2018-03-27
Forza Italia riparte da tre donne e i giudici ripartono con Berlusconi
Matteo Salvini pronto a fare il premier, ma «se non accade non muoio». Ai grillini: «Reddito di cittadinanza? Solo se serve a lavorare». Il Cavaliere, a giudizio per il caso Ruby, dà spazio a Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini.La notizia del rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, deciso ieri dal gup di Milano Maria Vicidomini, che ha mandato alla sbarra l'ex premier con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, spiana la strada alla formazione di un governo M5s-centrodestra salvinizzato, basato sull'accordo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. In una sola settimana, Salvini si è liberato, «grazie» a inchieste giudiziarie, dei due ostacoli più difficili da superare nel percorso che porterà alle nozze dei promessi sposi, Lega e M5s. Prima è toccato a Roberto Maroni, azzoppato dalla richiesta di due anni e mezzo di reclusione che gli è piombata sul groppone appena sette giorni fa. Poi a Berlusconi, che tra l'altro, con questo nuovo rinvio a giudizio, vede allontanarsi l'ipotesi di una «riabilitazione» da parte del Tribunale di sorveglianza di Milano in relazione alla condanna per frode fiscale passata in giudicato, quella che ne ha causato la incandidabilità per effetto della legge Severino.Berlusconi e Maroni, che avrebbero dovuto rappresentare gli anti Salvini di centrodestra, entrambi nei guai: il leader della Lega ha il vento in poppa, mentre Forza Italia tenta di dare un'immagine di rinnovamento della classe dirigente, per rendere meno amara alla base del M5s la pillola dell'accordo di governo con l'intero centrodestra. Berlusconi, fiutata l'aria, ha deciso di fidarsi di Salvini e di mettere da parte i «falchi» come Renato Brunetta e Paolo Romani, capigruppo uscenti e non rientranti. Meglio tornare ad affidarsi ai saggi suggerimenti di gente come Gianni Letta e Fedele Confalonieri piuttosto che cedere alle bizze del «cerchietto tragico» che ha la responsabilità del disastro della composizione delle liste e di una campagna elettorale clamorosamente sbagliata.Oggi verranno ufficializzati i nomi dei sostituti di Brunetta e Romani: Mariastella Gelmini guiderà i deputati di Forza Italia, Anna Maria Bernini i senatori. Mara Carfagna, giovedì prossimo, verrà designata (salvo imprevisti) alla vicepresidenza della Camera. Donne, donne donne: dopo la elezione di Elisabetta Casellati alla presidenza del Senato, come possibili ministri girano i nomi di Nunzia De Girolamo e Jole Santelli, che tra l'altro, e non guasta in una logica di equilibri anche geografici, sono meridionali. Berlusconi è convinto che dare una tinta di rosa al partito azzurro sia una buona operazione di marketing, e pazienza se i soliti maligni parleranno di una riedizione di «Forza gnocca». Del resto, per il Caimano non c'è alternativa: la dura legge dei numeri è contro di lui, Lega e M5s (con il sostegno di Fratelli d'Italia) un governo possono metterlo in piedi tranquillamente anche da soli, e ieri, non a caso, è arrivato il post dei capigruppo grillini sul blog del M5s. «Roberto Fico», hanno scritto Giulia Grillo e Danilo Toninelli, «ha ottenuto 422 voti, pari a oltre i due terzi dei componenti dell'Aula. Sono mancati tuttavia circa una sessantina di voti rispetto ai numeri che ci sarebbero stati se tutte le forze del centrodestra avessero rispettato i patti come hanno fatto la Lega e Fratelli d'Italia. Questo a ulteriore dimostrazione del fatto», aggiungono Grillo e Toninelli, «che la coalizione del centrodestra non è per nulla compatta, contrariamente a quanto afferma Berlusconi». Tradotto dal politichese, lingua ormai parlata alla perfezione dal M5s: «Caro Silvio, anche senza i tuoi voti, il governo si fa lo stesso». Berlusconi guiderà la delegazione che sarà ricevuta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle consultazioni, in programma subito dopo Pasqua. Sul fronte leghista, dunque, tutto fila liscio che più liscio non si può, e del resto Salvini sa (non immagina: sa) che la stragrande maggioranza dei parlamentari di Forza Italia, in caso di clamorosa rottura, salterebbero in 30 secondi sul Carroccio del vincitore. In sostanza: il governo legastellato si farà, Forza Italia si adeguerà, e non è detto che l'esecutivo non duri 5 anni pieni. Il prossimo capo dello Stato sarà eletto nel febbraio del 2022, ovvero dal Parlamento appena eletto. Il successore di Sergio Mattarella verrebbe scelto, se la legislatura andasse fino in fondo, dai «gemelli diversi» Salvini e Di Maio. «Se avremo 5 anni davanti», ha detto non a caso ieri Salvini a Telelombardia, «il Paese andrà accompagnato nel futuro. A me piacerebbe un'Italia come Paese federale e presidenziale. Questo me lo chiedono non solo al Nord, ma anche al Sud».«Io sono pronto», ha aggiunto Salvini, «per fare il premier. A me interessa che l'Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma non è che è “O Salvini o la morte". In questo Paese il problema non sono io». «Chi ci ha votato», ha aggiunto Salvini, «ci ha dato fiducia per fare delle cose come l'abolizione della legge Fornero. Per ora i 5 stelle si sono dimostrati affidabili. Il reddito di cittadinanza? Solo se serve a rilanciare il lavoro, no all'assistenzialismo».