetti filantropi».Viene così descritta un’altra conseguenza dell’austerità: rendere il pubblico dipendente dal capitale privato. E, dunque, inevitabilmente soggetto ai suoi interessi.
Nessuno nel centrodestra sostiene l’imposta sugli affitti brevi, ma qualche «manina» l’ha inserita nella manovra. A benedirla sono i primi cittadini Beppe Sala, Roberto Gualtieri e Sara Funaro.
2025-10-31
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona approda a Istanbul: dialogo tra Occidente e Grande Eurasia
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Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.






