2020-12-02
Berlusconi si sgancia dalla riforma del Mes mentre i grillini continuano a litigare
Il leader di Forza Italia: «Non voteremo per il nuovo Fondo». Mattia Crucioli (M5s): «Se la maggioranza è per il sì non la sosterrò».Quel treno per Yuma è un film western del 1957 (con remake del 2007) in cui, prima dell'arrivo del treno, previsto per le 3:10, si susseguono numerosi colpi di scena. Mutatis mutandis, il treno è quello che passerà il 27 gennaio 2021, quando i ministri plenipotenziari dei 19 Paesi dell'Eurozona firmeranno l'atto di adozione della riforma del Trattato del Mes. Quel giorno segnerà anche il via al processo di ratifica da parte dei rispettivi Parlamenti nazionali, che potrebbe durare circa un anno. Certo, l'accordo politico raggiunto lunedì all'Eurogruppo è un passaggio determinante, ma non definitivo, per la conclusione dell'intera vicenda. Ci sono almeno altre due tappe significative: il prossimo 9 dicembre, il presidente Giuseppe Conte si recherà alle Camere per le consuete comunicazioni che precedono ogni Consiglio europeo ed eurosummit e, in quella sede, ci sarà un voto su una o più risoluzioni di indirizzo (in genere una di maggioranza ed una di minoranza). Il successivo 11 dicembre, Conte parteciperà all'eurosummit in cui la volontà politica espressa dell'Eurogruppo sarà fatta propria dai capi di governo. È probabile che mercoledì prossimo in aula esplodano tutte le tensioni emerse all'interno del M5s dopo l'audizione del ministro Roberto Gualtieri e il suo successivo avallo alla riforma del Mes. In quella sede, praticamente solo gli interventi dei parlamentari del Pd e di Italia viva sono stati privi di rilievi. In attesa di sapere come evolverà lo scontro all'interno del Movimento, ieri l'opposizione si è compattata. Infatti, con una non casuale sequenza temporale, le agenzie hanno prima battuto il comunicato della Lega in cui, fra l'altro si sottolineava che «il mix fra le vecchie regole di Maastricht e le nuove regole di ingaggio del fondo Salvastati esporrà il Paese a un serio rischio di commissariamento e ristrutturazione del debito pubblico. I colleghi di centrodestra riflettano su questo: […] Avallare un quadro normativo che pone sul Paese nuovi oneri e nuovi vincoli va ad esclusivo vantaggio di chi sta facendo terra bruciata dietro di sé per impedirci di imprimere al Paese una svolta nel segno della libertà". A stretto giro è arrivata la presa di posizione di Silvio Berlusconi: «Il 9 dicembre non sosterremo in Parlamento la riforma del Mes perché non riteniamo che la modifica del Meccanismo di stabilità approvata dall'Eurogruppo sia soddisfacente per l'Italia e non va neppure nella direzione proposta dal Parlamento europeo […]. Per queste ragioni quindi Forza Italia non voterà in Parlamento per questa riforma del Mes. La riforma in questione non ha nulla a che vedere con l'utilizzo dei 37 miliardi destinati alla lotta contro il Covid». Di carne al fuoco per tenere viva la tensione fino a fine gennaio ce n'è abbastanza. Anche perché, nonostante tutti i proclami da parte di Conte e Gualtieri, formalmente rispettosi della volontà del Parlamento e della legge Moavero, i fatti dimostrano che le risoluzioni del Parlamento restano lettera morta e la trasparenza è inesistente. Abbiamo dovuto apprendere da Politico.eu di lotte all'ultima virgola tra Italia e Germania all'Eurogruppo. Infatti, la bozza di riforma del trattato del Mes conoscibile dai parlamentari è ancora quella trasmessa a novembre 2019. Dove sono i documenti attestanti il lavoro di rifinitura dei dettagli (solo apparentemente secondari), fatto da allora a livello europeo? Ma, soprattutto, dov'è finita la «logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria)» come testualmente citato nella risoluzione di maggioranza del 11 dicembre 2019? Il tradimento del mandato parlamentare sta proprio nella scomparsa del «pacchetto», di cui invece Gualtieri ha rivendicato, con inusitata sfrontatezza, il rispetto. Con due gravi omissioni: Unione bancaria, significa completare la terza gamba costituita dallo schema di assicurazione comune sui depositi che è invece «bloccata da mesi» come testualmente dichiarato ieri dal ministro dell'Economia spagnolo Nadia Calvino al quotidiano catalano La Vanguardia. Gualtieri non può nascondersi dietro alla foglia di fico della semplice proposta di quegli argomenti: pacchetto significa che o c'è accordo su tutto o non c'è accordo. Inoltre, il Bicc (strumento di bilancio per la convergenza e la competitività) è stato cancellato a luglio dal Next Generation Eu e quindi Gualtieri rivendica di aver fatto meglio. Corretto. Peccato che - come desumibile da articoli apparsi su Bloomberg e Financial Times – anche la Merkel disperi ormai di piegare la resistenza di Polonia ed Ungheria e le probabilità che la sessione plenaria dell'Europarlamento prevista per il 14 dicembre non riesca ad approvare il Ngeu e slitti tutto a gennaio, aumentano di ora in ora. Il Bicc non c'è e non c'è nemmeno il Ngeu. Un accorto negoziatore non avrebbe mai dovuto accettare la riforma del Mes, senza avere la certezza del Ngeu.In serata sono arrivate le parole del senatore M5s Mattia Crucioli che ha dapprima accusato Vito Crimi di aver espresso solo una posizione personale sul Mes ed ha poi aggiunto che «se dovesse essere quella la risoluzione della maggioranza, non la voterò e valuterò le conseguenze».L'attesa del treno per Yuma non sarà noiosa.