2019-08-23
Berlusconi non vuole un altro Nazareno: «C’è il centrodestra, altrimenti elezioni»
Forza Italia si schiera: «Il Paese ha una maggioranza chiara e non sono le sinistre. Basta esecutivi creati in laboratorio». Divisi ma con la stessa, o quasi, volontà: andare al voto. Prima Fdi, poi Forza Italia e nel pomeriggio la Lega. Ieri al Quirinale il centrodestra si è presentato diviso. Del resto forzisti e Fdi hanno fatto opposizione al governo gialloblu, pur convergendo su alcuni provvedimenti come decreto sicurezza e legge sulla legittima difesa anche se poi, a livello regionale, il centrodestra governa in coalizione. Ma tant'è. Nella sala della Vetrata per la consultazione con il presidente della Repubblica è entrato Silvio Berlusconi con la delegazione azzurra formata da Antonio Tajani, Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini. «C'è bisogno di un esecutivo autorevole che scongiuri qualsiasi ipotesi avventurosa di uscita all'euro. Noi di Forza Italia, che siamo in Italia in assoluto i garanti della tradizione liberale democratica e cristiana e garantista, proponiamo il modello di centrodestra che governa oggi in moltissimi comuni», ha affermato Berlusconi al termine del colloquio. Il Cavaliere si è detto «preoccupato per questa crisi di governo aperta in un momento delicato per il Paese» e dopo una «esperienza di governo fallimentare». Berlusconi ha letto un comunicato: «Serve un governo che consenta all'Italia di contare in Ue e di consolidare i nostri interessi nazionali, come spetta a un Paese fondatore. Non riferisco», ha sottolineato, «le frasi con cui la signora Merkel e Jean-Claude Juncker hanno apostrofato il passato governo, perché farebbero male a tutti. Ora serve un governo stabile, solido e coeso, con una forte legittimazione democratica, anche per evitare l'aumento dell'Iva e per affrontare le sfide globali a cui verrà chiamata nei prossimi mesi». Il leader azzurro ha messo in guardia anche da un esecutivo «sbilanciato a sinistra, pericoloso per le imprese», agitando lo spettro di «un'imposta patrimoniale che metterebbe a rischio i risparmi». È un messaggio anche a Salvini: «I governi non nascono in laboratorio, su contratti o su una maggioranza tra diversi e improvvisata, che esiste solo in Parlamento e che non rappresenta la maggioranza degli elettori», ha ribadito il leader azzurro. «Sarebbe una presa in giro degli elettori e un tradimento della loro volontà», ha rimarcato, ricordando che le ultime amministrative hanno certificato l'esistenza di una «maggioranza di centrodestra». Berlusconi fissa la posizione del partito: «Costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani. Qualora non fosse possibile, la strada maestra è una sola: elezioni anticipate. Una maggioranza tra diversi, tra Pd e M5s, sarebbe un tradimento per gli italiani. In nessun caso Forza Italia è disposta a partecipare ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campagna elettorale». Questo è l'orientamento formulato al capo dello Stato, verso cui Forza Italia ripone «massima fiducia per le scelte che riterrà di fare». Insomma: chiusura totale per le intese Pd-M5s, anche perché appoggiare un esecutivo voluto da Mattarella significherebbe annullare ogni possibile coalizione con la Lega di Salvini alle prossime - vicine o lontane - elezioni. Il leader del Carroccio aveva lanciato un chiaro avvertimento a Forza Italia alla vigilia delle consultazioni: «Chi va al governo col Pd», aveva detto Salvini, «non va al governo con la Lega». Un eventuale coinvolgimento di Forza Italia in un esecutivo, istituzionale o di scopo, assieme ai dem, significherebbe la fine del centrodestra. Un «avviso» che non era piaciuto affatto ad Antonio Tajani: «Chi va al governo con il Pd non va al governo con la Lega? Veramente è la Lega che è andata al governo con il M5s, non noi che traffichiamo con i dem. Finora è la Lega corresponsabile dei disastri di questo governo». Eppure in Forza Italia la tentazione di appoggiare un governo sostenuto da tutti i partiti c'era. È emersa, per esempio, dalle parole di Renato Brunetta che alla Stampa aveva detto: «L'economia è in recessione, si rischia uno spread alle stelle e le banche in profondo rosso. Aprire la crisi è stato un gesto da masochisti e irresponsabili». Infatti, stando all'ex ministro dell'Economia, se lo sbocco della crisi «fosse davvero quello di nuove elezioni, l'Italia correrebbe dei pericoli gravissimi. Già abbiamo sopportato 14 mesi di governo gialloverde. Ci hanno messo in ginocchio sotto ogni punto di vista. Siamo diventati più poveri economicamente, più fragili socialmente, più soli nel contesto internazionale». La soluzione alla crisi non può passare da un accordo fra soli democratici e pentastellati, che Brunetta giudica «un altro mostro, tale e quale al governo M5s-Lega», né una nuova intesa tra i grillini e Carroccio, che sarebbe, dice il parlamentare azzurro, «un mostro al quadrato».
Jose Mourinho (Getty Images)