2022-10-29
Su Berlino casca un’altra tegola: la bilancia commerciale va in rosso
Ancora dati negativi per l’economia tedesca, in crisi su tutti i fronti: l’asse con la Cina alimenta le tensioni con Stati Uniti e Francia. Telefonata fra Olaf Scholz (che il 3 arriverà a Pechino) e Giorgia Meloni su gas e conflitto.Il viaggio in Cina del cancelliere tedesco Olaf Scholz del prossimo 3 novembre, con tanto di delegazione di industriali al seguito, sta suscitando più di qualche malumore in Occidente e rischia di apparire come una provocazione nei confronti dei partner europei, segnatamente della Francia, oltre che degli Stati Uniti.Non è un momento felice nei rapporti tra Francia e Germania. Il malcontento di Parigi è in riferimento ai diversi dossier su cui Berlino sembra aver deciso di fare da sola, a partire da quelli della difesa per arrivare all’energia. Il governo tedesco ha stabilito a inizio anno di aumentare le spese in armamenti e portarle al 2% del Pil, ovvero tra gli 80 e i 100 miliardi di euro, ma sembra intenzionato a ignorare l’industria bellica francese quando si tratta di passare alla cassa, tanto da aver dichiarato di voler acquistare gli F35 americani e non invece gli apparecchi europei per i quali c’era un progetto di collaborazione francotedesca. I dispettucci tedeschi sugli armamenti sono solo una parte del problema. Nell’ultimo vertice bilaterale tenutosi in settimana (che non è terminato con la consueta conferenza stampa comune, segno di evidenti tensioni) Emmanuel Macron ha velatamente criticato Scholz per il suo piano da 200 miliardi in solitaria, che avvantaggia l’industria tedesca rispetto a quella francese. Non aiuta a distendere il clima la decisione tedesca di cedere alla compagnia cinese Cosco un’importante partecipazione azionaria nel porto di Amburgo. Dall’altra parte, la Germania è risentita per l’abbandono del progetto Mid cad, un gasdotto che collegando la Spagna con la Francia avrebbe consentito di portare il gas dai rigassificatori spagnoli, abbondanti ma poco collegati al continente, direttamente in Germania. Parlando di gasdotti, poi, il sabotaggio del Nord stream 1 e 2 mette una pietra sopra alle taciute, residue ambizioni tedesche di riallacciare, nel medio termine, le relazioni con la Russia in tema di gas.Il nervosismo della Germania, terrorizzata dall’inflazione e messa all’angolo da una crisi energetica che non era prevista in queste dimensioni, è palpabile. A maggior ragione dopo la diffusione da parte di Eurostat dei dati sulla bilancia commerciale dell’Unione europea, 15 giorni fa. Dati che tracciano un quadro molto preoccupante per l’intera Ue e di cui, misteriosamente, si è parlato pochissimo. Per la prima volta dall’introduzione della moneta unica, nel solo mese di agosto 2022 l’area euro ha riportato un deficit commerciale che supera i 50 miliardi di euro, in buona misura determinato dall’aumento dei prezzi dell’energia. Nel periodo gennaio-agosto 2022 il deficit dell’area euro è di oltre 228 miliardi di euro, contro il surplus di 124 dello stesso periodo del 2021. Gli Stati Uniti restano il partner commerciale più importante dell’Unione europea, verso cui l’export ha raggiunto nel periodo gennaio-agosto i 328,9 miliardi di euro (+28,1% rispetto all’identico periodo dell’anno precedente) con un surplus che, pur in leggero calo, supera ancora i 100 miliardi. Cospicuo il deficit dell’Unione verso la Cina (-259 miliardi, sempre nei primi otto mesi 2022), mentre il deficit dell’Ue sull’energia nello stesso periodo è stato di 423,4 miliardi, quasi tre volte quello dello stesso periodo dell’anno scorso. In questo quadro, rispetto al 2021 la Germania vede il proprio surplus crollare di quasi il 70% e attestarsi sui 39,8 miliardi per gennaio-agosto 2022, frutto di un dimezzamento del surplus extra Ue e di un deficit intra Ue che è aumentato di quasi sette volte. Un quadro allarmante per il blocco finanziario e industriale che guida la politica tedesca, il cui modello economico fatto di energia a prezzi contenuti, bassi salari, controllo della domanda interna e surplus commerciale sta affondando nelle perigliose acque del commercio globale.Le relazioni con Washington non vanno molto meglio, per Berlino. Oltre alla forzata riconversione al gas proveniente da oltre Atlantico, non piace affatto ai tedeschi l’Inflation reduction act of 2022 (Ira) varato dal presidente americano Joe Biden ad agosto, che assegna alle produzioni di auto elettriche americane una serie di incentivi e agevolazioni ai limiti del protezionismo (o forse ben oltre). La visita di Scholz a Pechino è il segnale di una Germania che vuole legarsi all’Oriente, ad esempio nel settore della mobilità elettrica, sia per giovarsi dell’immenso mercato sia per sfruttare una integrazione sulle materie prime. Di fatto, ponendosi in urto con gli Usa. Proprio ieri, Giorgia Meloni ha parlato al telefono con il cancelliere tedesco Scholz, e, secondo la nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del colloquio, entrambi i leader hanno convenuto sulla forte intesa tra Italia e Germania. Meloni avrebbe espresso la necessità di arrivare rapidamente a misure concrete per ridurre i prezzi dell’energia, per poi affrontare anche il tema della crescita economica. Ecco, proprio nel triangolo costituito dal disagio tedesco, dal nervosismo francese e dal vigile occhio americano, l’Italia ha un ruolo da giocare, a condizione di saper cogliere il momento e i binari giusti. La tensione nei rapporti dei due Stati guida dell’Unione può diventare un’opportunità per il nostro Paese, sotto diversi punti di vista. Così come quello che ormai è un confronto aperto tra Usa e Germania può creare spazi per iniziative italiane in campo strategico, economico e finanziario. Non c’è momento migliore di questo, con un nuovo governo appena entrato in carica, per dare una svolta alle relazioni con questi Paesi. Sempre se ve ne è l’intenzione, naturalmente.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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